Pubblicità in buca, 15 kg di offerte imperdibili in un anno: ma siamo liberi di perderle?
L’Assessore all’Ambiente del Comune di Alabairate in provincia di Milano ha raccolto la pubblicità indesiderata che si è accumulata nella sua buca in dodici mesi. Il risultato? 15 kg: 6 risme da 500 fogli A4. E pensare che basterebbe un adesivo
13 June, 2011
Un foglietto per spiegarmi che senza avvitatore elettrico tascabile non vado da nessuna parte; uno per informarmi che acquistando solo 12 casse di peperoni di Carmagnola avrò in omaggio una paperetta di gomma; un altro per ricordami che l’offerta sulle piscine da giardino sta per scadere (anche se non ho il giardino). E in 12 mesi si accumulano 15 kg di posta pubblicitaria indesiderata. Quindici kg sono tanti: praticamente 6 risme da 500 fogli A4.
A raccogliere e pesare cataloghi e volantini di un anno è stato Giovanni Pioltini, assessore all’Ambiente di Albairate, una piccola cittadina di 5.000 abitanti in provincia di Milano.
Appunto: chissà a quanto ammontano i kg nella cassetta di un milanese.
“Occupandomi di rifiuti mi è venuto spontaneo chiedermi quanti ne producesse la pubblicità in buca non richiesta. Ho cominciato a giugno 2010, e il risultato a dodici mesi di distanza è questo: 15 kg. E non ho ancora smesso di contare” – ci racconta al telefono l’Assessore. “Il problema è che lo smaltimento non grava su chi imbuca o fa imbucare la pubblicità, ma sui cittadini. Si potrebbe pensare che per il Consorzio che opera la raccolta (Consorzio dei Navigli, NdR) ciò sia un guadagno, dal momento che con il porta a porta ricicliamo praticamente il 90% della carta. Ma non è così: la raccolta e la preparazione al riciclo costano, e smaltire la pubblicità può arrivare a costare dai 130 ai 140 euro a tonnellata”.
Ma non c’è proprio nulla che possiamo fare per impedire un simile spreco di tempo, denaro e soprattutto carta? (Per ogni tonnellata di volantini vengono abbattuti circa 15 alberi).
Qualcosa si può fare eccome: c’è il codice penale, articoli 660 e soprattutto 663: “Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, vende o distribuisce o mette comunque in circolazione scritti o disegni, senza avere ottenuto l’autorizzazione richiesta dalla legge, è punito con l’arresto fino a un mese e con l’ammenda fino a lire cinquantamila”.
E per segnalare la mancata autorizzazione basta un’etichetta: come quelle che entro fine mese si potranno ritirare presso il Consorzio dei Navigli, che serve 22 Comuni del Milanese, nell’ambito del progetto Risparmiando Educando. “Abbiamo scelto di non recapitare a casa dei cittadini gli adesivi per lo stesso motivo per cui non vogliamo la posta indesiderata – ci spiega l’Assessore – Questa deve essere una scelta volontaria, non un’imposizione dall’alto”.
Inq uesto modo i cittadini dovranno vincere la pigrizia e andare a ritirare la busta che li attende… Ma forse il pensiero dei 15 kg di proposte imperdibili che li attende a casa basterà a farli uscire di corsa.