Riflessioni di sintesi sul Forum
Il Coordinamento Civico Flegreo risponde alla lettera aperta di Guido Viale
09 January, 2009
Il Forum Rifiuti Campania è nato da un idea dell’assessore Walter Ganapini e sulla speranza che la sua venuta in Campania ha fatto maturare nella gente di una Regione allo sfascio istituzionale, martoriata da decenni di cattiva politica locale e nazionale. La sua figura carismatica è stata lo strano collante che ha tenuto insieme per qualche momento interessi e finalità diverse di diversi attori. Determinante all’uopo è stata la scelta di Guido Viale quale presidente pro tempore del Forum, presentato dallo stesso Ganapini, conosciuto ai molti per la sua lunga esperienza nel settore della gestione dei rifiuti.
Ma la speranza purtroppo è materia che entusiasma i sognatori e gli idealisti, i sogni sono la sostanza di cui essi sono fatti, ma non smuove gli interessi di chi cerca sempre e solo “ciccia per gatti”
L’evento infatti solo per poco è riuscito a tener insieme gente tanto diversa, e non poteva essere diversamente; da una parte gente spinta da un forte senso civico di riscatto che ha sperato di potersi dare finalmente uno strumento importante di partecipazione, di diritto; dall’altra taluni “personaggi in cerca di autore” attori comuni allo scenario nazionale e soprattutto a quello campano.
Da subito il Forum ha evidenziato le sue carenze e le sue intrinseche ragioni di fallimento:
La contraddizione di nascere all’interno di una giunta regionale non più rappresentativa degli interessi della popolazione; de legittimata dagli eventi politici e giudiziari, gravemente compromessa nel giudizio comune ha determinato un anomalia grave ed impossibile da superare; su cui ci si è interrogati da subito senza per questo dedurne soluzioni, né strategie, né possibilità di dialogo. Questa la cellula cancerosa da cui è nato il Forum.
Dall’inizio dei lavori si è registrata, ed è stata denunciata, una carente partecipazione delle figure istituzionali e di quelle imprenditoriali, che dopo un iniziale affaccio al tavolo dei lavori si sono man mano defilate fino a scomparire; sbilanciata da una fortissima partecipazione dei movimenti di base e delle associazioni, soprattutto di quelle “non istituzionalizzate”.
Certamente determinante al disinteresse della parte istituzionale, e al suo defilarsi è stata la “distanza” tra le posizioni politiche emerse nel Forum e la politica governativa, e della Regione, allineata a questa completamente. Posizioni politiche tra l’altro ribadite e sostenute dallo stesso Guido Viale, senza nessuna remora, nei suoi articoli settimanali sul Manifesto, di cui egli si premuniva di fare abbondanti fotocopie da distribuire alle assemblee plenarie.
Il disinteresse di gran parte del settore imprenditoriale è stato determinato probabilmente dalla constatazione, legittima, che una posizione politica sì fatta avrebbe potuto al massimo generare opinioni e proclami ma certamente nessuna effetto determinante sugli scenari economici attuali.
Alla data dell’emanazione delle linee guida il Forum già appariva quindi piuttosto svuotato delle sue componenti istituzionali e imprenditoriali, a riprova le osservazioni di Viale , condivise dagli altri, che denunciava il grave sbilancio rappresentativo del Forum e l’esigenza di allargare la partecipazione alle altre componenti per non far perdere al Forum ogni valenza. Alle audizioni alla camera di commercio della signora Poli, imprenditrice di Treviso sul possibile revamping dei sette impianti campani di tritovagliatura, erano presenti pochi imprenditori, nessun rappresentante delle istituzioni, molti rappresentanti dei movimenti di base.
Le convocazioni dei Forum provinciali a mano dell’assessore Ganapini, con forzatura indubbia delle modalità di presentazione delle stesse a gruppi istituzionali che mai avevano partecipato ai lavori, è stato non il tentativo di allargare, necessità indubbia, la partecipazione anche a questi soggetti, altre modalità di condivisione con chi lavorava ai tavoli del Forum sarebbero state necessarie, ma il tentativo di “ribaltare” con un colpo di mano la situazione sbilanciata della partecipazione; per effettuare velocemente le consultazioni delle parti e chiudere con la burocratica necessità di “interpellare” le parti sociali. Assicurandosi una sommaria approvazione che nel Forum regionale alla luce degli elementi partecipanti sarebbe stata e di fatto lo è stata impossibile.
