Napoli vuole ridurre i suoi rifiuti. Il testo del dossier
Presentato a Napoli il dossier "Napoli vuole ridurre i suoi rifiuti", realizzato da Eco dalle Città in collaborazione con l'associazione Terra Futura, nell'ambito della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti. Il documento censisce le iniziative napoletane per prevenire la produzione di spazzatura. A cominciare dall'ordinanza comunale che vieta l'uso di bicchieri e posate usa e getta nelle mense scolastiche cittadine. Il testo del dossier
22 November, 2011
In occasione della terza edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, in programma dal 19 al 27 novembre 2011, la testata digitale Eco dalle Città organizzano, in collaborazione con l'associazione Terra Futura, un momento di confronto e informazione sulle prospettive di riduzione dei rifiuti nella città di Napoli. Il presente dossier rappresenta proprio una raccolta di iniziative adottate a Napoli da Enti Locali, associazioni, commercianti e privati cittadini per favorire la prevenzione della produzione di rifiuti.
La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti è una campagna di comunicazione ambientale promossa nell'ambito del Programma LIFE+ della Commissione Europea con l’obiettivo di sensibilizzare le Istituzioni, i consumatori e tutti gli altri stakeholder circa le strategie e le politiche di prevenzione dei rifiuti messe in atto dall’Unione Europea, che anche gli Stati membri devono perseguire. Il riferimento, in particolare, è alla nuova Direttiva in materia di gestione rifiuti (98/2008 CE), che individua la prevenzione e il riuso ai primi due posti della gerarchia gestionale. È opinione del legislatore comunitario, evidentemente, che la migliore pratica di gestione dei rifiuti consiste nel non generarli, perché i benefici ottenibili in questo modo - in termini di riduzione di estrazione di risorse, consumo energetico, emissioni di gas serra e altri impatti ambientali - superano di gran lunga i vantaggi provenienti dal riciclaggio.
Terra Futura
L'associazione Terra Futura è costituita da un gruppo di persone che si sono incontrate nell’aprile 2008, durante le interminabili giornate che si sono susseguite da quando - esattamente il 2 maggio 2008 – l'invaso di Chiaiano, più precisamente la cava detta “Del poligono”, fu individuata come una delle discariche che avrebbero consentito, secondo i piani governativi, la soluzione della cosiddetta emergenza rifiuti campana. Un incontro che ha cambiato la vita di quelle persone, la loro consapevolezza di essere cittadini del proprio territorio è aumentata sempre di più, parallelamente alla presa di coscienza che solo loro, cittadini, avrebbero potuto invertire la rotta, iniziando dalla vita quotidiana. Anche grazie all'attività associativa è stato possibile comprendere appieno che i rifiuti campani rappresentano l’immagine riflessa e distorta di un modello di sviluppo totalmente insostenibile e autodistruttivo; rappresentano le “condizioni climatiche alterate” che lo sviluppo ad ogni costo, la crescita infinita, il mito compiutamente artificiale e artificioso del Prodotto Interno Lordo, hanno creato e creano ogni giorno.
La munnezza, come diciamo a Napoli, rappresenta macigni da rimuovere per poterci dare un futuro che parli di benessere e qualità della vita.
Dall’esperienza maturata “sul campo” e dagli studi sulle possibili alternative ad un piano industriale totalmente fallimentare, sia dal punto di vista economico che sociale, sia dal punto di vista della devastazione ed avvelenamento del territorio, è nata nei membri di Terra Futura una riflessione sul concetto di rifiuto come “risorsa”, e quindi un ragionamento su come impostare la nostra vita quotidiana per ridurre la produzione di rifiuti e per vivere secondo pratiche di vita che siano sostenibili per il nostro unico pianeta Terra. Su come lavorare, in altri termini, per una Terra Futura che sia molto diversa da quella che ci è stata consegnata e che viene quotidianamente offesa dall’idiozia dell’uomo.
Eco dalle Città
Eco dalle Città è una testata giornalistica digitale nata nel febbraio 2002, con l’intento di colmare l'esistente lacuna informativa relativa all’ambiente urbano, alle politiche in campo ambientale degli Enti Locali, alla mobilità sostenibile, alla gestione dei rifiuti e alla sostenibilità energetica. All'edizione nazionale si affiancano diverse sezioni locali dedicate alle principali città italiane, inclusa una pagina interamente incentrata sulle notizie da Napoli.
