Malagrotta-bis, spunta l'ipotesi Testa di cane, area adiacente all'attuale discarica
I residenti della zona scrivono una lettera di protesta al presidente Polverini. In campo anche le ipotesi di altre cave dismesse. Si deciderà probabilmente entro la prossima settimana, dopo il primo maggio
29 April, 2011
Il sito destinato ad accogliere la futura discarica romana, dopo che Malagrotta sarà definitivamente abbandonata, potrebbe essere Testa di Cane. Una cava dismessa di 23 ettari, adiacente alla discarica più grande d’Europa e a ridosso dell’abitato di Massimina.
I residenti della zona di Valle Galeria, però, sono sul piede di guerra, perché la località «è troppo vicina all'attuale discarica», ma anche «troppo vicino alle case». Per esprimere il proprio disappunto verso una scelta definita «inquietante», il comitato dei cittadini di Malagrotta ha scritto una lettera al presidente Polverini, che per adesso non conferma né smentisce l’ipotesi. «In questi giorni circolano voci inquietanti, suscettibili di suscitare un vero e proprio allarme nella popolazione - si legge nella lettera -. Sembrerebbe che un'ipotesi di soluzione alternativa a Malagrotta potrebbe essere Testa di Cane, la grande cava dismessa direttamente collegata alla discarica e confinante con il Parco di Massimina e con le case del quartiere. E l'amministratore della discarica stessa ha messo effettivamente a disposizione l'invaso per 5 milioni di tonnellate di rifiuti, cioè a dire la produzione di Roma per tre anni, in una proposta attualmente al vaglio dell'amministrazione regionale». Il Comitato esprime «piena e assoluta fiducia» nel fatto che la presidente del Lazio non darà mai via libera ad una delibera che contempli «un'ipotesi delirante come quella di una nuova megadiscarica a Testa di Cane, "incollata" a Malagrotta: un ennesimo insopportabile oltraggio ambientale alla Valle Galeria».
L'idea del nuovo invaso a Testa di Cane sarebbe venuta dalla stessa Giovi srl, la società di Manlio Cerroni che gestisce Malagrotta e ha in uso i terreni della ex cava. Secondo Massimiliano Iervolino, dei Radicali italiani, «è la proposta che Francesco Rando, amministratore unico dell’impresa, ha indirizzato all’assessorato regionale alle Attività Produttive e ai Rifiuti con una lettera del 28 dicembre». Fatto sta che il sito per Malagrotta-bis dovrebbe essere scelto entro la prossima settimana, probabilmente dopo il primo maggio e la beatificazione di Giovanni Paolo II. Le ipotesi in gioco sono tante: negli ultimi mesi si è parlato della cava di Allumiere e della zona dei monti dell’Ortaccio, ma anche di alcune cave lungo la Laurentina, fra Pomezia e Albano, oppure invasi a Fiano, Riano o Villaricca. Nessuna indicazione ufficiale dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, il quale ha più volte dichiarato che il Comune accetterà la scelta della Regione.
Ma la collocazione della nuova discarica a Testa di Cane non potrà essere una scelta immediata e indolore. Nella zona a ridosso della via Portuense è stato già dichiarato il «rischio Seveso» (cioè il pericolo di gravi incidenti industriali) per la presenza della discarica, di una raffineria e di un impianto per l’incenerimento di rifiuti ospedalieri. Con le falde già molto inquinate, come ha dimostrato un’analisi dell’Arpa, l’arrivo di un altro impianto industriale dovrebbe essere autorizzato da un referendum popolare.