Rifiuti, Legambiente e Wwf bocciano le decisioni della Regione
Le due associazioni sono critiche sulla costruzione di nuove discariche e sull'ipotesi di commissariamento e chiedono alla Polverini un cambio di rotta: «Investa in riduzione, riuso e riciclo»
30 June, 2011
Le ultime mosse del presidente della Regione Renata Polverini in tema di rifiuti non convincono le associazioni ambientaliste, che sono molto critiche su diversi punti della decisione esposta nei giorni scorsi dalla governatrice.
Per prima cosa, viene contestata l'intenzione di costruire altre discariche. «Basta discariche, se la Presidente Polverini vuole davvero evitare una nuova Malagrotta l'unica strada è quella di mettere in campo strategie, azioni attuabili e finanziamenti su riduzione, riuso e differenziata, coinvolgendo in un grande confronto pubblico gli amministrazioni, i cittadini, le parti sociali e tutti gli attori, altrimenti ci attende lo stesso percorso di Napoli, con barricate, proroghe e rifiuti per strada», spiega Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio. Delle stesso avviso Vanessa Ranieri, presidente del Wwf regionale: «Il Wwf da anni insiste nel chiedere l’avvio della raccolta differenziata spinta domiciliare in tutta la regione con un modello come quello avviato nel quartiere romano di Colli Aniene e non con il sistema duale di recente adozione che ingenera confusione e porta inevitabilmente a risultati costosi e fallimentari». La situazione più complessa è, secondo Parlati, proprio quella di Roma, «dove l'Ama e il sindaco Alemanno pensano solo a come affossare la differenziata con strampalate raccolte miste che non funzionano affatto e con continui aumenti della tariffa per i cittadini, senza alcun risultato concreto».
Altro punto che non convince Legambiente e Wwf è il commissariamento, annunciato come probabile dalla stessa Polverini. Parlati lo definisce «una vera iattura, come nei dieci anni passati, quando nella Regione Lazio, come in tante altre inutilmente commissariate, si sono visti solo allargamenti di tutte le discariche, deresponsabilizzando le amministrazioni locali». «Purtroppo negli anni trascorsi non si è attuata una politica che, parallelamente allo stato emergenziale, costruisse una corretta gestione dei rifiuti e soprattutto un ciclo virtuoso verso la raccolta differenziata spinta o la Società del riciclaggio e del riuso (come ci chiede la Comunità Europea)», gli fa eco la presidente del Wwf. Che racconta un retroscena significativo: «Proprio il 22 giugno 2010 il Wwf veniva ascoltato dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei Rifiuti nel Lazio, e già in quella sede appariva sempre più palese l’intenzione trasversale, non motivata da esigenze reali, di riportare la Regione Lazio nell’emergenza, così come manifestammo al Presidente Pecorella».
Altre criticità riguardano, secondo le due associazioni, il sistema di trattamento dei rifiuti. In primo luogo, gli impianti di tritovagliatura: «Dal luglio 2010 la Regione chiede di attivare le unità di tritovagliatura a Malagrotta e di far marciare a pieno ritmo gli impianti di trattamento meccanico biologico autorizzati tra il 1999 e il 2002, perché ora dovrebbero funzionare davvero?», chiede Cristina Avenali, direttrice di Legambiente Lazio. Un'altra domanda, ancora senza risposta, arriva dal Wwf: «Se questi siti riceveranno, a dire delle Amministrazioni, rifiuti trattati, la parte putrescente dove andrà a finire, non essendo state predisposte raccolta e strutture?».
Le due associazioni sottolineano che le basi per avviare un sistema di gestione dei rifiuti più virtuoso ci sono: Parlati cita «i primi impianti di compostaggio» e «i Comuni ricicloni in costante aumento». La presidente del Wwf invita la Polverini a cambiare rotta: «Nessuna discarica dovrà essere realizzata nel Lazio venga invece avviata con urgenza la raccolta differenziata domiciliare spinta, realizzati i siti di compostaggio per cui sono stati già stanziati i fondi, ma soprattutto venga indicata immediatamente e con atto formale la reale capacità di Malagrotta: dal 2005 con il Piano di adeguamento della discarica si sarebbe dovuta dichiarare per legge».