Questo documento punta a descrivere, anche con l’ausilio di un video, le iniziative in corso nella città di Napoli per promuovere la riduzione dei rifiuti a monte. La raccolta comprende misure varate dall’Amministrazione comunale, ma anche campagne e progetti messi in atto da associazioni, commercianti e privati cittadini.
INIZIATIVE DEL COMUNE DI NAPOLI
Iniziamo con una breve cronistoria delle più recenti ordinanze e delibere del Comune di Napoli finalizzate alla riduzione dei rifiuti, inclusi i provvedimenti varati dall’ultima giunta Iervolino:
1) Delibera n. 1775 del 29/10/2010: “Azioni connesse all'entrata in vigore dal 1 gennaio 2011 del divieto di distribuire ai consumatori per l'asporto delle merci sacchetti (cosiddetti "shopper") non biodegradabili che non rispondano ai criteri fissati dalla normativa comunitaria e proposta al Consiglio di introduzione del relativo sistema sanzionatorio”.
(...) È di primario interesse del comune di Napoli, anche in ragione della particolare situazione che la città vive in tema di smaltimento di rifiuti, che a partire dal 10 gennaio 2011 non vengano distribuiti più sul territorio cittadino sacchi per l'asporto che non siano biodegradabili (…)
(...) Recependo i criteri della normativa europea e nazionale, l'articolo 4, comma l, del Regolamento comunale per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti prevede che il comune di Napoli adotta iniziative dirette a favorire, in via prioritario, lo prevenzione e la riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti" (…)
(…) La città di Napoli si impegna a favorire la riduzione dello smaltimento finale dei rifiuti attraverso il reimpiego ed il riciclaggio (…)
(...) Dar corso ad ogni azione nei confronti delle categorie commerciali interessate e dei consumatori per comunicare che dal 10 gennaio 2011 vigerà il divieto per gli esercizi commerciali, artigianali e di somministrazione alimenti e bevande, esercenti attività in sede fissa o su area pubblica, nonché per i produttori agricoli che effettuano l'attività di vendita al dettaglio sui mercati cittadini, di distribuire, a titolo gratuito o a titolo oneroso, ai consumatori per l'asporto delle merci, sacchetti (cosiddetti "shopper") non biodegradabili che non rispondano ai criteri fissati dalla normativa comunitaria e dalle norme tecniche approvate a livello comunitario (...)”
La delibera ha introdotto il divieto di utilizzo dei sacchetti di plastica non biodegradabile per gli esercizi commerciali e per gli esercenti, in recepimento della normativa nazionale in materia.
2) Delibera n. 1893 del 24/11/2010: “Azioni connesse alla necessità di ridurre la quantità di rifiuti”
(…) “Il Consiglio comunale ha approvato con deliberazione n. 5 del 6 marzo 2008 il piano per l'implementazione e il rilancio della raccolta differenziata; tale piano si fonda su due principi ispiratori: la riduzione dei rifiuti e il recupero della frazione recuperabile (…)
(…) Per quanto riguarda invece la riduzione dei rifiuti il detto piano contiene una serie di possibili misure, in linea con quelle adottate nelle principali città europee, che non sono state ancora pienamente esplicitate, anche per la emergenza rifiuti che endemicamente colpisce il Comune di Napoli per la mancanza di adeguati siti o impianti di conferimento (…)
(…) Occorre attivare un tavolo tecnico di concertazione con tutti i soggetti interessati composto da:
direzione centrale Sviluppo commerciale
dipartimento Ambiente
dipartimento Comunicazione istituzionale e immagine
Asia Napoli spa
associazioni di categoria interessate
e presieduto dal sindaco o suo delegato, allo scopo di giungere entro la data del 10 gennaio 2011 a emanare provvedimenti finalizzati a ridurre in modo strutturale la quantità di rifiuti da trattare, come:
prevedere in ogni esercizio commerciale della grande distribuzione l’installazione di attrezzature per la riduzione volumetrica (pressa per gli imballaggi in cartone)
definitiva messa al bando dei sacchetti in plastica non biodegradabile
realizzazione in ognj punto vendita della grande distribuzione di apposite attrezzature per la vendita di prodotti alla spina, sia alimentari che per l'igiene personale e della casa
introduzione del sistema del vuoto a rendere per tutti i confezionamenti in vetro
divieto di vendita di stoviglie monouso in plastica non biodegradabile (posate, piatti, bicchieri, ect.)
introduzione di imballaggi in plastica biodegradabile o riutilizzabili e di prodotti certificati come derivati da processo produttivo ecologicamente sostenibile attraverso l'etichettatura "Emas" e prodotti ecologicamente sostenibili attraverso l'etichettatura "Ecolabel". (...)
