Cosa dice davvero il dossier Arpa sulle domeniche a piedi?
Per l'assessore Ravello l'analisi "conferma la scarsa efficacia dei provvedimenti di blocco del traffico privato". Rileggendo però la relazione tecnica dell'Arpa emerge che nel Torinese le domeniche di stop al traffico permetterebbero una riduzione di PM10 e biossidi di azoto tra il 30 e il 40%
04 November, 2011
"I risultati del lavoro presentato dall'Arpa Piemonte confermano quanto sostenuto in questi anni rispetto alla scarsa efficacia dei provvedimenti di blocco del traffico privato". Questa la lettura data dall'assessore regionale all'Ambiente Roberto Ravello ai risultati dell'analisi di scenario commissionata all'agenzia regionale su un ipotetico provvedimento di chiusura del traffico veicolare domenicale in tutti i capoluoghi di provincia piemontesi e nell’agglomerato torinese e sugli effetti che questa misura potrebbe avere sulle concentrazioni di PM10 e biossido di azoto.
Ma è possibile guardare i dati elaborati dell'Arpa da una prospettiva diversa? Noi proviamo a farlo per verificare se è davvero irrilevante la riduzione degli inquinanti stimata dallo studio.
Se, come ha calcolato l'Arpa, nel gennaio 2005 si fosse bloccato il traffico tutte le domeniche (5 giorni complessivi) nell'area sottoposta ad indagine, le riduzioni più rilevanti per il PM10 e l'NO2 si sarebbero registrate nell'area torinese.
A fronte di valori medi mensili che nel gennaio 2005 a Torino variavano per il PM10 tra gli 81 mg/mc della centralina di piazza Rivoli e i 108 mg/mc di via Gaidano, e per il biossido di azoto dai 75 mg/mc della stazione Lingotto ai 108 mg/mc di piazza Rivoli, la riduzione massima per il PM10 nell’area torinese sarebbe stata di un valore di poco superiore ai 3 mg/mc di media mensile e dell’ordine di 1,5-2,0 mg/mc nel caso dell'NO2.
Oltre ad aver stimato la variazione dei valori medi mensili, l'Arpa ha calcolato, gli effetti del provvedimento di blocco del traffico sulle singole domeniche a piedi.
"Per quanto riguarda le concentrazioni medie giornaliere di particolato -si legge nella relazione tecnica dell'Arpa- i risultati mostrano che le riduzioni più rilevanti sono localizzate nell’agglomerato urbano di Torino, dove raggiungono, in corrispondenza delle domeniche interessate dal provvedimento, valori anche consistenti, in percentuale compresi tra il 30% ed il 40% delle concentrazioni dello scenario base".
Riduzione consistente di cui avrebbe beneficiato il respiro dei torinesi ma comunque non sufficiente per far riportare la qualità dell'aria di Torino sotto i limiti di legge. "Tuttavia, dati gli alti valori delle concentrazioni medie giornaliere dello scenario base -si legge ancora nella relazione Arpa- in una sola delle 5 domeniche del mese (2 gennaio 2005) e limitatamente ad alcuni comuni dell’area metropolitana il provvedimento ipotizzato determina il mancato superamento del valore limite giornaliero (osservato nello scenario base). Sul resto del territorio regionale e nella città di Torino non si osserva alcuna riduzione del numero di superamenti del valore limite giornaliero".