Dall'Appio all'Aurelio molti cittadini criticano il sistema duale
da Ilmessaggero.it del 02.10.2011
03 October, 2011
di Luca Monaco
ROMA - «La differenziata? Guardi che schifo», commenta un pensionato dell’Aurelio, indicando i raccoglitori della carta circondati da sacchetti maleodoranti: «Sembra Napoli all’epoca dell’emergenza rifiuti». E invece siamo a Roma, in via Giacinto De Vecchi Pieralice, una traversa di via Baldo degli Ubaldi, nel VIII Municipio, dove nonostante i nuovi orari della raccolta dell’umido, la differenziata non è mai decollata.
Come del resto anche all’altro capo della città, nella zona di viale Furio Camillo (nel IX Municipio): li lavoratori e pensionati non riescono a raggiungere i furgoni mobili dell’Ama che dal lunedì al venerdì stazionano all’altezza dei civici 56 c (dalle 6,30 alle 8), 101 (dalle 8 alle 10) e vicino la fermata della metro, all’altezza del civico 23 (dalle 10 alle 11,30). La spazzatura giace in strada nonostante nel fine settimana l’orario di raccolta sia esteso dalle 7 alle 12.
Nel XX Municipio, invece, la raccolta differenziata funziona ancora con il vecchio sistema, ed è sufficiente una passeggiata di pochi minuti in via di Vigna Stelluti e piazza Jacini, per osservare montagne di rifiuti svettare dai cassonetti, sostituiti di recente e in molti casi già orfani degli sportelli.
«Davvero dovrei andarla a buttare la mattina?», domanda Imelda Santos, una colf filippina di 45 anni che ieri pomeriggio si accingeva ad infilare il sacchetto dell’umido nel raccoglitore per la carta su via Baldo degli Ubaldi. Sulla strada infatti vige la raccolta differenziata «duale», ossia gli abitanti ai civici pari dovrebbero consegnare ogni giorno i sacchetti dell’indifferenziata ai tre punti mobili di raccolta fermi lungo la strada dalle 6,30 alle 11 del mattino, mentre i residenti ai civici dispari dispongono ancora dei cassonetti sotto i portoni.
Eppure «non sempre si riesce a rispettare gli orari - assicura Gianni Paolopoli, un pensionato di 65 anni - così chi abita ai civici pari lascia la spazzatura vicino ai cassonetti della carta, anche a me è capitata spesso», ammette indicando la montagna di sacchetti intorno ai contenitori per la carta di fronte al civico 384.
«Qui è sempre peggio - attacca Monica Betti, un impiegata di 47 anni in via Furio Camillo - lavoro, accompagno i figli a scuola: e chi ce la fa a raggiungere i punti di raccolta. Per fortuna che sull’Appia ci sono ancora i cassonetti. Stracolmi, ma ci sono».