Questo provvedimento impegnava il Comune ed Asia all’attivazione di un tavolo tecnico con le associazioni di categoria interessate, al fine di promuovere, entro il 10 gennaio 2011, diverse azioni per la riduzione a monte dei rifiuti, come la vendita dei prodotti alla spina, l’introduzione del sistema del vuoto a rendere per il vetro, il divieto di vendita del monouso in plastica non biodegradabile, l introduzione di imballaggi in plastica biodegradabile, etc. La delibera, però, è rimasta sostanzialmente inapplicata, dal momento che il tavolo tecnico non è stato istituito.
3) Ordinanza Sindacale n. 756 dell'11/05/2011: “Disposizioni per ridurre le conseguenze dell'emergenza rifiuti”
(...) “Ordina agli esercenti attività commerciali di grande distribuzione o al dettaglio di depositare gli imballaggi di carta e cartone, opportunamente ripiegati e legati, esclusivamente nelle immediate vicinanze dell'esercizio commerciale, a giorni alterni secondo il calendario e gli orari comunicati dall' ASIA Napoli S.p.A. alle associazioni di categoria; nei giorni in cui non è previsto il prelievo detti imballaggi devono essere conservati nei locali commerciali;
agli esercenti attività di vendita di prodotti alimentari di vendere esclusivamente prodotti vegetali defoliati;
ai titolari di cantieri edili aperti nel territorio cittadino di utilizzare appositi contenitori per i rifiuti inerti di risulta derivanti dall'attività edilizia;
ai titolari di esercizi pubblici di utilizzare bottiglie di vetro a rendere per la somministrazione di acqua e di altre bevande;
a tutti gli esercenti attività commerciali o pubblici esercizi ed a tutti i responsabili degli uffici pubblici o aperti al pubblico di predisporre nei propri locali contenitori per il conferimento differenziato dei rifiuti (carta, cartone, plastica, metallo), per il conferimento secondo le modalità previste;
a tutti i cittadini di continuare a differenziare i rifiuti secondo le modalità vigenti nella propria zona, conferendo esclusivamente detti rifiuti, differenziati per tipologia, nei contenitori dedicati (stradali O condominiali);
restano confermate tutte le modalità per il conferimento di rifiuti di apparecchiature elettriche e elettroniche come l'obbligo per gli esercenti attività di vendita di provvedere al ritiro di vecchie apparecchiature nel caso di vendita di nuove, mentre, nel caso le apparecchiature stesse non vengano date in cambio al momento dell'acquisto di una nuova. dovranno essere conferite esclusivamente nelle isole ecologiche;
- a tutti i cittadini di depositare i rifiuti indifferenziati negli appositi contenitori dopo le ore 19.00 e fino alle ore 22.00 in buste ben chiuse”. (...)
Si tratta di uno degli ultimi provvedimenti in materia varati dalla Giunta Jervolino, che introduceva, per 30 giorni, l'obbligo per gli uffici pubblici e per i commercianti di differenziare i rifiuti da imballaggio (carta, cartone, plastica e metallo) e il divieto per i titolari di pubblici esercizi di utilizzare stoviglie monouso per la somministrazione di acqua e altre bevande.
4) Delibera n. 739 del 23/06/11: “Disposizioni urgenti per ridurre le conseguenze dell'emergenza rifiuti”.
(...) “Nell’avvio concreto della politica per la riduzione dei rifiuti, fatta di azioni semplici e immediatamente applicabili” (…)
(…) Definizione di un piano operativo per la prevenzione e la riduzione dei rifiuti, dando mandato ai competenti servizi dell’amministrazione in intesa con Asia Napoli Spa di predisporre entro 90 giorni il Piano contenente, sulla base delle esperienze italiane ed europee, tutte le azioni che possano essere applicate positivamente in città (…)
(…) Primi interventi per la riduzione dei rifiuti:
mense scolastiche: stop all’usa e getta e riciclaggio totale (predisposizione del nuovo bando entro luglio)
divieto pubblicità postale non indirizzata
vendita prodotti ortofrutticoli defoliati
incentivazione alla vendita di prodotti sfusi o alla spina
coinvolgimento della grande distribuzione nel recupero di prodotti freschi invenduti prossimi alla data di scadenza
dare mandato all’ARIN di presentare un progetto di almeno 10 beverini-fontane di acqua refrigerata e addizionata di anidride carbonica” (...)
