Navigli, ogni anno 240 quintali di rifiuti
da Il Corriere della Sera del 21 ottobre 2011
21 October, 2011
di Armando Stella
La vie d’acqua che portano all’Expo sono intasate di rifiuti. Una discarica di plastica, sacchi, taniche e bottiglie si è incagliata sotto un ponticello del Pavese; cumuli d’immondizia e scarichi di fogna sono trascinati dal flusso del Lambro meridionale e vomitati all’incrocio tra via della Chiesa Rossa e via Boffalora, dove Milano galleggia sul fango e i gabbiani volteggiano sinistri; i volontari di Legambiente hanno appena ripescato dalla Martesana 25 copertoni d’auto, un carrello da supermercato e una biciclettina Bmx, color ruggine, quattordici chili di peso. Tutto fa brodo, purtroppo. Solo gli operatori del Consorzio Est Ticino-Villoresi, nelle fasi di rastrellamento e pulizia dei fondali, in questo 2011, hanno recuperato oltre 240 quintali di rifiuti. Un’enormità. Il Comune, di fronte allo scempio, non può che richiamare i milanesi all’educazione civica e appellarsi alle associazioni: «Ci aiutino a restituire decoro e dignità alla Milano d’acqua».
È alla deriva, questa Milano. Il Consorzio Villoresi ha ricevuto l’incarico di progettare il canale di adacquamento del sito Expo 2015 e studiare il collegamento al Naviglio Grande — opere d’alta ingegneria idraulica— ma è costretta a una battaglia di retroguardia. Raschia i canali e stocca i rifiuti: «La pulizia — fa i conti il presidente Alessandro Folli — costa circa 150 mila euro». I battelli «Leonardo », in questa stagione di asciutta, lavorano da trebbiatrici: tagliano alghe e raccolgono spazzatura. Lo scempio, nei mesi di piena, resta invece aggrappato alle griglie di Bereguardo e Giussago: «Noi siamo al servizio degli agricoltori — denunciano i tecnici — non di chi sporca e dei bar che utilizzano i canali come discarica». Nascerà qui, in questa Milano di scarto, ideato dall’Associazione Amici dei Navigli e finanziato dalla Fondazione Cariplo, l’Istituto internazionale dei canali storici: «Dal confronto con gli altri Paesi deriverà una maggiore consapevolezza del valore culturale dei Navigli».
Sì, ma oggi? Il degrado ridicolizza la storia della città, copre di vergogna le vie d’acqua usate per trasportare il marmo del Duomo e infanga il genio di Leonardo (i disegni di una chiusa sono nel Codice atlantico). Empio Malara, 79 anni, architetto e urbanista, è il presidente degli Amici: «La Darsena deve tornare ad essere il porto storico di Milano, il rilancio dei Navigli passa anzitutto da un investimento sulle potenzialità turistiche della rete ». E, poi, dalla riscoperta dei tratti sepolti (la Conca di Viarenna) e abbandonati (la Conca delle Gabelle in San Marco): «I progetti ci sono, li abbiamo regalati al Comune». I soldi, forse. Il Consorzio, per dire, ha chiuso il 2010 con 2,9 milioni di euro di «avanzo di cassa». Qualcosa, magari, potrebbe rientrare tra le manutenzioni straordinarie.
«La situazione dei Navigli è drammatica», si rammarica Marina Varriano, portavoce del Comitato dei residenti: «Le balaustre sulle sponde vengono usate come tavolini. I ragazzi gettano nell’acqua bottiglie e bicchieri. E i gestori dei locali occupano abusivamente il Pavese con i barconi: quei soldi, persi dal Comune, potrebbero essere utilizzati per la ristrutturazione degli argini e la pulizia dei fondali ». Franco Beccari è il coordinatore cittadino dei circoli di Legambiente: «Solo interventi puntuali e costanti scoraggiano gli incivili». L’assessore all’Ambiente, Pierfrancesco Maran, condivide l’impostazione: «Valutiamo accordi di collaborazione con le associazioni di quartiere ». In Darsena, in via Chiesa Rossa, a Greco, in via Padova, ovunque i rifiuti vengono sversati e finiscono per marcire.