Tar rifiuta ricorso di Federlazio e Colari sulla necessità di siti alternativi a Malagrotta
Per i giudici amministrativi, la dichiarazione dello stato di emergenza rifiuti «si fonda su una situazione oggettiva» e al momento «non risultano adottati atti di definitiva localizzazione» per i siti provvisori di smaltimento rifiuti per gestire l'emergenza rifiuti nel Lazio
24 November, 2011
Il Tar del Lazio ha respinto le richieste con le quali il consorzio Colari e Federlazio contestano il decreto che, in relazione alla chiusura della discarica di Malagrotta, indica la necessità di realizzare siti alternativi. Per i giudici amministrativi, la dichiarazione dello stato di emergenza rifiuti «si fonda su una situazione oggettiva» e al momento «non risultano adottati atti di definitiva localizzazione» per i siti provvisori di smaltimento rifiuti per gestire l'emergenza rifiuti nel Lazio.
Nello specifico, Colari contesta il decreto della presidenza del Consiglio dei Ministri del 22 luglio scorso che ha dichiarato lo stato di emergenza rifiuti, la successiva ordinanza recante la necessità di realizzare un sito alternativo per lo smaltimento dei rifiuti e il decreto del Prefetto di Roma (in qualità di Commissario delegato all'emergenza) recante l'individuazione di Corcolle e Quadro Alto a Riano quali siti per le nuove discariche provvisorie post-Malagrotta. Federlazio, in aggiunta, nel suo ricorso contesta anche la nomina del Prefetto Pecoraro a Commissario. Quanto ai poteri del Commissario delegato, per il Tar, «non appare contrastante né con i principi del diritto interno né con quelli del diritto comunitario, l'eventualità che un impianto di discarica venga realizzato da un Ente pubblico». Alla fine i giudici amministrativi rilevano che comunque «allo stato non risultano adottati atti di definitiva localizzazione, autorizzativi e/o ablativi».