Tra i primi provvedimenti varati dell'Amministrazione De Magistris, la Delibera ha introdotto l’abolizione dell’usa e getta nelle mense scolastiche, il divieto di pubblicità postale non indirizzata, l’incentivazione alla vendita dei prodotti alla spina e un progetto pilota per l’ARIN sull’utilizzo dell’acqua del rubinetto.
5) Ordinanza Sindacale n. 739 del 23/06/11: “Disposizioni urgenti per ridurre le conseguenze dell'emergenza rifiuti” e
6) Ordinanza Sindacale n. 058 del 26/07/11: “Proroga disposizioni urgenti per ridurre le conseguenze dell’emergenza rifiuti”
(…) “Si fa divieto ai titolari di esercizi pubblici di utilizzare contenitori monouso (bicchieri, piatti e posate) e bottiglie di plastica per la somministrazione di cibi, acqua e di altre bevande. Il divieto non si applica alle attività di asporto, ai punti vendita mobili o comunque agli esercizi pubblici in possesso di autorizzazione sanitaria che li obbliga alla somministrazione in contenitori monouso, e agli esercizi commerciali che non prevedono servizio al tavolo tipo self service e in questi casi i contenitori monouso dovranno essere preferibilmente di carta” (…)
(…) “Di distribuire secondo modalità itineranti volantini contenenti pubblicità commerciali e, in occasioni di manifestazioni sportive e di altri manifestazioni pubbliche, volantini ed altro materiale cartaceo, escluso i giornali” …
Queste due Ordinanze confermavano temporaneamente il divieto di utilizzo dell’usa e getta per i pubblici esercizi, e introducono il divieto di volantinaggio in occasione di manifestazioni pubbliche e sportive. Dopo le polemiche seguite alla prima Ordinanza, però, il Comune aveva introdotto alcune eccezioni: il divieto dell'usa e getta non era più applicato alle attività di asporto, ai punti vendita mobili, agli esercizi commerciali che non prevedono servizio al tavolo, tipo self service. L'Amministrazione, in questi casi, consigliava l’uso dei contenitori di carta. Deroghe, inoltre, sono state introdotte per coloro a cui viene imposto il monouso attraverso autorizzazione sanitaria e nei casi dove non è possibile la sanificazione dei contenitori a tutela della salute. Le Ordinanze sono scadute il 23 settembre 2011 e allo stato attuale non risultano rinnovate.
7) Delibera n. 958 del 29/09/11: “Avvio del percorso verso il traguardo dei Rifiuti Zero del 2020”
…. “Di rendere operativo un piano per la prevenzione e riduzione dei rifiuti, contenente, sulla base delle esperienze italiane ed europee, tutte le azioni che possano essere applicate positivamente in città, in particolare:
prevedere in ogni esercizio commerciale della grande distribuzione la installazione di attrezzature per la riduzione volumetrica (presse per gli imballaggi in cartone);
realizzazione in ogni punto vendita della grande distribuzione di apposite attrezzature per la vendita di prodotti alla spina, sia alimentari che per l'igiene personale e della casa;
introduzione del sistema del vuoto a rendere per tutti i confezionamenti in vetro;
incentivo all'uso di stoviglie biodegradabili (posate, piatti, bicchieri, etc);
incentivo all'uso di pannolini lavabili;
introduzione di imballaggi in plastica biodegradabile o riutilizzabile e di prodotti certificati come derivanti da processo produttivo ecologicamente sostenibile attraverso l'etichettatura “Emas” e prodotti ecologicamente sostenibili attraverso l'etichettatura “Ecolabel”;
Di avviare quanto necessario per istituire un sistema tariffario basato sulla effettiva quantità di rifiuti prodotti dalle utenze domestiche e non domestiche.
Di realizzare, nell'ambito della programmazione degli impianti, un centro comunale per la riparazione e il riuso, dove beni durevoli e imballaggi possano essere reimmessi nei cicli di utilizzo, ricorrendo eventualmente anche all'apporto di cooperative sociali e al mondo del volontariato.
Di intraprendere, per quanto riguarda il conferimento della frazione residua dei rifiuti, tutti gli sforzi per minimizzare i flusso di rifiuti (…).
Di istituire l'osservatorio “Verso Rifiuti Zero”, che abbia il compito di monitorare in continuo il percorso verso Rifiuti Zero indicando criticità e soluzioni (…).
Questo provvedimento, che riprende in larga parte gli obiettivi fissati da una Delibera del 2008 (vedi sopra), è stato adottato per formalizzare la recente adesione del Comune di Napoli al network internazionale di città che applicano il protocollo “Rifiuti Zero”.
