Mongolia, iceberg giganti raffredderanno la capitale durante l'estate
Al via, ad Ulan Bator, un progetto che punta a realizzare blocchi di ghiaccio spessi 7 metri sulla superficie del fiume Tuul Gol. I grossi ghiaccioli saranno usati come regolatori della temperatura e riserva di acqua durante i torridi mesi estivi
16 November, 2011
Sembra una storia di Zio Paperone, e invece è realtà: il governo della Mongolia ha deciso di utilizzare dei giganteschi iceberg per raffreddare la capitale Ulan Bator nei caldi mesi estivi, sperando in questo modo di ridurre il consumo di elettricità e di migliorare la disponibilità idrica. Il progetto, del costo di oltre mezzo milione di euro, prevede che venga ispessito artificialmente lo strato di ghiaccio invernale che si forma naturalmente sulla superficie del fiume Tuul Gol, che attraversa la città. Lo scopo è quello di permettere alla lastra gelata di “sopravvivere” fino all'estate, quando, sciogliendosi lentamente nel fiume, agirà da regolatore della temperatura atmosferica e fornirà preziose riserve di acqua potabile e irrigua.
Per riuscire nell'impresa, sarà utilizzato un sistema ideato dalla società di ingegneria Ecosin collaborazione con la britannica Emi. Il progetto prevede la foratura artificiale in più punti della crosta ghiacciata che si forma sul fiume nei rigidi inverni mongoli, in modo da permettere all'acqua liquida che scorre al di sotto di emergere in superficie e, durante la notte, congelarsi a sua volta. In questo modo, si formeranno strati di ghiaccio sovrapposti, che aumenteranno lo spessore dei grandi iceberg. Secondo i tecnici, infatti, per garantire la durata del lastrone per tutta l'estate occorre che il ghiaccio raggiunga uno spessore di almeno 7 metri. Dalla loro, gli operatori della Ecosin hanno le temperature polari che si raggiungono durante l'inverno a Ulan Bator, con punte fino ai -30 gradi centigradi. Anche la scarsa densità abitativa dovrebbe rendere le cose relativamente più semplici, permettendo di spostare senza troppi intralci i giganteschi ghiaccioli da zone più periferiche alle prossimità della capitale a seconda delle esigenze. Se l'esperimento dovesse avere successo, giurano gli esperti, potrebbe essere replicato in altre città della Mongolia.
Non solo. C'è addirittura chi ipotizza di usare la stessa tecnica per ripristinare i ghiacci polari assottigliati dal riscaldamento globale. «Tutti sono preoccupati per lo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari, ma nessuno ha ancora trovato una soluzione ecologica e a buon mercato – commenta Robin Grayson, un geologo che vive e lavora in Mongolia - Se sai come manipolarli, i grandi scudi di ghiaccio possono riparare il permafrost e permettere di realizzare “parchi del freddo” in città». Perché funzioni, però, questo processo deve essere avviato in località dove l'estate è molto calda e d'inverno le temperature si mantengono per almeno un paio di mesi tra i -5 e i -20 gradi centigradi.
L'idea, in ogni caso, appare piuttosto fantasiosa, ma in passato una tecnica simile è già stata usata dalla Corea del Nord e dalla Russia, anche se per scopi rispettivamente militari ed energetici. Nel primo caso, i blocchi di ghiaccio sono stati utilizzati per consentire l'attraversamento dei fiumi da parte dei mezzi corazzati, mentre i russi li hanno usati come supporto di strutture per prospezioni petrolifere.