A questo punto l’amministrazione probabilmente non si aspettava, o si augurava che non sarebbe accaduto, la fortissima resistenza dei partecipanti a lasciare il Forum, possibilmente “in silenzio” come era stato loro consigliato; si augurava che per sopravvenuta stanchezza e sfiducia negli eventi, a poco a poco, chi aveva fino a quel momento partecipato se ne andasse, lasciando ad un paio di consultazioni provinciali, frettolose, il compito di chiudere il Forum, per trasformarlo in un altro ennesimo passaggio formale della burocrazia
Così non è stato: i rappresentanti dei movimenti hanno denunciato la poca chiarezza delle consultazioni provinciali e la manipolazione evidente degli eventi.
Quello sarebbe stato il momento giusto per uscire dal Forum in modo chiaro ed eclatante denunciando i fatti a gran voce; ma pochi lo hanno capito, in molti è prevalsa l’illusione, che è altro dalla speranza, di poter inguainare il Forum e renderlo lo strumento di partecipazione democratica che dovrebbe essere e che in tanti paesi europei di fatto è.
Si è deciso di approvare lo statuto, per darsi regole certe; eleggere il presidente e proseguire i lavori; in uno stato di riassetto di democrazia. Ma a questo punto altri soggetti sono andati via, soggetti più o meno collocati, rimasti fino a quel momento ad aggirarsi nei “pressi” del Forum come cortigiani in attesa di una nomina, un utile, un “tornaconto”, hanno compreso che il Forum si andava delineando sempre più come strumento di denuncia di una situazione politico amministrativa inaccettabile e che la via della contrattazione, della mediazione e del compromesso non sarebbero più state possibili, si sono defilati anch’essi.
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Naturalmente il Forum dovrebbe essere il giusto luogo delle mediazioni sociali e dei compromessi dei diversi interessi, e questo è certamente possibile ed augurabile, anche con momenti di conflittualità, in un sistema politico che sia sano e trasparente; dove i diversi portatori di interessi mettano in campo le proprie forze e cerchino insieme il possibile equilibrio sociale, politico ed economico.
Ma appare praticamente impossibile oggi in un sistema così fortemente compromesso e malato qual è il nostro, che non è più espressione degli interessi delle diverse parti, ma solo espressione dell’assoggettarsi assoluto, della politica, ad un unico feroce interesse economico supremo.
A questo punto non restava che svuotare del tutto il giocattolo e lasciarlo rotto ed inutile nelle mani degli accaniti partecipanti per additare loro il fallimento, per addebitare alla loro inadeguatezza le colpe e le cause. Uscire di scena con eleganza, vantando di aver maturato esperienza degli eventi ma di non aver potuto nulla contro il “deficit culturale” dei partecipanti, e chi può dubitare che questo sia quanto accade in Campana, non fa parte del clicè folcloristico? Questo naturalmente nonostante le affermazioni di Ganapini prima e di Viale poi delle competenze insospettabili trovate in campo, tra la gente comune nella regione Campania, frutto della necessità che rende acuti i cervelli. Ma si sa l’Italia è il paese dove si afferma tutto ed il contrario di tutto senza tema di smentita.
Che nei partecipanti al Forum possa essere presente un qualche deficit culturale è possibile. Come tutti anche i partecipanti al Forum presentano carenze cognitive ed inadeguatezze . Ma certamente nessuna delle carenze cognitive e delle inadeguatezze dei partecipanti al Forum ne ha determinato il fallimento, esso ha purtroppo altre e certamente più gravi ragioni, che vanno ricercate nel clima stagnante ed asfittico che vive la nostra Regione, oggi.
Le ragioni del fallimento del Forum vanno ricercate nell’allinearsi della politica locale ai poteri forti; nella sudditanza strisciante e assoluta nei confronti di coloro che detengono il potere che comandano e decidono, fino alla rinuncia alle proprie posizioni e all’espressione del proprio pensiero.
Vanno ricercate nella sfiducia mortifera di un imprenditoria campana che là dove non è concussa vive senza alcuna speranza nel cambiamento, nell’investimento e nell’innovazione, timorosa della politica che teme a sua volta i poteri forti dell’economia.
Naturalmente in questo quadro ci sono delle eccezioni, che abbiamo in questa eccezionale esperienza avuto modo di conoscere ed apprezzare, ma non sono in grado per deficit di rappresentanza di fare la differenza qualitativa
Ma questo è il fulcro da cui ripartire, per riprendere o cominciare i lavori del Forum.