Queste disposizioni ricalcano in parte il programma elettorale del sindaco Luigi De Magistris, che prevedeva un capitolo dedicato proprio alle politiche per la riduzione a monte dei rifiuti. Ecco cosa scriveva, prima di essere eletto, l'attuale primo cittadino partenopeo:
“Ho affidato ai miei tecnici l’elaborazione di un Piano per la prevenzione e la riduzione dei rifiuti di Napoli, che preveda tutte le migliori pratiche italiane ed europee di prevenzione dei rifiuti.
A titolo esemplificativo, vi dico alcune tra le azioni che vogliamo realizzare:
a) Bevi l'acqua del Sindaco. Pubblicizzazione continua degli indici di qualità dell'acqua di Napoli ed installazione di fontane pubbliche gratuite che dispensino acqua microfiltrata e gassata.I cittadini vi si recheranno con le bottiglie da riempire.
b) Progetto Buon Samaritano. Si tratta di recuperare i prodotti freschi invenduti della distribuzione commerciale che sono ancora consumabili ma che non sono più vendibili per l'approssimarsi della data di scadenza ed indirizzarli verso strutture di assistenza ai bisognosi.
c) Vendita di prodotti alla spina (acqua, olio, vino, semi, pasta, caffè, cibo per animali, detersivi, prodotti per l'igiene etc) - Tutti gli esercizi commerciali che sceglieranno queste modalità di vendita godranno di agevolazioni.
d) Vendita con vuoto a rendere (acqua, olio, vino, detersivi, prodotti per l'igiene etc ) - Tutti gli esercizi commerciali che sceglieranno queste modalità di vendita godranno di agevolazioni. Istalleremo presso i supermercati e gli ipermercati raccoglitori automatici che incentivino i cittadini al deposito di materiale differenziato mediante il rilascio di un buono da spendere presso il supermercato stesso.
e) Porta la sporta. Sostegno al piccolo commercio nell'affrontare il divieto europeo di usare borse in plastica. Le borse in plastica usa e getta hanno fatto dei danni al mare che anche noi napoletani purtroppo vediamo; si tratta di aiutare i piccoli commercianti a passare a borse riusabili o in materiali biodegradabili (carta, plastiche compostabili o stoffa).
f) Basta pubblicità inutile. Ogni napoletano riceve molta pubblicità nella propria buca delle lettere. Ci proponiamo di fornire a tutte le famiglie napoletane un adesivo nel quale indicare la propria volontà a non ricevere più pubblicità postale e tramite ordinanza a rendere divieto inserire pubblicità nelle buche dei cittadini che hanno manifestato tale volontà applicando l’adesivo nei pressi della buca delle lettere.
g) Label di qualità ambientale nel settore turistico. Un marchio di qualità garantito dal Sindaco che contraddistingua le strutture ricettive che scelgono la sostenibilità ambientale e la filiera corta, i prodotti locali e di qualità.
h) Informatizzazione della modulistica tra l’amministrazione e il cittadino.
i) Rispettare le regole. Controllare e sanzionare le violazioni dell’ordinanza sindacale che vieta la distribuzione di shopper in plastica non biodegradabili.
INIZIATIVE DI SENSIBILIZZAZIONE PROMOSSE DA ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE
Il “Decalogo della riduzione” di Legambiente Campania
La sezione regionale di Legambiente ha elaborato una lista di semplici suggerimenti per i cittadini che puntano ad evitare gli sprechi e a favorire la prevenzione a monte della produzione di rifiuti. Ecco l'elenco di “buone prassi” da seguire:
1. Privilegiare la merce sfusa alla merce confezionata.
2. Scegliere detergenti e detersivi ricaricabili (refil) .
2. Usare borse di carta o meglio ancora carrelli e borse di cotone.
4. Preferire il vetro alla plastica.
5. Orientarsi su prodotti imballati semplicemente (non imballaggi dentro imballaggi dentro imballaggi, etc.) .
5. Evitare gli imballaggi fatti di tanti materiali diversi (piú difficili da riciclare) .
7. Preferire le confezioni famiglia alle “monodosi”.
8. Evitare gli usa e getta (ad esempio posate e piatti di plastica, rasoi) .
9. Preferire merci fabbricate con materiali riciclati.
10. Scegliere prodotti concentrati, con confezioni ridotte.
Proposta sul compostaggio domestico
L'Osservatorio sul compostaggio in Campania (compostaggioincampania.blogspot.com) ha redatto una lista di proposte per incentivare il compostaggio domestico nella città di Napoli:
1) Estrapolare da studi e dati già esistenti una mappa georeferenziata del territorio comunale in modo da dividere il territorio in realtà simili.
