Post Malagrotta: i comitati incontrano il commissario Pecoraro
Presentata al prefetto una perizia che prova l'inadeguatezza di Pizzo del Prete e Osteriaccia. Pecoraro ha smentito le voci su Pian dell'Olmo e ha spiegato che analizzerà tutti i siti, escluso Monti dell'Ortaccio. Il 4 ottobre sarà la giornata dedicata alla rete regionale Rifiuti Zero
29 September, 2011
Troppo vicini alla necropoli etrusca di Cerveteri, e quindi inadeguati ad accogliere i rifiuti della Capitale. È questo il succo della perizia, presentata al commissario straordinario per la chiusura di Malagrotta dal Comitato Rifiuti Zero Fiumicino. Un documento che, spiega il presidente Massimo Piras, «abbiamo inviato anche all’Unesco per ottenere una tutela dei siti. E speriamo di ottenerla, visto che il commissario Pecoraro ci ha fatto capire che, con i suoi poteri straordinari, potrebbe aggirare i vincoli archeologici».
Continuano dunque le tensioni sulla scelta del sito per la nuova discarica romana. L’argomento è stato al centro di un incontro, il 29 settembre, tra il commissario e i comitati Rifiuti Zero Fiumicino, Rifiuti Zero Riano e Malagrotta. «Il commissario ci ha chiesto anche se volevamo indicare noi altri siti adeguati, ma ovviamente non abbiamo raccolto la provocazione», continua Piras. Il prefetto però ha smentito categoricamente le voci che davano ormai per certa la realizzazione della discarica provvisoria a Pian dell’Olmo, a Riano, e ha escluso dai siti papabili Monti dell’Ortaccio: «Ha spiegato che gli preme valutare l’adeguatezza di tutti siti, eccetto Monti dell’Ortaccio, senza però escluderne altri non acora presi in considerazione. Probabilmente Pian dell’Olmo, di proprietà di Cerroni, non risulterà adatto, perché su quel terreno c’è già un’altra attività, anche se è una situazione ancora poco chiara».
Il commissario, spiega Piras, ha anche comunicato la sua intenzione di costruire un nuovo impianto di selezione dei rifiuti. Mentre in merito ad altre scelte sulla gestione dei rifiuti, «ha puntualizzato che non spettano a lui. Stiamo assistendo a un continuo rimpallo di responsabilità».
I comitati, in una lettera consegnata al commissario, hanno anche chiesto «il ripristino della legalità, visto che Roma è ferma sotto il 20% di raccolta differenziata e non ha impianti di preselezione adeguati al totale di 1,5 milioni di tonnellate/anno prodotte». Altra richiesta a Pecoraro riguarda l’emissione di «una ordinanza che imponga all’Ama Spa di procedere alla redazione di un “Piano straordinario di raccolta differenziata domiciliare”, che potrebbe se attuato subito portare Roma a fine 2012 intorno al 40-50%, che riteniamo sia l’unica azione utile a risolvere il problema rifiuti a Roma oltre alla apertura di nuove “Malagrotta” specie in Comuni limitrofi che stanno avviando od hanno già avviato la raccolta differenziata porta a porta». Il prefetto, però, spiega Piras, «ci ha solo promesso che manderà una lettera all’azienda per caldeggiare un aumento dei livelli di raccolta differenziata». Un atto ufficiale, certo, ma assolutamente non vincolante per l’azienda.
Il 4 ottobre sarà per il comitato di Fiumicino una giornata dedicata alla strategia Rifiuti Zero: la mattina sono infatti stati convocati dalla Commissione ambiente del Consiglio regionale i firmatari della proposta di “Legge rifiuti zero per un ciclo rifiuti alternativo”, presentata dall’associazione Non bruciamoci il futuro, di cui parte l’esame di merito. Nel pomeriggio, alle ore 17, si terrà a Ladispoli un incontro tra il professor Paul Connet, ideatore della strategia Zero Waste e portavoce di Gaia (Global anti-incinerator alliance), i rappresentanti della Provioncia e i sindaci dei Comuni, per dar vita a una rete regionale Rifiuti Zero.