Ecosistema Scuola, vince Trento. Ma le scuole italiane non sono sostenibili
Pubblicato da Legambiente il rapporto annuale (dati 2010) su sostenibilità e sicurezza degli edifici scolastici. La situazione generale sembra peggiorata rispetto agli anni precedenti, soprattutto nelle regioni del sud. Trento premiata su Verbania e Prato
20 October, 2011
È Trento ad aggiudicarsi il primo posto nella classifica di Ecosistema Scuola, la ricerca annuale (vedi allegato) di Legambiente sulla qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado dei Comuni capoluogo di Provincia. Seguono Verbania, Prato, Reggio Emilia, Pordenone, Asti, Parma, Biella, Piacenza e Terni. Con Piacenza per la prima volta nella top ten. All’indagine di Legambiente, che intende restituire una fotografia degli investimenti degli enti locali per la sostenibilità e la sicurezza degli edifici scolastici, hanno partecipato 91 Comuni. I dati presentati sono relativi al 2010 e sono stati raccolti tramite questionario. Pochi, nel complesso, i passi in avanti rispetto agli anni precedenti.
“Non si riesce a uscire dall’emergenza - commenta Vanessa Pallucchi, responsabile Legambiente Scuola e Formazione - Gli enti locali, strozzati fra il patto di stabilità e il mancato trasferimento di fondi dallo Stato, non riescono più a stanziare sufficienti finanziamenti per la manutenzione delle scuole e il livello di qualità dei servizi scolastici, come mette in evidenza il nostro rapporto”. Resta aperto, dunque, il nodo aperto della messa in sicurezza delle scuole, ma anche sul fronte della sostenibilità il giudizio non è eccezionale. Da sottolineare, soprattutto, il divario tra nord e sud dello Stivale: Benevento (21°) e Lecce (22°) sono le prime città del sud in graduatoria mentre Olbia (32°) è la prima tra quelle delle isole.
Trento conquista il podio grazie ai buoni risultati conseguiti da parte di tutti gli edifici scolastici per il possesso dei certificati di collaudo statico, agibilità, agibilità igienico-sanitaria, impianti elettrici a norma, porte antipanico e requisiti di accessibilità. Sicurezza ma anche misure a favore della sostenibilità: il 30% degli edifici è servito da pedibus; il 74% dispone di piste ciclabili nelle aree circostanti; la raccolta differenziata viene praticata in tutte le scuole; tutte le mense scolastiche sono dotate di cucina interna e utilizzano posate riutilizzabili; nel 19% degli edifici sono installati impianti di energia rinnovabile.
Nel resto d'Italia, purtroppo, cala l'adozione di pratiche ecocompatibili. La presenza di prodotti biologici nei pasti rimane ferma al 52,38% ma diminuiscono la somministrazione di pasti interamente biologici (5,92%) e le cucine interne alle scuole (21,53%). In una scuola su tre non viene distribuita acqua di rubinetto nelle mense. In flessione anche il dato sulla presenza di giardini nelle aree antistanti le scuole e quello sulle strutture per lo sport, presenti nel 52,09% degli edifici scolastici. Il servizio di scuolabus è in decrescita costante, con il 32,57% degli edifici serviti, e quello del pedibus non si sposta dal 5,03%. Nuovo, rispetto alle indagini precedenti, il dato sugli edifici raggiungibili da piste ciclabili che si attesta al 9,45% evidenziando una netta frattura tra le regioni del nord, al 16,29%, e quelle del sud che non indicano edifici raggiungibili da piste ciclabili.
Il rapporto, infine, introduce anche per la prima volta i parametri sulla localizzazione delle scuole in isole pedonali (1,14%), ZTL (5,07%) e all’interno di parchi urbani (1,62%). Cresce, in compenso, l’utilizzo di fonti d’illuminazione a basso consumo (65,98%) e quello sull’impiego di fonti rinnovabili (11,56%). Un fronte, quest’ultimo, che vede il Veneto, la Puglia, la Toscana e il Friuli Venezia Giulia con risultati ben al di sopra della media e la Basilicata e il Molise in coda con un dato dichiarato pari a zero. Costante il dato sulla raccolta differenziata, con la carta al 74,97%, la plastica al 64,34% e il vetro al 54,18%. Dei 91 Comuni che hanno partecipato all’indagine, Massa, Oristano, Novara, Roma e Siracusa hanno inviato dati incompleti (inferiori al 50%) e per questo non sono stati inseriti in graduatoria.