l'Italia verso le smart cities, un percorso a ostacoli
Si apre a Roma Sostenibilità energetica, la due giorni dedicata alle città sostenibili. I progetti ci sono, ma mancano normative certe e capacità di pianificazione
10 November, 2011
Si è aperta a Roma Sostenibilità energetica, la due giorni dedicata a città più sostenibili. Pur nell’incertezza totale causata dalle vicende politiche di questi giorni, la strada verso città smart e verdi appare tracciata, anche se tra mille difficoltà.
In una tavola rotonda sul tema, si presentano progetti e si discute dei limiti italiani. All’Enea, per esempio, spiega l’architetto Claudia Meloni, si sta studiando «un modello in cui si utilizza l’illuminazione pubblica come network a cui appoggiare altri servizi, come il monitoraggio del traffico e della mobilità, o la misurazione della qualità dell’aria o, ancora, dei consumi degli edifici». Tramite sensori posizionati sui lampioni, in modo da rendere la città «un insieme di reti interconnesse». Alcune sperimentazioni per città più intelligenti, racconta Giada Maio (Area Ambiente dell’Anci), sono già partite in alcune zone urbane, sviluppate dall’Ibm, ma è difficile oggi pensare a un’estensione di servizi simili su grandi estensioni. Problema di soldi? Non solo. «Le risorse sono poche, ma sono in tanti rivoli che si possono raccogliere insieme per un progetto unico. Piuttosto, mancano negli enti locali le competenze e gli strumenti per la pianificazione a lungo termine». Sul versante invece dei singoli cittadini, sottolinea Guido Pesaro, responsabile nazionale della Cna impianti, «per investire c’è bisogno di certezze». Cna ha creato il marchio green per garantire ai consumatori aziende preparate nel settore dell’efficienza energetica e delle rinnovabili. Un passo importante , che però, dal punto di vista degli artigiani, dovrebbe accompagnarsi, per esempio, a detrazioni certe per il futuro. Per quanto riguarda invece gli incentivi per il settore fotovoltaico, Andrea Brumgnach di Gifi approfitta dell’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa: «Non vediamo l’ora di non ricevere più gli incentivi - esordisce -, perché questo vorrà dire che si è raggiunta la grid parity. E comunque non si è trattato di un sussidio fine a se stesso, ma piuttosto di aiuti per creare un volano in tempi brevi, e incrementare un abbattimento dei costi che è ancora in corso». Su tutto, anche gli imprenditori del fotovoltaico chiedono certezze: «Quest’anno la normativa è cambiata sette volte. Scherzando, dico sempre che non è un settore per cardiopatici».