Efficienza energetica, ogni giorno sprecata la "miniera del calore"
Durante la terza conferenza annuale sul tema, l'associazione Amici della Terra fa il punto sulla situazione italiana. Gli impianti elettrici, dice l'associazione, dissipano 164 TWh di energia termica, prodotta ma non utilizzata
01 December, 2011
La parola d’ordine è “miniera del calore”, ossia quella quantità di energia termica che ogni giorno si disperde senza essere utilizzata. E’ proprio da qui che bisogna partire, secondo l’associazione Amici della Terra, per aprire, o meglio, allargare, in Italia il dibattito sulle rinnovabili termiche. Argomento che è stato al centro della terza conferenza nazionale sull’efficienza energetica, promossa dall’associazione il 30 novembre e il 1° dicembre. «Bisogna riconoscere questa miniera per capirne l’importanza e utilizzarla», sottolinea la presidente Rosa Filippini.
Strumento essenziale per l’efficienza è la nuova direttiva della Commissione europea, ancora in discussione dopo i ripetuti veti del Consiglio. Un documento che, secondo Filippini, «contiene proposte di grande rilevanza, fra le quali
l'obbligo di cogenerazione ad alto rendimento per i nuovi impianti elettrici e un obbligo analogo per i nuovi stabilimenti produttivi, inclusi gli ammodernamenti sostanziali. Con la terza conferenza, apriamo il dibattito sul recupero del calore anche in Italia, convinti che, proprio su questo argomento, una partecipazione attiva dei nostri rappresentanti alla fase di definizione della nuova normativa europea possa rappresentare grandi opportunità di sviluppo per l'industria italiana». Per evitare che, come si sente dire da molti qui, «altri Paesi decidano per noi, e l’Italia ci rimetta, come è successo altre volte».
Ipotesi che, sottolinea Rosa Fillippini, sarebbe nefasta per il nostro Paese, che «ha "le phisique du role" in questo campo: è sempre ai primi posti al mondo per rendimento medio delle centrali termoelettriche e, più in generale, per bassa intensità energetica (rapporto fra consumi primari di energia e PIL, a parità di potere d'acquisto)». I rendimenti elettrici delle centrali nazionali sopravanzano quelli giapponesi e britannici; sono di 9 punti percentuali superiori agli Stati Uniti, di 11 punti superiori alla Germania, addirittura di 14 punti superiori rispetto a Cina, Polonia e Francia, di ben 20 punti superiori rispetto alla Russia. «Praticamente, le centrali Russe consumano - a parità di risultato - quasi il doppio dell'energia delle nostre. Per ovvie ragioni di scarsità e maggiori costi dell'energia, negli ultimi quarant'anni in Italia si è radicata, nell'industria e nel settore energetico, una grande competenza tecnologica e imprenditoriale che ora è possibile mettere a frutto».
Le potenzialità dell’Italia
Secondo Amici della Terra, in Italia poco più della metà della produzione di elettricità da impianti termoelettrici (112 TWh su un totale di 220 TWh) non si accompagna ad alcuna produzione di calore utile, con relativa dissipazione in ambiente esterno di ingenti quantitativi di calore residuo. Gli impianti privi di recupero del calore rappresentano una potenza installata complessiva di 54.000 MW (su un totale di 78.000 MW) ed hanno un rendimento energetico medio di appena il 40,6% (con una forte variabilità a seconda delle tecnologie di generazione, per cui si va dal 32,5% degli impianti a vapore a condensazione al 51,3% degli impianti a ciclo combinato senza recupero di calore): questo significa che gli impianti nazionali che producono esclusivamente energia elettrica, rilasciando in atmosfera emissioni di CO2, dissipano anche 164 TWh di energia termica (14,1 Milioni di tonnellate equivalenti di petrolio).
Considerando l’insieme di tutti gli impianti nazionali di cogenerazione (24.400 MW di potenza, con una produzione combinata di elettricità per 108 TWh e di calore utile per 56 TWh), il rendimento di primo principio di questi impianti, dato dal rapporto fra l’energia totale fornita (elettrica e termica) e l’energia intrinseca nel combustibile, sale al 59%: anche se un po’ meno rispetto agli impianti non cogenerativi, gli impianti nazionali di cogenerazione sprecano comunque quantità notevoli di energia termica (per il 41% dell’energia immessa). Infatti, non necessariamente gli impianti che effettuano una produzione combinata di energia e calore sono impianti ad alta efficienza energetica.
Ed è proprio questa la “miniera del calore” che andrebbe sfruttata: una ricchezza invisibile che ogni giorno viene sprecata.
"Efficienza energetica fiore all’occhiello del settore cartario italiano" - comunicato stampa Assocarta del 01.12.2011