Annuario Ispra 2010, preoccupano le polveri sottili. Rifiuti in calo al centro-sud
Pubblicato il tradizionale rapporto dell'Istituto di protezione ambientale sulle condizioni di salute dell'ambiente italiano (dati 2009). Resta grave l'inquinamento atmosferico, soprattutto in Pianura Padana. Stabile la produzione di rifiuti urbani, con un calo al centro-sud e un leggero aumento nelle regioni settentrionali
26 May, 2011
Polveri, ozono e biossido di azoto. Sono queste le principali minacce per la salute degli italiani, secondo l'edizione 2010 (dati 2009) dell’Annuario dei dati ambientali appena pubblicato dall'Ispra (Istituto superiore di protezione e ricerca ambientale). L'inquinamento, dunque, rappresenta ancora uno dei principali problemi ambientali per l'Italia, soprattutto per quanto riguarda le concentrazioni di polveri sottili, allarmanti sopratutto nelle grandi città della Pianura Padana. In Italia, infatti, nel 2009 il 45% delle stazioni di monitoraggio di Pm10 ha registrato valori giornalieri superiori alla soglia di legge per un numero di giornate superiori al massimo annuo consentito dalla normativa (35 giorni, ndr). Ancora scarse, invece, le informazioni relative al Pm2,5, un particolato talmente sottile da riuscire a penetrare in profondità nel sistema respiratorio. Per queste micidiali polveri non è ancora disponibile un dato nazionale, ma va detto che le stazioni esistenti hanno registrato valori al di sotto dei 25 μg/m3, che dal 2015 diventeranno la soglia massima consentita dalla legge. Altissime anche le concentrazioni di ozono, e numerosi anche i superamenti dei valori limite del biossido di azoto.
Va un po' meglio, infine, sul fronte dei gas serra, che negli ultimi anni hanno fatto osservare un calo costante dovuto essenzialmente alla crisi economica che ha investito molti settori industriali. In particolare, le emissioni del 2009 sono state inferiori del 9,3% rispetto all’anno precedente, ma gli obiettivi previsti dal Protocollo di Kyoto restano comunque molto lontani: oltre 58 milioni di tonnellate in eccesso rispetto all'impegno assunto dall'Italia firmando il Protocollo.
Sono invece riferiti al 2008, i dati relativi alla produzione dei rifiuti, che rivelano un andamento quasi invariato rispetto all'anno precedente. La quantità di spazzatura prodotta su scala nazionale si è attestata sui 171 milioni di tonnellate, di cui 138,3 di rifiuti speciali (127 milioni di tonnellate di non pericolosi e 11,3 milioni di tonnellate di pericolosi) e 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. Tra il 2007 e il 2008, in pratica, la situazione è rimasta invariata, con un incremento medio per ciascuna tipologia di rifiuto dello 0,9%. I rifiuti urbani, probabilmente per effetto della crisi finanziaria, sono calati in particolare dello 0,2% rispetto all'anno precedente, facendo registrare, per la prima volta dal 1995, una pur lieve inversione di tendenza. Al sud il calo maggiore della produzione (-2,2%), mentre al centro la riduzione è stata più contenuta. (-0,7% circa). In controtendenza l'andamento nelle regioni settentrionali, dove la produzione di rifiuti urbani è salita dell'1,5% circa.
Una buona notizia, infine, arriva sul fronte della conservazione della biodiverstià. In aumento, infatti, la superficie forestale italiana, grazie all’espansione naturale del bosco e alle attività di afforestazione e di riforestazione. In calo, inoltre, il numero di incendi, che rappresentano la principale fonte di danni per il patrimonio forestale italiano, oltre a causare l'emissione in atmosfera di grandi quantità di gas serra: nel 2009, ad esempio, i circa 5.500 roghi boschivi che si sono verificati hanno causato l’emissione di circa 2,9 milioni di tonnellate equivalenti di anidride carbonica, pari allo 0,6% del totale nazionale delle emissioni di gas serra. Preoccupa, invece, il dissesto idrogeologico: secondo l'Annuario Ispra, nel 2009 il 70,5% dei comuni italiani è stato interessato interessati da cedimenti e smottamenti.
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