Eesc: innalzare il target europeo di riduzione delle emissioni
Lo European economic and social committee, organo consultivo dell'Unione europea, suggerisce di portare al 25% la quota di gas serra da tagliare entro il 2020. Il proposta era già stata vagliata dal Parlamento Ue qualche tempo fa, ma alcuni Stati membri restano contrari
26 September, 2011
Innalzare il target di riduzione delle emissioni di gas serra, portandolo al 25% entro il 2020. A chiederlo alla Commissione europea (dopo che l'Europarlamento aveva bocciato la stessa proposta qualche mese fa) è l'Eesc (European economic and social committee), organo consultivo delle istituzioni comunitarie. Secondo l'Eesc, inasprire l'obiettivo al 2020 potrebbe rappresentare il passo decisivo per raggiungere il target cui l'Ue punta a lungo termine: tagliare le emissioni di una percentuale compresa tra l’80 e il 95% entro il 2050 (rispetto ai livelli del 1990). La road map verso un'economia “carbon neutral” dovrebbe inoltre prevedere altri due step intermedi: -40% nel 2030 e -60% nel 2040. In ogni caso, la tappa più vicina nel tempo dovrebbe essere resa un po' più ambiziosa.
La proposta, però, ha finora incontrato diverse resistenze da parte di alcuni Stati membri, soprattutto a causa dei costi aggiuntivi che l'innalzamento del target determinerebbe. Lo stesso European economic and social committee sostiene che il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei gas serra richiederebbe un investimento complessivo di circa 270 miliardi di euro all’anno per i prossimi 40 anni. Un ruolo fondamentale, nella riuscita del piano, secondo il Comitato, lo avrebbero anche le imprese, che necessitano però di maggiori incentivi ad investire in misure di efficienza energetica. Per quanto riguarda invece il sistema Ets (Emissions trading scheme), ovvero il meccanismo di scambio di quote di emissioni di gas serra tra diversi Paesi, l'Eesc suggerisce alla Commissione europea di utilizzare i proventi per finanziare il passaggio a un'economia a basso tenore di carbonio. Per riuscire nello scopo, ha spiegato lo European economic and social committee, occorrerà inoltre investire in maniera convinta nello sviluppo tecnologico, ma anche l'edilizia rappresenta un settore cruciale per la conversione “verde” dell'economia europea.