Il Punto sui Rifiuti - Problemi nei conferimenti a Chiaiano, tornano i rifiuti a Napoli. «Bonifica impossibile» secondo il geologo Ortolani
I lavori di stabilizzazione della pareti della discarica e la protesta degli abitanti della zona, preoccupati dopo i sequestri e gli avvisi di garanzia disposti dalla Procura, impediscono lo sversamento dei rifiuti. La bonifica della discarica di Chiaiano, secondo il geologo Ortolani, «ora è impossibile, si doveva intervenire prima»
24 March, 2011
Tornano nelle strade di Napoli i cumuli di rifiuti non raccolti. All'origine delle nuove difficolta' il sostanziale fermo dei conferimenti nella discarica di Chiaiano, interessata da alcuni giorni da lavori di stabilizzazione delle pareti.
Ieri i compattatori dell'Asia, l'azienda cittadina di igiene, sono riusciti a conferire a Chiaiano solo 50 tonnellate di spazzatura, ossia la decima parte della quantita' abituale.
Proseguono regolarmente i conferimenti negli altri impianti, anche fuori provincia, ma il saldo resta comunque negativo. I disagi maggiori per la mancata raccolta si registrano nella periferia nord e in quella orientale, ma anche nel centro citta' molti cassonetti sono gia' stracolmi.
Problemi in ordine ai conferimenti dei rifiuti di Napoli si erano registrati anche martedì a causa della manifestazione di protesta che ha bloccato l'accesso alla discarica di Chiaiano.
Sulla vicenda della discarica di Chiaiano è tornato a parlare il geologo della Federico II Franco Ortolani. «La bonifica ora è impossibile, si doveva intervenire prima» ha dichiarato. Nel 2009 proprio Ortolani ammonì: «Ci troviamo dinanzi a persone che stanno allestendo una discarica in modo ingenuo. Non è stata realizzata la compattazione dell’argilla per l’impermeabilizzazione». In quella occasione il capomissione per gli impianti della struttura di Bertolaso replicò: «A Chiaiano, come altrove, non lasceremo mai nulla di intentato». E infatti anche qui, come altrove, l’ambiente pare cotto a puntino con l’intervento immancabile delle imprese eco-devastanti del Sistema.
Ortolani oggi commenta amaramente: «Se la Procura fosse intervenuta due anni fa, in tempo reale, quando si stava compiendo il reato ambientale, sarebbe arrivata in tempo utile. Ora il danno è fatto, perché è impossibile intervenire per risanare l’area, in fondo ad una montagna di 6-700 mila metri cubi di rifiuti a 70 metri di profondità. La bonifica non sarà mai possibile e anzi nessun magistrato potrà dimostrare quel che dissi per tempo, che il percolato avrebbe invaso le falde. All’epoca, estranei agli ideologismi, noi ci rifacemmo soltanto allo statuto della Regione Campania, che difende l’ambiente e la salute. Non si può dire altrettanto per gli amministratori». Al commissariato giunsero segnali inequivocabili anche alla vigilia della composizione disastrosa della discarica, rende anzi noto il presidente della commissione ecomafie della Regione, Tonino Amato: «Già nel 2008 l’Arpac denunciava l’inquinamento delle falde di cava con arsenico e idrocarburi, dati trasmessi e tutto è stato messo a tacere». I comitati di Chiaiano e Marano chiedono il sequestro della discarica: «Il disastro viene fuori con grande ritardo, assurdo che la magistratura non abbia disposto anche la chiusura della cava».
Chiaiano colma, rischio nuova crisi - da Terra del 24 marzo 2011