Se riusciremo intorno a questo processo a convogliare le forze vitali che pur ci sono d un imprenditoria campana, interessata a guardare oltre i giochi già chiusi da altri, e che in accordo con le direttive europee e con le più moderne scelte imprenditoriali vogliano provare a tirar fuori proposte compatibili con le risorse del territorio; se dei rappresentanti delle istituzioni, politici virtuosi e coraggiosi, pronti ad un vero confronto con la politica e l’economia reale, si faranno avanti potremo continuare.
Il terremoto istituzionale locale e quello dell’assetto economico mondiale paradossalmente ci possono essere di aiuto, poiché gli smottamenti liberano energie nuove, portano alla luce quello che era in ombra, quello che era sotto, viene sopra.
Meglio essere accusati di fallimento che essere accusati di connivenza.
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Per quanto attiene gli obbiettivi che il Forum si era dato : favorire la raccolta differenziata, si è subito registrata l’esigenza di concentrare l’attenzione oltre la gestione del ciclo, all’impiantistica, poiché chi non lo sapeva lo ha in breve saputo: la raccolta differenziata senza un adeguata impiantistica di supporto è mera demagogia.
Se dal Forum ci si aspettava che si adoperasse per diffondere il sentimento civico della raccolta differenziata tra la popolazione, nelle scuole e nelle parrocchie, nei centri sociali e nelle piazze, è cosa che i movimenti di base che si adoperano da anni in questo settore già fanno e hanno fatto, e ne è dimostrazione il fatto che ovunque la raccolta è partita si è realizzata ad altissimi livelli da subito. ( si valuta la partecipazione della popolazione non l’effettivo risultato di gestione).
Il problema non è la popolazione.
Il problema è che il ciclo dei rifiuti è un processo industriale e come ogni processo industriale necessita di un piano industriale che si basi sulla conoscenza del territorio e dei flussi, della tipologia del prodotto, della domanda e dell’offerta; che preveda opportuna impiantistica; che si adoperi per il recupero dello scarto; che abbia conoscenza della rete locale di raccolta e smaltimento; conoscenza degli itinerari per favorire il percorso di filiera più breve; delle aziende per il riciclo e il riuso, che opportunamente le sostenga ed incentivi. Se tutto ciò non avviene la raccolta differenziata è solo uno spot, si ferma. Con gravissime ripercussioni “sul sentimento civico” della popolazione che l’ha realizzata con gran zelo, e con fatica certa.
Soprattutto se non ci sono impianti di compostaggio funzionanti, per differenziare l’umido grande vero imputato dell’emergenza rifiuti, che rappresenta oltre il 35% del rifiuto, lo smaltimento dell’umido risulta costosissimo e non sostenibile. Paradossalmente la Campania pur contando oltre dieci impianti nel 2007, piano Panza, registrava un rapporto uguale allo zero di smaltimento dell’umido, perché gli impianti risultano tutti inutilizzati o perché occupati da ecoballe, o perché occupati da fos, o perché discariche governative momentanee o discariche abusive definitive.
Per quanto riguarda la riduzione degli imballaggi più volte componenti diverse del forum si sono interrogate e hanno posto l’attenzione sulle azioni possibili per una riduzione a monte di questo rifiuto che rappresenta il 40% della produzione di rifiuti. Sono state proposte azioni, che solo un amministrazione può prendere, per incentivare il vuoto a rendere, per incentivare la distribuzione alla spina, per ridurre l’uso del monouso nei locali pubblici, per disincentivare l’uso delle buste di plastica, per incentivare l’acqua del rubinetto, con campagne pubblicitarie. E certamente il Forum avrebbe volentieri sostenuto un amministrazione che si fosse mossa in quella direzione.
Il problema della raccolta differenziata è gestionale e impiantistico, ma soprattutto politico.
Dall’analisi del nostro territorio, non possono che scaturire scelte rigorose per il rispetto ambientale della nostra Regione; posizioni queste confortate dalle ultime direttive U.E. 99/2008, in vigore dal 15 dicembre.
Su questa strada il Forum intende proseguire i propri lavori, convogliando al proprio interno tutti i portatori di interessi che non si vogliano sottrarre al comun denominatore del bene comune e del rispetto ambientale; pronti a privilegiare sempre la soluzione a minor impatto, e a valutare il costo sociale e ambientale sempre prime voci di capitolato.
Conscio delle contraddizioni intrinseche, dei limiti fisiologici, dell’utopia di intenti.
Coordinamento Civico Flegreo