Malagrotta, chiusura in arrivo. Polverini: «Non oltre il 31 dicembre»
Pecoraro, nelle vesti di commissario alla chiusura della discarica, esclude la soluzione di Monte dell'Ortaccio - dal Corriere.it del 30.09.2011
30 September, 2011
di Alessandro Fulloni
ROMA - Il conto alla rovescia per la chiusura di Malagrotta prosegue inesorabile. Con una certezza, emersa giovedì 29. Arriva dalla governatrice Polverini, secondo cui «oltre il 31 dicembre proroghe non sono più possibili». Insomma: scavallato il 2011, per l’Ottavo Colle dovrebbe scattare davvero la fine delle attività di raccolta della spazzatura proveniente dalla Capitale, Fiumicino, Ciampino e Città del Vaticano. Nel frattempo nei comuni che potrebbero ospitare, in via temporanea, il nuovo sito di raccolta, tira aria di rivolta.
RIANO, «STATO D’EMERGENZA» - A Riano il sindaco Marinella Ricceri (centrosinistra) ha proclamato «lo stato di emergenza» e si dice «pronta alle barricate». Ancora più pesante la situazione a Fiumicino che potrebbe accogliere, stavolta a titolo definitivo, la discarica chiamata a sostituire Malagrotta.
FIUMICINO, DIMISSIONI DI CANAPINI - Qui il sindaco Canapini (centrodestra) è dimissionario, contestato da una frangia del Pdl che lo accusa di aver concordato con la Regione l’individuazione del nuovo sito. Addebiti che Canapini rispedisce al mittente: «Nessun accordo sottobanco: la posizione della giunta e del consiglio era nota, fissata nel 2008 da una delibera che prevedeva un confronto con la cittadinanza».
RICORSO CONTRO LA NOMINA DEL COMMISSARIO - E mentre in Prefettura si susseguono tavoli tecnici ed incontri per sciogliere il nodo del post-Malagrotta entro ottobre, in Regione i Verdi annunciano la possibilità di un ricorso al Tar contro la nomina dello stesso commissario e in Senato la relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti lancia «l'allarme rosso nel Lazio». E nel giorno della messa in mora Ue di Napoli l'atmosfera si surriscalda anche a Roma. L'individuazione del nuovo sito appare come una vera e propria corsa contro il tempo per scongiurare un'ennesima proroga per Malagrotta.
IL PREFETTO: NO A MONTI DELL'ORTACCIO - Giovedì il prefetto Pecoraro, nelle vesti di commissario alla chiusura della discarica, ha incontrato i comitati cittadini di Malagrotta. A quanto riferisce Andrea Cavola, rappresentante del Coordinamento Rifiuti Zero del Lazio, perde colpi l'ipotesi di Monte dell'Ortaccio come discarica provvisoria alternativa. Lo stesso prefetto avrebbe «escluso ufficialmente questa soluzione, per via della vicinanza alla mega discarica in via di chiusura. Ci ha detto inoltre che entro la fine di ottobre, con il supporto dei suoi tecnici, individuerà un sito provvisorio alternativo a Malagrotta, tra i sette - Pian dell’Olmo (a Roma, ma ai confini con Riano), Pizzo del Prete-Le Macchiozze (a Fiumicino, indicato come preferenziale), ma anche Corcolle (Roma), Monti dell’Ortaccio (Roma), Castel Romano-Quartaccio (Roma), Osteriaccia (Fiumicino), Quadro Alto (Riano), ndr - .che gli sono stati indicati. L'unica soluzione che ha ufficialmente escluso è Monti dell'Ortaccio».
POLVERINI: NESSUNA PROROGA - «Oltre il 31 dicembre non è più possibile fare proroghe» ha detto appunto la governatrice Renata Polverini, ma, intanto, a tre mesi dall'annunciata chiusura di Malagrotta manca ancora qualsiasi indicazione ufficiale per l'alternativa. «Siamo determinati ad andare avanti - assicura ancora Polverini - parleremo con le comunità coinvolte dal piano e cercheremo di far comprendere loro che tutto quello che facciamo non è contro nessuno, ma è nell'interesse di tutti».
IL PD: «SIAMO FUORI TEMPO MASSIMO» - L’opposizione nel frattempo attacca. «Per scongiurare il rischio emergenza rifiuti non sono sufficienti le dichiarazioni - replica il capogruppo del Pd in Campidoglio Umberto Marroni -. Ad oggi siamo ben oltre i tempi limite di sicurezza». Tra le altre ipotesi per la nuova discarica ci sono anche Allumiere e Monti dell'Ortaccio, un terreno adiacente a Malagrotta.
ZONA A «RISCHIO SEVESO» - Sarebbe questa la soluzione più a portata di mano per il commissario, ma anche la più controversa politicamente per l'eccessiva vicinanza alla mega-discarica, a una raffineria e a depositi di carburante: tutto in una zona dichiarata a «rischio-Seveso», dove non potrebbero sorgere nuova attività dalle pesanti ricadute ambientali. Quanto alla proprietà del sito potrebbe non cambiare affatto: sia le cave di Riano, sia Monti dell'Ortaccio appartengono allo stesso proprietario di Malagrotta, il magnate dei rifiuti Manlio Cerroni.