Bari, nuove tecnologie e illuminazione pubblica. Intervista all'energy manager Pasquale Capezzuto
Dall’orologio astronomico al telecontrollo puntuale tramite pc di ogni palo di illuminazione pubblica, dalle lampade al sodio ad alta efficienza ai semafori a led. Queste alcune delle tecnologie che l’Energy manager del comune di Bari, Pasquale Capezzuto ha illustrato in una intervista a Eco dalle Città
16 November, 2011
Prima mattina. Gli uffici sono in piena attività. Dopo una breve attesa vengo accolto dall’ingegnere Capezzuto, Energy manager del comune di Bari.
Buongiorno ingegnere. Può spiegare qual è, specificamente, il ruolo di un Energy Manager?
L’Energy Manager, figura istituita dalla legge 10 del 1991, si occupa della contabilizzazione dei consumi energetici di un ente. Il comune di Bari, ad esempio, avendo dei consumi che superano le tabelle previste dalla norma, è stato obbligato a dotarsi di tale figura. E così, nel 95, sono stato nominato. In senso lato, l'Energy Manager si occupa della gestione dell’energia nell'ambito del patrimonio comunale, ma anche nel territorio comunale; ha quindi due valenze, una interna, di tipo pubblicistico, ed una esterna, di tipo privatistico, che arriva ad occuparsi del patrimonio privato.
Orienta perciò le scelte riguardanti i consumi energetici e quindi la loro razionalizzazione?
Non solo. Ci occupiamo dell’ottimizzazione di tutti i contratti di fornitura, dell’energia elettrica e del servizio idrico integrato delle sedi comunali. Promuoviamo, ad esempio, azioni di razionalizzazione dei consumi sulla pubblica illuminazione, che è generalmente, in molte città, tra i settori più energivori, ma anche molti altri strumenti di politica energetica.
Quali, ad esempio?
Citerei innanzitutto il Piano Energetico Ambientale comunale, adottato già nel 2006, che contiene le linee guida della politica energetica del comune. Il piano, già attuato per la gran parte, contiene una novità della politica energetica, e cioè l’adesione recentissima del comune di Bari al “Patto dei sindaci”, un’iniziativa comunitaria ad adesione volontaria da parte delle città e che prevede la predisposizione di un PAES (piano di azione per l’energia sostenibile) contenente tutte le misure di politica energetica della città 2020.
In aggiunta, ancora, tra gli obiettivi che l’amministrazione si è posta, c’è l’adesione al programma Smart City, ancora più ambizioso del patto dei sindaci.
Può spiegare meglio questo passaggio? Qual'è il collegamento tra il patto dei sindaci al progetto Smart city?
Diciamo che il patto dei sindaci è una fase propedeutica, nel senso che se la città (ma non è più il nostro caso, perchè è stato di recente approvato) non ha un piano di azione per l’energia sostenibile (PAES) non può aspirare ad essere una Smart city. Questo è tra l’altro un concetto ancora molto fluido e variamente definito. Gli atti ufficiali al riguardo sono quelli della comunità europea, quindi la Fol e soprattutto le comunicazioni della commissione.
Per quanto riguarda l’illuminazione pubblica (I.P.), lei ha parlato del PAES e quindi di efficientamento energetico e del conseguente obiettivo di riduzione di emissioni di CO2. L’I.P. partecipa alla quantità di CO2 prodotta in totale dal settore building per il 1,6%, all’incirca 10.707 t/anno di CO2. Come commenta questo dato?
L’I.P., è un importante settore, e noi abbiamo iniziato a razionalizzarlo da tempo. Già le due precedenti amministrazioni avevano avviato il programma di riqualificazione energetica. Abbiamo ristrutturato la gran parte degli impianti e oggi l’84% del nostro parco di lampade (che poi sono quelle al sodio) è ad alta efficienza.