a) parchi e giardini pubblici
b) ville case o condomini con giardino o cortile interno
c) attività commerciali che producono umido...ecc
e successivamente abbinare ad ogni categoria il metodo di compostaggio più adatto ( cumulo, compostiera ecc);
2) formare risorse umane già esistenti e sottoutilizzati (es. cooperative ex detenuti, operatori dei parchi pubblici ecc);
3) creare in ogni parco una sorta di "casa del compostaggio", utilizzando un angolo del parco per compostare sfalci tritati alternati a strati di verde , usare il concime prodotto nella villa stessa e utilizzare questo spazio per formare e sensibilizzare i cittadini;
4) formare un gruppo di studio che utilizzi e sviluppi un allegato ad un vecchio Piano Regionale Rifiuti (2007) che contiene un "Piano compostaggio domestico in Campania".
INIZIATIVE PROMOSSE DA COMMERCIANTI E GRANDE DISTRIBUZIONE
Detersivi alla spina
Cosa sono i detersivi sfusi alla spina
Si definiscono detersivi alla spina i prodotti per la pulizia della casa e della persona che, a pari o migliori qualità del prodotto omologo venduto con il flacone, vengono venduti senza contenitore, come prodotti sfusi. Il cliente, acquistandoli, risparmia per il minor costo unitario del prodotto e perché non paga più volte il flacone. Inoltre, permettono un significativo beneficio in termini ambientali, perché, oltre a ridurre la produzione dei rifiuti da imballaggio, vengono prodotti con minor spreco di energia e di risorse, e inferiore produzione di gas serra. Comprando detersivi alla spina, in definitiva, si compie un gesto frutto di una scelta ragionata e consapevole che produce un effetto positivo sulla società e sull'ambiente.
Differenze tra detersivi confezionati e detersivi sfusi
Cambia il luogo del confezionamento: nel primo caso, avviene nello stesso sito produttivo, mentre nel secondo c'è un ulteriore passaggio in azienda e poi al punto vendita. Nei detersivi confezionati, il confezionamento prevede l'utilizzo di: flaconi, scatole, pallet per il trasporto, film plastico estensibile. Nei detersivi alla spina si utilizzano solo un tank per il trasporto di svariati litri di prodotto ed il flacone del consumatore; entrambi i contenitori vengono riutilizzati. Si eliminano quindi gli oneri energetici e ambientali dello smaltimento / recupero degli imballaggi
Vantaggi dei detersivi alla spina
Costano meno dei detersivi in flacone, a parità di qualità. Generano meno rifiuti perché non sono imbottigliati, poi inscatolati, poi incellophanati. Diminuiscono il traffico e l'inquinamento atmosferico, perché vengono trasportati in tank, senza interstizi tra un flacone e l'altro, ottimizzando così lo spazio ed il numero di camion necessari al trasporto.
Nel napoletano, diverse sono le realtà dove vengono venduti prodotti alla spina, essenzialmente prodotti per la casa e per l’igiene personale; si contano in totale più di 50 punti vendita di detersivi e prodotti alla spina nella Provincia di Napoli, dei quali almeno 8 nella sola città di Napoli. Una di queste realtà è la bottega “Terra di confine” a Napoli, dove vengono venduti alla spina prodotti biologici per la pulizia della casa e l’igiene, come detersivo per i piatti, per la lavatrice, per la lavastoviglie. I clienti della Bottega hanno da subito accolto con favore l’iniziativa, spinti dalla volontà di ridurre i rifiuti da loro prodotti. Il sistema prevede che ogni persona porti il proprio contenitore da casa, che riempie con il prodotto scelto (liquido per piatti, per lavatrice, ecc.) pagando il quantitativo di prodotto prelevato. Si evita così la produzione delle bottiglie di plastica e relativi imballaggi necessari per la distribuzione tradizionale di tali prodotti.
La coppetta mestruale
La coppetta mestruale è un'alternativa salutare, ecologica, pratica ed economica agli assorbenti.
E' una coppetta in morbido silicone medico chirurgico anallergico; non è trattata con sbiancanti e sostanze chimiche, a differenza degli assorbenti tradizionali, si utilizza in modo simile ad un tampone, ma non ne presenta gli effetti collaterali e non è monouso (dura 10 anni!). Oltre ad essere sicura e confortevole, permette un notevole risparmio economico: il costo di una vita di assorbenti usa e getta va dai 2.500 ai 3.000 euro, se non di più, mentre con la coppetta bastano 25-30 euro circa per 10 anni. Infine, naturalmente, si tratta di un prodotto molto più ecologico: si stima che un assorbente impieghi 500 anni per smaltirsi in discarica ed ogni donna ne usa in una vita circa 12.400. Dove vanno a finire? Molto spesso li ritroviamo a mare, oppure finiscono in discarica (Si calcola che il 5-7% dei rifiuti conferiti in discarica sia composto da pannolini e assorbenti) o in un inceneritore, dove producono ceneri tossiche.
