Comuni capoluogo: secondo l'Istat nel 2010 torna a crescere la quantità pro capite di rifiuti urbani
Gli indicatori ambientali urbani, pubblicati dall'Istat il 26 luglio, presentano una novità sorprendente: in controtendenza con altri indicatori, secondo i dati Istat, nel 2010 la produzione di rifiuti urbani pro capite nei 116 comuni capoluogo di provincia è tornata a crescere dell'0,9% (pari a 609,5 kg abitante). L'incremento maggiore nei comuni del Nord-est (+1,8%) e del Centro (+1,6%). Lieve calo al Sud (-0,3%) e Isole (-0,1%)
28 July, 2011
Nel 2010 la raccolta dei rifiuti urbani nei 116 comuni capoluogo di provincia è risultata pari a 609,5 kg per abitante. Dopo tre anni di andamento decrescente nel 2010 i valori pro capite sono tornati a crescere (+0,9%). Nello stesso anno la quota percentuale della raccolta differenziata, sul totale dei rifiuti urbani, è stata pari al 31,7%, in aumento di 1,4 punti percentuali sull’anno precedente.
Con 671 kg per abitante, i comuni capoluogo di provincia del Centro continuano a essere i maggiori produttori di rifiuti urbani. Seguono i comuni del Nord-est con 651 kg, quelli delle Isole (599 kg), quelli del Nord-ovest (558 kg) e i comuni del Sud (554 kg). Nei capoluoghi del Nord-est, del Centro e del Nord-ovest la raccolta dei rifiuti urbani risulta in aumento (rispettivamente dell’1,8%, dell’1,6% e dello 0,5%), mentre in quelli del Sud e delle Isole si registrano lievi riduzioni (pari rispettivamente a -0,3% e -0,1%).
Quantità di rifiuti urbani maggiori di 800 kg per abitante sono raccolte nei comuni di Olbia (1.278,8 kg per abitante), Massa (886,1), Rimini (878,1), Forlì (851,7), Pisa (836,3), Ravenna (818,9), Prato (811,7) e Lucca (808,8). Fra questi, l’unico che registra una diminuzione rispetto al 2009 è Prato (-1,3%). All’opposto, i comuni nei quali si raccolgono meno di 450 kg per abitante sono Lanusei (320,7), Villacidro (368,6), Belluno (404,4), Nuoro (432,1), Potenza (440,6) e Monza (447,7).
Il servizio di raccolta differenziata è ormai presente in tutti i comuni capoluogo di provincia: sono 98 quelli in cui, al 31 dicembre 2010, risulta servita l’intera popolazione residente. La percentuale di raccolta differenziata supera mediamente il 40% nei comuni capoluogo del Nord (47,1% nel Nord-est e 40,1% nel Nord-ovest), è pari al 28,1% nei capoluoghi del Centro e scende al 21,3% al Sud e al 15% nelle Isole. Per tutte le ripartizioni, comunque, si registrano incrementi rispetto al 2009.
Sono 13 i comuni capoluogo di provincia (Pordenone, Novara, Carbonia, Verbania, Salerno, Avellino, Nuoro, Belluno, Oristano, Asti, Tortolì, Rovigo e Trento) che hanno già superato l’obiettivo del 60% di raccolta differenziata che, in base alla normativa, dovrà essere raggiunto entro il 31 dicembre 2011; salgono a 34 quelli che hanno superato il 50% (obiettivo 2009).
I comuni che nel 2010 hanno conseguito incrementi superiori ai 10 punti percentuali rispetto al 2009 sono Carbonia, Teramo, Nuoro, Chieti, Benevento, Ancona e Salerno, dove peraltro è stata
attivata la raccolta porta a porta negli ultimi tre anni.
Enna (1,2), Siracusa (3,0), Messina (5,3), Catania (6,8), Palermo (7,7), Isernia (8,0), Agrigento (8,4), Taranto (8,7), Foggia (9,0), Catanzaro (9,4) e Vibo Valentia (9,8) sono invece i comuni nei quali la percentuale di raccolta differenziata non raggiunge la soglia del 10%; tra questi, sei su 11 sono comuni siciliani. La situazione risulta ancora più grave considerando che in ben sette di questi comuni (Agrigento, Catanzaro, Enna, Isernia, Foggia, Siracusa e Palermo) si registra addirittura una diminuzione rispetto al 2009.
In Campania permane la bassa quota di raccolta differenziata a Napoli (17,7%), mentre gli altri comuni capoluogo campani superano tutti la media nazionale: Salerno 71,0%, Avellino 67,3%, Caserta 46,9% e Benevento 33,9%.
