Porta a porta e qualità, Provincia di Bari e Regione: due modelli a confronto
Mercoledì 22 giugno si è concluso a Bari l’EcoFestival sulla raccolta differenziata, organizzato dalla Provincia di Bari. Per l’assessore provinciale all’Ambiente Barchetti il porta a porta e la raccolta di qualità sono antieconomiche. Per Federico Cangialosi, tecnico della Regione Puglia, è la qualità della raccolta a determinare la remuneratività
23 June, 2011
I lavori conclusivi dell’Ecofestival (20-22 giugno 2011), tenutisi nell'Aula Magna dell'Ateneo dell'Università di Bari e moderati dal professore Gianluca Selicato, hanno fatto emergere la forte diversità di vedute tra Provincia di Bari e Regione Puglia in tema di raccolta differenziata di qualità. Per l’amministrazione provinciale il sistema di raccolta porta a porta è antieconomico, a causa degli alti costi di gestione, mentre per la Regione Puglia è la qualità della raccolta a garantire la remunerazione e quindi la sostenibilità economica.
Le opinioni delle due amministrazioni sembrano incontrarsi, poi, sull’utilizzo degli inceneritori con recupero di energia della frazione residua, ma non sul numero degli impianti da utilizzare.
L’assessore all’ambiente Barchetti rimane scettico in tema di raccolta differenziata di qualità (leggi anche l’articolo del 6 febbraio 2011). E’ impossibile, a suo parere, pena l’insostenibilità dei bilanci pubblici, spingersi verso importanti percentuali di raccolta differenziata. L’assessore ha citato alcuni dati dell’Amiu di Bari, secondo i quali “i sistemi di raccolta porta a porta (Pap) nella città hanno determinato un bilancio negativo pari a 2 milioni di euro”. La raccolta differenziata resterebbe costosa e antieconomica per l’alto numero di frazioni merceologiche (carta, plastica, vetro, metalli, legno) da raccogliere separatamente, oltre all’umido e all’indifferenziato. La loro raccolta, sempre per Barchetti, è nei condomini del centro di Bari fisicamente impraticabile, e sarebbe peraltro incostituzionale punire l’intero condominio in caso di errori dei singoli. Dunque la raccolta differenziata di qualità, per l’assessore, rimane un’utopia. Unica soluzione, ha concluso Barchetti, sarebbe l’apertura dell’inceneritore di Modugno quale perno fondamentale della gestione dei rifiuti. Senza di esso la provincia di Bari rischierebbe in futuro continue emergenze, gestibili solo con l’aiuto degli impianti di termodistruzione di Manfredonia e Massafra, situati nelle province, rispettivamente, di Foggia e Taranto.
Di altro avviso Federico Cangialosi, che ha rappresentato le posizioni della Regione Puglia. Secondo l’ingegnere in Puglia ci sono degli ottimi esempi di sistemi di raccolta differenziata, e, in particolare, il porta a porta di tipo spinto ha prodotto delle eccellenze, come Monteparano (premiato nel 2009 comune Riciclone) e i comuni dell’ATO Brindisi 2. Più ottimista dell’assessore Barchetti riguardo ai costi della raccolta differenziata, Cangialosi ha citato lo studio del Rapporto Rifiuti dell’Ispra (2009), secondo il quale è vero che in regime di raccolta differenziata (di tipo spinto) aumentano i costi di trasporto e di raccolta tra il 13 e il 18%, ma è anche vero che aumentano i profitti con il recupero di materia, e che questi diventano maggiori in presenza di alta qualità. Dunque omogeneità e purezza premiano i bilanci comunali.
Rimane determinante per Cangialosi una buona e capillare informazione. La comunicazione, cioè, quale leva virtuosa per non far aumentare i costi di smaltimento. Capita, ad esempio, di buttare nei bidoncini della plastica o del vetro, i cosiddetti “falsi amici”, giocattoli e lampadine. Questi materiali, pur essendo di per sé riciclabili, non prevedono alcun rimborso da parte del Conai (Consorzio nazionale imballaggi) poiché non hanno una filiera di appartenenza, e perciò finiscono per essere inviati in discarica. Sarà così fino al 31 dicembre 2011. Dal 1 gennaio 2012, invece, questi materiali, ottimi dal punto di vista merceologico, respirometrico e calorifero, dovranno per legge essere incanalati verso la valorizzazione energetica.
Riguardo alla termodistruzione, Provincia e Regione sono concordi nel ritenerla importante per la valorizzazione della frazione residua, cioè del rifiuto che rimane a seguito della differenziazione e del riciclo. La regione Puglia ha però una visione più cauta. Predilige gli impianti termodistruttori esistenti (o ultimati entro il 2012) rispetto a quelli in costruzione. Cangialosi ha stimato che degli oltre 2 milioni di tonnellate di rifiuti urbani prodotti in un anno dalla Puglia, in regime di raccolta differenziata di tipo “spinto” (75% circa), il residuo avviato a valorizzazione energetica non supererà le 500.000 tonnellate. Dunque, sommando le capacità di ricezione dei due inceneritori presenti in Puglia (Manfredonia, pronto tra pochi mesi, e Massafra) pari a 220.000 tonnellate, con quella dei vari cementifici pugliesi (Barletta con 80.000, Taranto con 50.000, Lecce con 80.000 e Brindisi ancora da stimare) è possibile raggiungere l’autosufficienza impiantistica, senza necessità di ultimare la costruzione dell’inceneritore di Modugno. Cangialosi ha poi concluso, comunque, che l’azione di privilegiare, in futuro, gli impianti termodistruttori potrebbe essere determinata dal mercato del combustibile, e cioè dal minor prezzo di acquisto del cdr (20-22€ a tonnellata) rispetto a quello del carbone (pari a 92-94€ a tonnellata).
Questi tutti i relatori intervenuti:
l’assessore all’Ambiente della Barchetti della provincia di Bari; Federico Cangialosi della Regione Puglia su “Il piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani”; il prorettore Augusto Garuccio; il preside di giurisprudenza Antonio Uricchio, “su Il federalismo fiscale e le prospettive per il “fisco verde”; Roberto Gagliano Candela, “Il rifiuto del rifiuto: le conseguenze tossicologiche”; Lorenzo Ferrara, “I rifiuti e le strategie produttive di intervento”; Agostino Meale, “La gestione dei rifiuti e l'affidamento dei servizi”; Angelo Danesi, “Educazione ambientale e consapevolezza del cittadino”; Maurizio Notarnicola “Il piano provinciale per la gestione dei rifiuti a Taranto”.