Ravello: "Lo studio dell'Arpa dimostra che le domeniche a piedi non servono"
Uno studio commissionato dalla Regione all'Arpa simula l'effetto delle domeniche a piedi: "non si osservano riduzioni rilevanti delle concentrazioni di PM10 e NO2". Legambiente: "Non è possibile continuare a fare opposizione contro le domeniche a piedi senza passare però a proposte davvero coraggiose e tempestive". Intanto Vercelli conferma le sue 6 domeniche ecologiche
03 November, 2011
Le domeniche a piedi servono a migliorare la qualità dell'aria? L'annoso dibattito sull'utilità degli stop domenicali al traffico come misura anti-smog ha tenuto banco ieri durante l'incontro tenutosi tra gli assessori all'Ambiente della Regione Piemonte, della Provincia e del Comune di Torino, che doveva servire a tracciare una linea comune tra i diversi enti per migliorare la qualità dell'aria, a partire dall'area metropolitana torinese.
Durante l'incontro sono stati presentati i risultati della prima analisi di scenario elaborata dall'Arpa Piemonte su richiesta della Regione, su un ipotetico provvedimento di chiusura del traffico veicolare domenicale in tutti i capoluoghi di provincia e nell’agglomerato torinese e sugli effetti che questa misura potrebbe avere sulle concentrazioni di PM10 e biossido di azoto.
Lo scenario di base preso in esame per l'applicazione del provvedimento è stato il mese di gennaio 2005, in quanto indicato come anno di riferimento dalla vigente normativa comunitaria e nazionale per il rispetto dei limiti del PM10. Il provvedimento ipotizzato prevede nel suo complesso misure poco realistiche, in quanto molto forti e finora mai applicate nella gestione del traffico urbano, in particolare l'applicazione del blocco del traffico a tutte le 24 ore delle 5 domeniche del mese, e nessuna deroga (ad eccezione dei veicoli elettrici, a GPL o a metano), neanche per i veicoli "non ecologici" del trasporto pubblico.
I risultati dello studio, si legge nella relazione dell'ARPA, "dimostrano che non si osservano riduzioni rilevanti delle concentrazioni medie mensili di particolato (PM10) e di biossido di azoto (NO2). I valori di riduzione per il particolato risultano di poco superiori ai 3 mg/m3 a fronte di valori osservati a Torino nello stesso periodo superiori agli 80 mg/m3; allo stesso modo le concentrazioni di biossido di azoto si riducono al massimo di 2 mg/m3 a fronte di valori registrati superiori ai 75 mg/m3. Per quanto riguarda i superamenti della media giornaliera di PM10, il provvedimento ipotizzato determina in una sola delle 5 domeniche del mese (2 gennaio 2005) e limitatamente ad alcuni comuni dell’area metropolitana il mancato superamento del valore limite giornaliero (osservato nello scenario base), mentre sul resto del territorio regionale e nella città di Torino non si ha alcuna riduzione del numero di superamenti".
L’Assessore regionale all’Ambiente Roberto Ravello, che anche nel suo precedente mandato da consigliere comunale a Torino aveva più volte criticato i blocchi al traffico, ha dichiarato: "i risultati del lavoro presentato quest’oggi confermano quanto sostenuto in questi anni rispetto alla scarsa efficacia dei provvedimenti di blocco del traffico privato. La sfida che intendiamo cogliere consiste nell’utilizzare questo strumento particolarmente innovativo per considerare altri possibili scenari, valutando, così, ex ante gli effetti dei provvedimenti volti ad intervenire sulla riduzione delle emissioni inquinanti".
L'utilità delle analisi di scenario è stato condiviso anche dagli assessori Ronco e Lavolta e la Regione sembra intenzionata ad affidare all'ARPA nuovi studi rispetto a disposizioni come l’introduzione del lavaggio delle strade e l’utilizzo di combustibili a minor impatto ambientale.
"Siamo soddisfatti -ha infine aggiunto Ravello- del livello e della qualità del confronto con le Istituzioni torinesi e, condividendo la necessità di favorire un coordinamento tra Enti le cui azioni possono avere effetti sulla qualità dell’aria, riteniamo necessario avviare una verifica puntuale dello stato di attuazione di tutte le misure già previste dai piani regionali ed in capo alle amministrazioni locali".
Una verifica che, dopo la "bocciatura" degli stop domenicali al traffico, potrebbe partire da Vercelli dove, appena due settimane fa, la Giunta comunale ha deliberato un piano anti-smog che prevede, tra le diverse misure, anche le tanto contestate domeniche del pedone.
L'esito del tavolo di confronto tra Regione, Provincia e Comune di Torino, ha innescato immediatamente il disappunto di Legambiente: “Non è possibile continuare a fare opposizione contro le domeniche a piedi senza passare però a proposte davvero coraggiose e tempestive. La politica deve passare dalle parole ai fatti –ha dichiarato Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta- Nessuna azione è risolutiva se non inserita in un piano complessivo di miglioramento della mobilità urbana che privilegi i pedoni, le bici, i bus e i tram e che disincentivi l'uso del mezzo privato in città. A fronte di una situazione così allarmante viene difficile pensare di eliminare quel poco che le istituzioni hanno saputo metter in campo fino ad ora: abbandonare le domeniche a piedi vuol dire trascurare il carattere formativo di sensibilizzazione intrinseco di queste iniziative".
Legambiente ha inoltre sottolineato come i dati riferiti agli sforamenti per il PM10 a Torino segnano nel 2011 una preoccupante inversione di rotta rispetto al lieve miglioramento degli ultimi anni: la centralina Grassi registra dal 1 gennaio al 25 ottobre (ultimo dato pubblicato) ben 108 giorni di superamento del limite rispetto agli 87 giorni registrati nello stesso periodo dello scorso anno. Anche la centralina della Consolata registra al 19 ottobre (ultimo dato registrato) 78 sforamenti rispetto ai 69 dello stesso periodo del 2010.