Peacelink monitora aria delle auto. Marescotti : "L'automobile inquina il suo stesso abitacolo"
Effettuati dal professore Marescotti, Peacelink di Taranto, alcuni campionamenti dell'aria all'interno dell'abitacolo di quattro auto in movimento di marche diverse. L'infiltrazione degli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) in un caso ha fornito valori di concentrazione cinque volte superiori a quelli riscontrati in aree di inteso traffico. Marescotti risponde a Eco dalle Città
24 May, 2011
Aria pulita dentro l’auto? E’ quello che vorremmo noi tutti, ma non fanno prevedere nulla di buono, per i nostri polmoni, i primi monitoraggi condotti con Ecochem PAS2000 CE, l'analizzatore di IPA (idrocarburi policiclici aromatici), dal professor Marescotti (impegnato, con le associazioni Peacelink e Altamarea, nel controllo e nel monitoraggio della qualità dell’aria di Taranto). Contattato da Eco dalle Città, Marescotti ha risposto ad alcune domande.
Professor Marescotti, i dati che ha diffuso nei giorni scorsi attraverso il sito di Peacelink non sono confortanti. Lei sostiene che “praticamente l'auto inquina il suo stesso abitacolo”. Che cosa significa?
Un problema sottovalutato e non sempre conosciuto, è quello dell'infiltrazione degli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) all’interno dell'abitacolo. Gli IPA sono cancerogeni e contengono sostanze genotossiche, come il benzo(a)pirene, che possono essere particolarmente pericolose per le donne in stato di gravidanza. Inoltre, errori di progettazione da parte delle case automobilistiche o comunque filtri non particolarmente efficaci utilizzati duranti le fasi di riscaldamento determinano l’aumento degli IPA dentro l’abitacolo. Per di più NON ci sono attualmente norme che mirino a verificare e contrastare la concentrazione di IPA negli abitacoli delle auto. Ecco perché consiglio di stare il meno possibile in auto e di usare altri mezzi per gli spostamenti, come la bicicletta.
Come è stato condotto l’esperimento?
Con l'analizzatore di IPA Ecochem PAS2000 CE abbiamo effettuato più campionamenti dell'aria all'interno dell'abitacolo di quattro auto di marche diverse. Sono emersi dati che fanno riflettere. A finestrini aperti gli IPA cancerogeni scendono praticamente a zero in aperta campagna. Ma chiudendo il finestrino e accendendo il riscaldamento si possono superare i 100 ng/m3.
Secondo la sua esperienza, quale potrebbe essere, in media, un livello quantitativo accettabile di IPA all’interno dell’auto, fermo restando che sarebbe auspicabile la loro totale assenza?
Bisogna distinguere. Lo strumento mobile Ecochem rileva la presenza quantitativa di tutti gli IPA (in genere un centinaio), ma non la loro “qualità”. Per individuare il singolo elemento sono necessarie analisi di laboratorio. Nella rosa degli IPA, il primo colpevole di danni alla salute dell’uomo e degli animali è il benzo(a)pirene [B(a)P] (in genere, di formazione industriale, generato dalla combustione di fossili, legname, grassi, tabacco, incenso o rifiuti urbani), riclassificato dallo IARC in categoria 1, come "cancerogeno per l'uomo". Tuttavia un livello di 50 ng/m3 potrebbe essere un primo passo verso la normalità.
I monitoraggi dell’aria che respiriamo all’interno di un’auto in movimento fanno emergere livelli più alti di 50 ng/m3. è così?
Per avere un'idea: in un garage con veicoli fermi e non in movimento il livello di IPA è di 30 ng/m3. Nell’abitacolo di un particolare modello di auto, invece, si raggiunge, con il riscaldamento acceso, una concentrazione di 200 ng/m3, un dato davvero preoccupante. E’ infatti con l’aria calda che aumentano considerevolmente gli IPA all’interno dell’autovettura. Le cause possono esser diverse e vanno indagate modello per modello, dopo un'opportuna misurazione "indoor" (cattivo isolamento delle parti dovuto alle saldature, guarnizioni non adeguate, etc.).
Le quattro auto in esame appartengono tutte alla fascia Euro III e Euro IV. E’ vero che il dato più allarmante è stato riscontrato nell’auto più “nuova”?
Si. E’ una macchina a benzina del 2008, molto diffusa, prodotta da una apprezzata casa di fabbricazione automobilistica. In una rilevazione è emersa una concentrazione dentro l'abitacolo di 300 ng/m3 a 90 km/h, con picchi fino a 500 ng/m3. Valori decisamente alti se si considera che non era stato acceso il riscaldamento. Nessun odore particolare si percepiva "a naso". Infatti i dati sono calcolati in nanogrammi (ng), ossia in miliardesimi di grammo. Le misurazioni ogni 10 secondi degli IPA nell'abitacolo, dunque, hanno fornito valori di concentrazione cinque volte superiori a quelli riscontrati in aree di inteso traffico.
Cosa si può fare? Cosa ci consiglia?
Importante sarebbe, intanto, una campagna di sensibilizzazione sugli IPA e sul benzo(a)pirene prodotti dalle autovetture. Le istituzioni dovrebbero inoltre pensare a norme di tutela, che stabiliscano dei tetti massimi obbligatori di concentrazione di IPA nell’abitacolo; d’altra parte le case di produzione dovrebbero effettuare misurazioni sistematiche prima di immettere un modello sul mercato.
Intanto già si può fare riferimento, ad esempio, alla ordinanza emessa dal Tribunale di Torino nel 2002, che obbligò la Fiat ad informare 40.000 possessori di Lancia Dedra delle infiltrazioni interne di gas di scarico dovute a difetti di fabbricazione.
Consiglio comunque di evitare che i bambini restino per troppo tempo dentro l’auto e, in genere, di diffidare di quelle pubblicità che esaltano l’aria della propria auto, poiché l’aria migliore è quella che si respira all’aperto. Se potete, insomma, scegliete la bicicletta.
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