Bari, Convegno ASSTRA. Presentato dall'Isfort l’8°rapporto sulla mobilità urbana in Italia
Cresce la domanda di mobilità urbana e diminuisce per la prima volta il traffico nelle città di media dimensione. Nel corso del 2010 aumentano i passeggeri del trasporto pubblico dell'11,8%. Per Carlo Carminucci, direttore Isfort, “la crescita della domanda di mobilità pubblica ormai è strutturale e consolidata”. L'intervista a Eco dalle Città
09 June, 2011
Nella seconda giornata del convegno è stato presentato il rapporto annuale dell’Isfort, l’Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti, sulla mobilità urbana in Italia, allo scopo di fornire un quadro della mobilità nel paese, a livello urbano e locale. L’ottava edizione, dal titolo “Un futuro in costruzione”, presentata dal Direttore della ricerca ISFORT Carlo Carminucci e dal Presidente ASSTRA Marcello Panettoni, riporta il dato saliente di una crescita dell'uso dei mezzi pubblici, già nel corso dell'anno 2010 (un aumento di passeggeri del +11,8% in un solo anno). “E nonostante l’aumento della domanda di mobilità degli italiani anche in fase di congiuntura economica negativa, - ha affermato Panettoni nella sua introduzione - nonostante il sistema italiano non possa più fare a meno di un Piano Nazionale dei Trasporti in ambito urbano ed extraurbano, si continua a paventare un taglio delle risorse statali superiore al 10% rispetto all’anno precedente". La questione sarà definita, infatti, nei prossimi giorni dalle Regioni, faccia a faccia con il Governo in sede di Conferenza. “Nel 2011 – ha concluso Panettoni - invece di aumentare e migliorare l'offerta, molte aziende di trasporto pubblico sono state costrette a sfoltire i servizi, riducendo fortemente l'offerta (e di conseguenza gli organici), a causa dei tagli alle risorse che troppe regioni hanno confermato nei loro bilanci. A poco è servito il reintegro parziale dei fondi per tram, bus e metro stanziato dal Governo. Una stangata che si somma alla crisi strutturale del nostro sistema!"
“E’ fuor di dubbio - ha sottolineato Carminucci - che l’agenda sia stata dominata per buona parte del 2010 e nella prima parte del 2011 dal nodo della crisi economica e finanziaria, che ha avuto come effetto dirompente una pesante riduzione dei trasferimenti statali alle Autonomie locali (DL n. 78/2010), ma è pur vero che negli ultimi dieci anni la domanda di mobilità di trasporto pubblico è cresciuta in maniera strutturale”. Tenendo sempre presenti le motivazioni della mobilità urbana (tempo libero e lavoro, benché quest'ultimo in diminuzione) che sono essenzialmente riconducibili agli stili di vita, per Carminucci le motivazioni della crescita non sono solo da ricercarsi nel forte rialzo medio del costo dei carburanti, o nella crisi economica generale, ma soprattutto nel rinnovato vitalismo delle grandi e medie città e nell'aumento della qualità del servizio.
“Nel 2010 - ha proseguito Carminucci - il trasporto pubblico urbano ha ripreso il processo di crescita che si era interrotto nel 2006 e poi nel 2009, una crescita che possiamo considerare ormai “consolidata”, poiché legata non solo a esigenze economiche ma anche sociologiche [argomento, questo, illustrato dalla dottoressa Fabris, nel suo rapporto GPF "Stili di mobilità e reazioni alla crisi", rapporto sulla mobilità in chiave sociologica]". Secondo il direttore di Isfort l’aumento della domanda di mobilità non solo è stato riscontrato nelle grandi città (nelle quali la “metropolitana” rimane per i cittadini mezzo di grande soddisfazione), ma anche (e qui il dato nuovo che emerge dal rapporto) nelle città di medie dimensioni (100.000 – 250.000 abitanti) i cui dati sulla congestione del traffico sono in forte diminuzione. A questo riguardo Carminucci ha puntualizzato “che complessivamente, nei comuni capoluogo, l’assenza di strategie urbane per la sostenibilità e il mancato sviluppo (negli ultimi due anni) di politiche di tariffazione della sosta e di limitazione del traffico privato nelle zone centrali, hanno rallentato tale fenomeno di crescita”.
In merito alla composizione della domanda di mobilità, Eco dalle città ha posto a Carminucci alcune domande. L'uso della bici come si rapporta con il trasporto pubblico?
“Spero di non vedere mai in concorrenza la bicicletta e il trasporto pubblico, al contrario mi auguro che gli spostamenti in bicicletta si vadano a sottrarre agli spostamenti con mezzi privati piuttosto che a quelli pubblici – ha risposto Carminucci - Una possibile integrazione tra mezzi pubblici e biciclette, che non è sempre tecnicamente facile, qualcuno è riuscito a farla, anzi la sta sperimentando. Pensiamo ai tentativi di favorire l’uso delle biciclette in metropolitana o sugli autobus, o all’integrazione tra Park and Ride e Bike sharing”.
Dunque è probabile che bicicletta e trasporto pubblico locale possano agire in sinergia?
Questa è la prospettiva. Tuttavia i numeri al momento sono poco significativi. Nel cuore della città sicuramente la bicicletta è una modalità di trasporto che si integra, non solo col mezzo privato, ma, a maggior ragione, con il mezzo pubblico di trasporto. Però bisogna attrezzarsi. "Le città delle bici", al Nord, consentono al cittadino di salire sul mezzo pubblico con la bicicletta".
Nella sua relazione ha citato il comportamento virtuoso, in genere, delle medie città. Cosa accade, ad esempio, nelle città del Nord?
Il comportamento delle medie città è uno dei dati più importanti del rapporto. Le città da 100.000 – 250.000 abitanti, che hanno sperimentato progetti di mobilità sostenibile o che facilitano un uso più intensivo della mobilità non motorizzata (a piedi, in bicicletta) hanno complessivamente ridotto il traffico. Nel 2010, per la prima volta, il numero degli spostamenti privati è diminuito. E’ diminuita la congestione, e contestualmente è aumentato il numero dei passeggeri trasportati su mezzo pubblico. A tutto ciò la bicicletta ha contribuito in maniera minore. E' quindi evidente che c’è la possibilità di mettere in piedi dei modelli virtuosi e sostenibili, imperniati su modalità ecologiche (Tpl da un lato e mobilità non motorizzata dall’altro).
Aggiungo, poi, che lo spostamento di prossimità a corto raggio (bicicletta o camminata, per interderci) dovrebbe essere facilitato, cos' da diventare la regola, e gli spostamenti motorizzati l’eccezione, mentre qui in Italia è il contrario! Il rapporto ha rilevato che quasi il 20% degli spostamenti fino a un chilometro si effettua in automobile, e si raddoppia se consideriamo gli spostamenti fino a 2 kilometri! C’è insomma una prossimità a corto raggio in cui l’automobile non dovrebbe proprio esistere”.
In sintesi altri risultati dell'8° rapporto Isfort sulla mobilità urbana riportati dal comunicato stampa dell'ASSTRA