La chiusura di Malagrotta sarà gestita da un commissario, probabilmente il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro. Il Consiglio dei ministri ha infatti dichiarato, su richiesta del presidente della Regione Lazio Renata Polverini, lo stato d’emergenza per l’Ottavo colle, «al fine di accelerare le procedure necessarie all’individuazione di un sito per lo smaltimento dei rifiuti dell’area romana, in vista della chiusura programmata della discarica». Non un commissariamento dell’intero sistema dunque, ma comunque di una parte fondamentale: «L’Europa però vuole un segnale chiaro rispetto alla chiusura della discarica - ha spiegato la Polverini - e, quindi, la richiesta che ho fatto al governo, ovviamente dopo averlo consultato, va nella direzione di dare un segnale di serenità e di fermezza rispetto all’ultima delibera di proroga che ho sottoscritto».

Venerdì 22 luglio è stata depositata anche la sentenza del Tar che annulla l’ordinanza con cui il sindaco Gianni Alemanno, in seguito agli accertamenti dell’Arpa, che sollecitava i gestori di Malagrotta ad effettuare interventi di bonifica dell’area. La sentenza cancella il provvedimento che era già stato sospeso in attesa delle analisi tecniche richieste dai giudici, da cui non si discosta, definendole un elaborato «ragionato e condivisibile, a mente del quale le prescrizioni contenute nell’ordinanza del sindaco di Roma, sia pur ispirate da una ragionevole e comprensibile esigenza di salvaguardia ambientale, non sono da ritenere idonee al caso in quanto prive di pratica fattibilità nei termini in cui queste vengono enunciate». E il Tar, accogliendo il ricorso dell’avvocato Manlio Cerroni, proprietario della società che gestisce Malagrotta, contro l’ordinanza del sindaco, aggiunge: «Pur non potendo escludere un effetto indotto dalla discarica sul carico ambientale complessivo, la mancanza di significativi dati fa ritenere che non è possibile allo stato attuale esprimere margini diritti e quantificabili di riconducibilità all'attività espletata dalla discarica di Malagrotta». Cerroni, dunque, per il momento non sarà tenuto a mettere in sicurezza l’area, mentre il Campidoglio fa sapere che «Roma Capitale riproporrà una nuova ordinanza contenente le prescrizioni che la perizia tecnica ritiene fattibili per la sua applicazione». «Lo stesso tribunale ha infatti riconosciuto - prosegue il Campidoglio - che nell’emanare l’ordinanza, che è stata impugnata dalla Giovi srl, questa amministrazione ben opportunamente si è mossa nella direzione della salvaguardia della qualità del territorio e della pubblica salute».

Intanto, continuano le proteste contro l’impianto di smaltimento di Pizzo del Prete, il sito scelto per il post-Malagrotta, dove dovrebbe sorgere anche un inceneritore. Sabato 23 luglio circa 700 persone hanno protestato a Fiumicino, e contro il sito sono già state raccolte da comitati e cittadini a Fiumicino, Cerveteri, Bracciano, Ladispoli e Valcanneto 12.000 firme. E contro la localizzazione della nuova discarica nell’area del comune di Fiumicino è arrivato anche il parere contrario della Soprintendenza ai Beni archeologici dell’Etruria meridionale. Rispondendo a una lettera inviata da alcuni cittadini, gli esperti scrivono che nella zona prescelta esiste una «situazione vincolistica e un elevatissimo rischio archeologico dei terreni».



"Malagrotta, è ancora rebus" - dal Corriere.it del 22.07.2011

"Cdm sui rifiuti: 'Individuare sito dopo Malagrotta'" - da Repubblica.it del 22.07.2011

"Fiumicino, 700 persone in corteo contro la nuova discarica di Pizzo del Prete" - dal Corriere.it del 23.07.2011

"Rifiuti, cresce la protesta per il dopo Malagrotta" - da ilfattoquotidiano.it del 23.07.2011

"'No alla discarica a Pizzo del Prete'sesto sabato di marcia a Fiumicino" - da Repubblica.it del 23.07.2011

"Stato d'emergenza per Malagrotta. Pecoraro nominato commissario" - da Repubblica.it del 23.07.2011