Alcune ragazze di Napoli hanno formato un gruppo di acquisto e di divulgazione delle notizie sulla coppetta mestruale. Si sono organizzate, raccogliendo adesioni anche maschili, per avviare il progetto di acquisto collettivo delle coppette, prima provate con successo e soddisfazione da loro. Successivamente all’acquisto massiccio delle coppette hanno provveduto alla loro vendita, con divulgazione sulla rete di notizie sulla coppetta stessa (www.lacoppetta.it). La vendita sul territorio di Napoli ha raggiunto i 600 pezzi: calcolando le migliaia di assorbenti utilizzati da ogni singola donna nel corso della sua vita fertile, si tratta di numeri ancora “prototipali” ma comunque significativi.
INIZIATIVE PROMOSSE DA ISTITUZIONI ED ENTI PUBBLICI
Scuola materna “Resistenza” di Scampia
Oltre a eliminare l'uso delle stoviglie usa e getta nella mensa, la Scuola dell'infanzia “Resistenza” di Scampia ha avviato dei progetti di educazione al riciclo e alla raccolta differenziata per i bambini. Tutti gli alunni portano da casa le proprie stoviglie: posate, bicchiere e tovagliolo di stoffa. La ditta addetta alla ristorazione porta in contenitori di polistirolo i cibi cotti in vaschette di alluminio (dal prossimo anno verranno sostituite da contenitori e piatti in materiale biodegradabile), che vanno alla raccolta differenziata dopo aver separato l’umido. I bambini che mangiano quotidianamente in mensa sono circa 40, e alla fine del pasto i rifiuti da smaltire sono molto contenuti. Oltre a questo, vengono utilizzate brocche per l’acqua del rubinetto, riducendo la produzione di rifiuti in plastica e carta. All’interno delle classi vengono poi realizzati laboratori di riciclo creativo (utilizzando plastica e carta di riciclo) e sono stati installati contenitori per la differenziata colorati per carta e plastica, mentre i foglietti scarabocchiati dai bambini sono stati raccolti per un anno in appositi contenitori, e verranno riciclati creando dei pupazzi di natale durante le festività. La dimostrazione che, grazie all'impegno di insegnanti volenterose, anche una realtà che opera in un contesto difficile come Scampia, potrebbe essere da esempio per molte scuole non solo campane.
INIZIATIVE PROMOSSE DA PRIVATI
Compostaggio domestico
Quanti tesori in pattumiera
Si stima che quotidianamente ciascuno di noi lasci in eredità all’ambiente circa 300 grammi di scarto alimentare: bucce torsoli, gusci d’uova, fondi di caffè, briciole, scarti di verdura e tante altre cose); in base ad un rapido calcolo risulta dunque che una famiglia di tre persone produce circa 1kg di scarto alimentare al giorno, e dunque 300/400 kg all’anno, corrispondenti a circa 1 metro cubo di materiale organico. Un dato forse sottostimato per una realtà come quella napoletana, dove è ancora piuttosto diffusa l'abitudine della preparazione casalinga dei pasti, e dove la frazione organica raggiunge anche il 35-40% del totale della spazzatura prodotta.
Compostaggio, che passione
Il compostaggio domestico o autocompostaggio è un metodo di valorizzazione dei materiali organici di scarto, che punta a produrre un terriccio organico con proprietà fertilizzanti da impiegare in attività quali la coltivazione dell’orto, dei giardini, delle piante ornamentali da fiore e da foglie etc. Il processo sfrutta il naturale fenomeno di decomposizione della sostanza organica da parte dai microrganismi presenti nel suolo: le componenti meno degradabili rimaste costituiscono l'humus, una vera e propria riserva di nutrimento per le piante. Il processo di compostaggio avviene in presenza di ossigeno, in contatto con l'aria: questa è la garanzia di una buona trasformazione e della mancanza di cattivi odori.
