Il Comitato Malagrotta al prefetto Pecoraro: «No alla discarica a Testa di Cane»
Il gruppo che da anni si batte per la chiusura dell'invaso più grande d'Europa ha scritto al prefetto di Roma per chiedere un incontro urgente. Le preoccupazioni del Comitato riguardano la possibile apertura di una nuova discarica nell'area di Testa di Cane, situata anch'essa nella Valle Galeria
02 August, 2011
Il Comitato Malagrotta ha chiesto un incontro con il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, a proposito dell'individuazione del sito per la nuova discarica che dovrà consentire la chiusura di Malagrotta. Gli attivisti temono che la scelta possa ricadere sull'invaso di Testa di Cane, nella zona di Massimina, dove nei giorni scorsi sono iniziati dei lavori di impermeabilizzazione che potrebbero preludere all'apertura di una nuova discarica. Una scelta che, secondo il Comitato, sarebbe del tutto inaccettabile, «per l’impossibilità non solo di Testa di Cane, ma dell’intera Valle Galeria, di poter sopportare oltre il carico di un ulteriore utilizzo, anche temporaneo, del territorio come discarica dei rifiuti di Roma».
Di qui la decisione di inviare al prefetto una lettera aperta (vedi allegato), in cui si chiede appunto un incontro urgente con lo stesso Pecoraro e con le autorità competenti, per scongiurare l'apertura di un nuovo sversatoio nell'area di Testa di Cane. L'apertura della discarica in questa zona, si legge nella lettera del Comitato Malagrotta, « andrebbe a gravare sempre sull’area della Valle del Rio Galeria, per la quale il Consiglio Regionale ha anche approvato nel gennaio scorso una speciale mozione che impegna la Giunta a dichiarare tutto il comprensorio “area ad alta criticità ambientale”».
L'iniziativa del Comitato si aggiunge al messaggio inviato alle istituzioni coinvolte dal presidente della commissione per la Sicurezza Urbana del Comune di Roma, Fabrizio Santori, sottolineando «la drammatica situazione ambientale dell'area ovest della Capitale, in termini di inquinamento olfattivo, atmosferico e del sottosuolo, che identifica Valle Galeria e Malagrotta come le zone a maggior rischio ambientale d'Italia».