Inoltre abbiamo installato 131 regolatori di flusso luminoso notturno, apparecchiature che permettono di risparmiare energia e consentono nello stesso tempo il rispetto poi della normativa sull’attenuazione del flusso luminoso notturno. Naturalmente il progetto prevede di essere completato, e cioè l’installazione dei regolatori di flusso sull’intero parco di pubblica illuminazione, che da questo punto di vista, dunque, è già razionalizzata.
Aggiungo un elemento. Secondo la classifica considerato un campione di 68 città italiane Bari è quattordicesima per l'efficientamento energetico dell’illuminazione pubblica. Insomma è ai piani alti, prima di Milano, Torino, Verbania, che è addirittura ultima. Anche per quanto riguarda il sud italia è tra le prime. Come lo spiega?
Noi non abbiamo aderito a questo progetto. Probabilmente l?enea ha calcolato i dati in autonomia. Comunque, il risparmio energetico nella pubblica illuminazione lo ottieni dalle sorgenti, dai regolatori di flusso, e, terza opzione, con il telecontrollo, che permette un ulteriore risparmio energetico grazie proprio al controllo dell’attenuazione notturna. Sono tre step. Il comune di Bari ha già fatto i primi due (il secondo da completare) e il telecontrollo è l'ulteriore passo, che ha tra l’altro il grossissimo vantaggio di ridurre molto i costi di manutenzione. Questo elemento è di per sé positivo per le casse comunali, ma anche migliora un servizio, quello della pubblica illuminazione, che qui a Bari è un servizio "di punta", alla cui qualità i cittadini tengono molto.
Invece il il sistema attualmente in usi è quello dell’interruttore crepuscolare?
No. Noi abbiamo diversi sistemi, tra cui l’orologio astronomico, che è molto più sofisticato del crepuscolare, grazie ad un programma di accensione che si basa sui dati meteorologici della città, quindi è molto perfezionato e funziona benissimo.
Perciò il telecontrollo mira ad una ancora maggiore precisione, nonche ad un puntuale monitoraggio?
Certo. Si pensi alla questione delle lampade spente. Attualmente c’è una ronda dell’impresa di manutenzione che gira e rileva le lampade spente, ma soprattutto ci sono le segnalazioni dei cittadini attraverso il call center. Il telecontrollo permette invece di rilevare l'informazione automaticamente da un centro di controllo sul computer, segnalare il rpblema alla ditta di manutenzione e consentire il ripristino. La qualità del servizio è così molto elevata.
Quanto si prevede di risparmiare, sia in termini economici che in termini di consumo energetico?
I dati forniti indicano un risparmio del 30%, in termini di consumo e quindi in termini monetari, ma certo sono da verificare. Non abbiamo ancora, infatti, dati di esercizio. Al 2010 i consumi per la pubblica illuminazione sono pari a 20.402.673 kWh annui, il 55,2% del totale. La sperimentazione di questo impianto-tipo per un mese circa può dare già delle indicazioni, ma il dato reale verrà successivamente, quando sarà fatta una gara e se ne prevedrà l’installazione nell’intera città. La provincia di Bergamo lo ha già istituito da parecchio, noi lo abbiamo anche visitato. C’erano dei buoni risparmi, quindi da questo punto di vista siamo fiduciosi.
E per quanto riguarda la tecnologia led? A che livelli di sperimentazione si è giunti?
Il led fornisce un grosso risparmio energetico, ma siamo molto cauti perché è necessario investire su tecnologie mature. Non possiamo permetterci di trasformare l’intero parco con una tecnologia che può creare dei problemi. Quando sarà matura, quando avremo dati certi, quando soprattutto si supereranno alcune problematiche che la normativa riteniamo ancora presenti, allora estenderemo questa tecnologia, che tra l'altro ora abbiamo anche per alcune zone.
I semafori a led ci sono a già?