Nel 2010 risulta pressoché invariata la composizione media della raccolta differenziata per il totale dei comuni capoluogo di provincia: il 34% è costituita da carta, il 33,4% da rifiuti verdi, organico e legno, il 12,2% da vetro e l’11,5% dalla voce altro (comprensiva di ingombranti avviati a recupero, RAEE - Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche -, inerti avviati a recupero, rifiuti tessili, ecc.), il 6,1% dalle materie plastiche, il 2,6% dai metalli e lo 0,2% dalla raccolta selettiva di pile esauste, accumulatori al piombo, rifiuti tossici e infiammabili e farmaci.
Nei comuni capoluogo di provincia sono stati raccolti in modo differenziato mediamente 65,7 kg per abitante di carta e cartone (-1,4% rispetto al 2009). Nei comuni del Nord-est tale valore risulta pari a 84 kg per abitante, scende a 77 kg per abitante in quelli del Centro, a 76,7 kg nei capoluoghi del Nord-ovest, a 42,6 kg in quelli del Sud ed è pari ad appena 25,3 kg nelle Isole. Rispetto al 2009 si registrano aumenti in tutte le ripartizioni, a eccezione delle Isole, dove la diminuzione della
raccolta di carta è pari al 7%.
Il comune nel quale si raccolgono le maggiori quantità di carta e cartone è, anche nel 2010, Prato, con 148,3 kg per abitante (-10,3% rispetto al 2009); il comune dove si raccoglie meno carta è
Enna, con appena 3,5 kg per abitante.
Enna risulta anche l’unico comune che nel 2010 non ha raccolto vetro tramite la differenziata, mentre negli altri capoluoghi di provincia si raccolgono mediamente 23,6 kg per abitante di vetro
(+3,4% rispetto al 2009). In questo caso è il Nord-ovest a contribuire maggiormente al dato medio italiano, con 37,5 kg per abitante (+3,5% rispetto al 2009); al Nord-est se ne raccolgono 31,7 kg (+1,2%), al Centro 20,1 kg (+6,6%), nel Sud 11,4 kg (-1,4%) e nelle Isole solo 9,5 kg (+5,3%).
Per le materie plastiche, la cui raccolta differenziata è attiva nel 2010 in tutti i capoluoghi di provincia, la quantità mediamente raccolta è pari a 11,9 kg pro capite. Si passa dai 19 kg dei capoluoghi del Nord-est ai 4,9 kg delle Isole. Rispetto al 2009 si registra un incremento dell’8,7%.
Le quantità di metalli (compreso l’alluminio) raccolti mediamente nei comuni capoluogo di provincia è pari a 4,9 kg per abitante, l’1,6% in più rispetto al 2009. Valori superiori alla media si registrano nei comuni del Nord-est (11,4 kg per abitante), quelli inferiori nei comuni appartenenti alle altre ripartizioni.
Risulta stabile nel tempo la raccolta selettiva dei rifiuti pericolosi, pari a 0,4 kg per abitante, quantitativo pressoché invariato dal 2001.
Nel 2010 la raccolta dei rifiuti verdi, dell’organico e del legno è stata pari a 64,6 kg per abitante, in continua crescita dal 2000: rispetto al 2009 l’incremento è pari a 9,5%. In questo caso si passa dai 121 kg per abitante raccolti nel Nord-est ai 33,8 kg dei capoluoghi delle Isole.
Le altre tipologie di rifiuti raccolte in modo differenziato (ingombranti avviati a recupero, RAEE, rifiuti tessili, inerti avviati a recupero e altro) ammontano a 22,3 kg per abitante, con un incremento nell’ultimo anno del 5,4%.
Nel 2010, nei 12 grandi comuni capoluogo di provincia (quelli con più di 250 mila abitanti) sono stati raccolti mediamente 607,2 kg per abitante di rifiuti urbani, contro i 611,9 kg raccolti negli altri capoluoghi. La percentuale di raccolta differenziata continua a essere superiore nei comuni di piccole dimensioni (37,1%), ben 10,6 punti percentuali in più rispetto ai grandi comuni, dove l’indicatore risulta pari al 26,4%.
I grandi comuni che raccolgono quantità di rifiuti urbani superiori alla media di tutti i capoluogo di provincia (609,5 kg per abitante) sono Catania (751,1 kg per abitante), Venezia (714,6 kg), Firenze (690,2 kg), Roma (666,4 kg) e Bari (626,9 kg).
Verona è l’unico dei grandi comuni che ha raggiunto il 50% di raccolta differenziata; valori superiori al 30% si registrano a Torino (43,3%), Firenze (38,4), Milano (35,9%), Venezia (35,6%) e
Bologna (34,8%). Fanalini di coda rimangono i due grandi comuni capoluogo di provincia della Sicilia, Palermo e Catania, per i quali la raccolta differenziata risulta rispettivamente pari al 7,7% e al 6,8%.
Nei medi e piccoli comuni è più che doppia la quantità di raccolta dei rifiuti organici (89,4 kg per abitante) rispetto a quella registrata nei grandi centri (40,2 kg per abitante), probabilmente grazie alla maggiore diffusione di sistemi di raccolta porta a porta.