Malagrotta, non si riduce l'inquinamento
Preoccupazione per la falda acquifera dopo le nuove rilevazioni Arpa nella discarica più vasta d'Europa - dal Corriere.it del 22.09.2011
22 September, 2011
di Paolo Brogi
ROMA - Continuano i picchi superiori ai limiti di legge delle sostanze pericolose nelle falde acquifere di Malagrotta. L’inquinamento fortissimo denunciato un anno fa non è migliorato, anzi. Risulta dunque ancora
E’ questa la sostanza della nuova campagna di rilevazioni appena effettuata dall’Arpa, l’Agenzia regionale di protezione ambientale del Lazio, tutt’intorno alla vasta area della discarica di Malagrotta - la più grande d'Europa - che con i suoi 160 ettari assedia la periferia nord di Roma.
La nuova campagna è ultimata e l’Arpa sta elaborando i dati raccolti attraverso una quarantina di «piezometri», i piccoli pozzi di controllo acquifero che affondano nella parte nord della discarica a 30-40 metri di profondità e in quella sud a una dozzina di metri.
PREOCCUPAZIONE - La raccolta dei nuovi dati ha confermato le preoccupazioni dell’Arpa. «Non è cambiato granché…», dicono all’Arpa. Un nuovo grido d’allarme sarà lanciato nel mese di ottobre e i dati saranno comunicati come in passato – le rilevazioni a Malagrotta sono iniziate nel 2009 – a Comune, Regione, Provincia, Asl Rmd. Le ultime rilevazioni (2010) avevano innescato un’ordinanza del Comune nei confronti della ditta Giovi srl che amministra Malagrotta ma grazie a un ricorso al Tar l’intervento richiesto di bonifica è stato bloccato.
COMITATI: IL PREFETTO CI AIUTI - Intanto i residenti, in attesa di conoscere il nuovo quadro dell’inquinamento acquifero, hanno deciso di rivolgersi al Prefetto: intervenga lui per salvaguardare la pubblica incolumità.. Arsenico, ferro, manganese, zinco, benzene, nichel… Continua la bomba ecologica nascosta nelle acque dei Malagrotta, con un concentrato di sostanze tossiche per la salute umana che un anno fa ha fatto scattare l’allarme dell’Arpa. Drammatici i risultati dei livelli di contaminazione delle acque sotterranee rilevati allora in 22 dei 39 piezometri installati sia all'interno che al di fuori del bacino di drenaggio: l’arsenico duecento volte superiore ai limiti di legge, il ferro 60 volte, il benzene 12. A spiccare erano anche gli “sforamenti” dei valori-limite previsti dalla legge per: ferro (con un record di 15.290 microgrammi/litro e altri quattro valori risultati sopra i 10.000 contro un limite di 200), manganese (con valori sino a 4.650 microgrammi/litro contro i 50 consentiti) e nichel (fino a 820 microgrammi/litro contro il limite di 20).
ARSENICO - In alcuni prelievi, si diceva, l'arsenico aveva fatto registrare valori 200 volte superiori al limite (2.050 microgrammi/litro contro i 10 consentiti) e il benzene un picco di 12 volte superiore al valore di legge che è fissato a 1 microgrammo/litro. Arpa Lazio segnalava anche che «nella maggior parte dei piezometri» era stato rilevata la presenza anche della sostanza di sintesi N-butylbenzensolfonamide, non inserita nella tabella dei composti da tenere sotto controllo ma che risulta comunque tossica. E ora ecco in arrivo i nuovi dati: le prime rilevazioni, secondo quanto ci risulta, mostrano un quadro consolidato di grande inquinamento con decine di valori fuori norma e con picchi di nuovo altissimi.
RIO GALERIA - Nulla è cambiato nella valle del rio Galeria e per le acque sotterranee di tutta la vasta area che registra ai suoi confini anche insediamenti abitativi piuttosto consistenti come quello di Massimina. Un anno fa era stata l’Arpa col suo richiamo alla Giovi a chiedere un check up sugli impianti e sui dati rilevati: «L’Arpa richiede alla società Giovi srl – si leggeva nel rapporto del 9 luglio 2010 – i dati del monitoraggio piezometrico e di qualità delle acque sotterranee del sito…». E ancora: «Si ribadisce la necessità di misure di messa in sicurezza del sito, volte a contenere la diffusione della contaminazione, nonché di successivi interventi di bonifica». I nuovi dati saranno di nuovo accompagnati da raccomandazioni. Finiranno di nuovo al Tar?