Il settore mobilità, che si occupa dei semafori, ha già sostituito parecchie lampade ed è previsto un project financing per la sostituzione globale. Per i semafori, infatti, il led è una delle tecnologie migliori, visto che determina un'efficienza luminosa enorme e fortissimi risparmi (80%), visto che il semaforo è acceso in continuazione.
A quanti lumen corrispondebbe il risparmio?
È un dato molto tecnico, devo contattare l'ufficio settori Trasporti e mobilità urbana. Dobbiamo fare il confronto tra i lumen della lampada tradizionale e quelli del led. Una lanterna a led ha una potenza di solo 8 Watt ( se dimmerabile di notte anche 4W!) rispetto ai 70W di una lampadina tradizionale. I consumi annui che arrivano fino a 80 kWh rispetto agli 876 kWh della tradizionale.
Per quanto riguarda i nostri dati di consumo si puo' dire che un impianto che abbiamo gia' modificato e' passato da 1000 kWh mensili a 250 kWh annui. AL moemnto abbiamo sostituito 36 lanterne a led su 259 totali.
Bari ha redatto il Piano regolatore dell’Illuminazione Comunale (PRIC), o è in fase di elaborazione?
No, non siamo particolarmente favorevoli a questo piano, è un piano molto complesso, perché richiede di rilevare tutte le caratteristiche dell’illuminazione cittadina. È molto dispendioso e alla fine il vantaggio dovrebbe essere quello di fornire delle linee guida per l'esterno. Bisogna stabilire, ad esempio, che nel centro storico va installata una certa tipologia di apparecchi illuminanti, nel centro murattiano un’altra, cioè fare una pianificazione dello sviluppo del privato, che non è una cosa semplice.
Tra l’altro una simile pianificazione si basa molto su dati storici, ambientali, paesaggistici, poiché la scelta del tipo di sorgente e di apparecchio dipende, appunto, dal paesaggio, dal contesto architettonico, etc. Sarebbe una strada molto complicata, che non penso per ora sia praticabile.
Per quanto riguarda il regolamento sull’inquinamento luminoso?
C’è la legge regionale n.15 del 2005, con il suo regolamento di attuazione, che però, devo dire nella città di Bari è poco rispettata. Noi, come amministrazione pubblica, la rispettiamo, ma il privato fa un po' come vuole.
Può fare un esempio?
I faretti che vengono messi ad illuminare le facciate di parecchi edifici, spesso apprezzabili dal punto di vista architettonico (e anzi io sono molto favorevole a questo tipo di illuminazione), per l'attuale legge regionale non potrebbero essere installati. Anche i proiettori dei negozi sparano lumen in eccesso… L’inquinamento luminoso è sempre frutto di una cattiva progettazione dell’impianto, che determina una grande dispersione del flusso luminoso, è questo il concetto fondamentale. Non esiste ancora la figura del progettista, benché la legge regionale abbia, tra i suoi aspetti fondamentali, proprio quello progettuale.
Tornando al telecontrollo, Bari è tra le poche città che se ne stanno dotando. Ci sono delle novità sul bando di gara?
Hanno partecipato numerose ditte, stiamo per aprire le buste. Non posso dirle altro. Però sul telecontrollo vorrei aggiungere un elemento che reputo sia importante.
Mi dica, lo metterò volentieri in evidenza
Il telecontrollo non consiste nello spegnimento delle luci al passaggio delle automobili. Questa cosa è scorretta e normativamente vietata, eppure l’ho letta anche in report di grossi enti.
C’è una questione di sicurezza?
Si, e non solo quella stradale, ma soprattutto quella degli utenti, i pedoni. Il telecontrollo agisce sull’attenuazione del flusso luminoso nelle ore in cui non serve e lo si fa in maniera ottimale, cioè graduale, secondo quanto previsto dalla norma. Il sistema di spegnere una luce su due, che è ancora in uso nella nostra città vecchia, non è a norma purtroppo. Il risparmio energetico è una qualità, la sicurezza invece è un obbligo.