Compost made in Napoli
Nel territorio di Napoli sono in essere diverse iniziative personali di cittadini che utilizzano la compostiera all’aperto, avendo un orto o una piccola zona verde, oppure in balcone (ne esistono sul mercato di taglie differenti). Tra le molte esperienze, abbiamo analizzato in particolare quella di un condominio di corso Vittorio Emanuele, nel quartiere Vomero, dove 60 nuclei familiari stanno portando avanti una sperimentazione di compostaggio “condominiale”. L’idea è venuta ad uno degli inquilini, che ha poi coinvolto il resto della piccola comunità. Il condominio è così riuscito a raggiungere una riduzione superiore al 30-35% dei rifiuti conferiti alla raccolta indifferenziata, non essendo ancora attiva nel loro quartiere la raccolta della frazione umida. Attualmente, tutte le famiglie gettano gli scarti organici nelle due compostiere acquistate con una colletta da parte dei condomini (senza alcun contributo da parte del Comune) e posizionate all’aperto, una presso un’aiuola e l’altra presso lo spazio adiacente alla guardiola esterna. Ogni condomino è stato istruito sul corretto utilizzo della compostiera tramite incontri tenuti dall’organizzatore dell’iniziativa.
Un'altra iniziativa lodevole viene portata avanti dal Parco Sociale Ventaglieri di via Avellino a Tarsia (www.parcosocialeventaglieri.it), dove è stato avviato un progett di compostaggio che prevede anche iniziative didattiche a carattere laboratoriale.
Buone pratiche delle famiglie “virtuose”
Alcune famiglie aderenti all'associazione Terra Futura hanno adottato nella vita quotidiana dei comportamenti sostenibili regole che consentono la riduzione a monte dei rifiuti prodotti dal nucleo familiare:
. non utilizzare, per fare la spesa, sacchetti di plastica, ma borse di stoffa o di iuta; rifiutare borse di plastica dai rivenditori;
. non comprare prodotti “usa e getta” o confezioni in imballaggi e contenitori di difficile smaltimento (Tetrapak etc..)
. preferire e richiedere i contenitori col “vuoto a rendere” e i prodotti sfusi (esempio detersivi, prodotti secchi come cereali, pasta, riso);
. non bere acqua in bottiglia di plastica, ma preferire quella del rubinetto, che è anche più controllata da un punto di vista sanitario;
. utilizzare batterie ricaricabili;
. utilizzare i pannolini lavabili;
. fare il compostaggio domestico;
. produrre il più possibile in casa conserve, marmellate, sughi, succhi di frutta, pane e biscotti;
. non buttare via vestiti e mobili, ma portarli ai mercatini dell’usato e dello scambio (l'associazione ha allestito a Chiaiano mercatini dello scambio e del riutilizzo, nei quali le persone hanno potuto scambiare le proprie cose inutilizzate come giocattoli, vestiti, stoviglie, mobili, ecc);
. utilizzare tovaglioli di stoffa;
. utilizzare bicchieri di vetro anche in ufficio;
. fare pressione su supermercati e altri esercizi commerciali perché riducano gli imballaggi e adottino sistemi di vendita “alla spina” (detersivi, saponi, shampoo, latte);
. fare pressione sugli Amministratori locali perché incentivino la riduzione, il riuso e il riciclaggio dei rifiuti;
. non farsi prendere dalla “malattia del comprare”: prima di ogni acquisto chiedersi “Ne ho proprio bisogno? Ne posso fare a meno? Quante volte lo utilizzerò?”
. ricordarsi che non sono le “cose” che ci rendono felici, ma la famiglia, gli amici, il tempo libero, fare una passeggiata etc…, tutte cose che non costano niente.
Le 6 regole per ridurre la “munnezza”
Concludiamo questa rassegna non esaustiva di buone pratiche e campagne di sensibilizzazione con una iniziativa intrapresa da alcuni cittadini napoletani durante l'estate del 2011, quando, esasperati dall'ennesima crisi della raccolta dei rifiuti, distribuirono nelle strade cittadine un volantino con una serie di consigli per produrre meno rifiuti. «Siamo in guerra – recitava il titolo – e ognuno deve fare la sua parte». Ecco le “regole per prevenire la produzione delle immondizie:
1. Evitare di depositare in strada plastica, carta, alluminio e vetro.
2. Non utilizzare acqua e bibite in bottiglie di plastica e vetro - utilizzare solo acqua pubblica.
3. Accumulare il materiale in casa, quello che non puzza, il più a lungo possibile.
4. Comprare solo alimenti sfusi e non imballati, (verdure, carne, pesce, ecc.).
5. Riducete al minimo la produzione di umido (cucinare solo quello che serve).
6. Utilizzare detersivi alla spina.