In Puglia una nuova ecotassa: intervista a Michele Losappio
A fine anno la regione Puglia approverà la nuova ecotassa. Tra le novità: tariffe massime per il conferimento in discarica, indicatori di qualità ancorati alle percentuali di raccolta differenziata, la costituzione di un fondo da reinvestire per i comuni più virtuosi, e l'aumento delle tariffe per i rifiuti speciali a colpire i conferimenti provenienti dalle altre regioni
14 December, 2011
La tassa ambientale sui conferimenti in discarica viene descritta dalla maggior parte degli economisti ambientali (Murray, Tietenberg, Leone, Viale) come la via obbligata per raggiungere alte percentuali di raccolta differenziata e di riciclaggio. Legambiente lo ha dichiarato più volte: vorrebbe, con una norma nazionale, o raddoppiare la tassa a 50€ o eliminare del tutto la soglia massima di 25€.
Entro fine anno la Puglia approverà la nuova ecotassa nel provvedimento "Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2012”. Eco dalle città ha chiesto a Michele Losappio, Componente della I Commissione consiliare ed ex assessore all’Ambiente della Regione Puglia, di fare il punto della situazione sulla nuova ecotassa e sulla riorganizzazione della gestione dei rifiuti (art. 6. Tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi e art. 24, Norme per il governo del ciclo dei rifiuti in attuazione dell'art. 2 comma 186 bis I. 23 dicembre 2009 n. 191 e ulteriori norme per la gestione integrata dei rifiuti).
Consigliere Losappio, come si è giunti a questo provvedimento e come reputa la posizione di Legambiente?
L’obiettivo di Legambiente è quello di eliminare le discariche come metodo di smaltimento dei rifiuti. Per fare questo, il sistema principale, ma non unico, è l’incremento della raccolta differenziata. Un’altra via, che noi in parte stiamo praticando in Puglia, è quella di manipolare la parte di rifiuto indifferenziato e trasformarlo, attraverso un’impiantistica che è presente, dal Salento fino alla Capitanata, in panetti di cdr che poi vengono termovalorizzati. In questo modo noi abbiamo evitato che le nostre criticità si trasformassero in emergenza modello Campania.
Questo fino al 2007, data in cui è stata dichiarata la fine dell’emergenza dei rifiuti. E dopo?
Dopo di che abbiamo provato a spingere sulla raccolta differenziata, che naturalmente richiede il porta a porta e richiede gli impianti di compostaggio, poiché se il comune virtuoso deve percorrere 3-4oo km per portare l’umido perché sia trasformato in compost non è più conveniente, e il cittadino, invece di essere avvantaggiato con una riduzione dell’imposizione fiscale viene svantaggiato, perché la Tarsu aumenta a causa del costo. Perciò l’attuale giunta regionale ha stabilito con un bando la costruzione di alcuni impianti pubblici di compostaggio, esattamente due, uno a Manfredonia e l’altro a Cellamare, che, a mio modesto parere, potrebbero essere anche di più, e ha stabilito con il CIC, il consorzio italiano compostatori, in continuità con quello che era stato fatto dal precedente assessore, un contratto per favorire il ricorso ai compostatori privati a prezzi più abbordabili da parte delle amministrazioni comunali, iniziativa per altro presentata peraltro a Rimini, a Ecomondo. Sono procedure che richiedono anche un po’ di tempo.
Nel frattempo cosa accade?
Allora, nel mentre si sviluppa questa impiantistica o questo ricorso al compostaggio privato, noi operiamo con una legge di bilancio che aumenta l’ecotassa per i comuni non virtuosi e la riduce per quelli virtuosi, dando un lasso di tempo abbondante alle amministrazioni comunali, un anno e mezzo circa.
Certo anche perché i comuni devono aggiornare i regolamenti comunali, e avviare i bandi di gara per la raccolta porta a porta, acquisto di bidoncini, etc etc.
Certamente. Anche i contratti. Perché i vecchi contratti non prevedevano la centralità della raccolta differenziata, lo spazzamento delle strade, il fatto che i rifiuti dovessero andare a riciclo, ma solo negli ultimi 5-6 anni si è iniziato a spingere di più. Una buona parte di comuni, dove non ci sono le municipalizzate, hanno iniziato a spingere per una raccolta differenziata spinta, senza guardare alla raccolta soltanto delle pile esauste o i cartoni, come si faceva una volta, quindi il tempo c’è e gli viene affidato.
Un aspetto importante è di aver ancorato l’introduzione dell’ecotassa a criteri di qualità (comma 5, dell’art. 6)
Si, questo è presente nelle tabelle allegate al testo normativo.
Questo si può considerare come un cambio di passo. La precedente ecotassa, infatti, non aveva nessun vincolo di obiettivi percentuali di raccolta differenziata, mentre questa legge li ha.
Si, la precedente ecotassa era già figlia di una rimodulazione con incentivi e disincentivi, ma giustamente, come tu hai notato, non si poneva elementi di qualità, perché era nata, quella precedente ecotassa in un contesto in cui tutti i nostri sforzi erano a chiudere l’impiantistica e quindi la chiusura del ciclo per evitare l’emergenza diventava prioritaria. In questo caso effettivamente il governo regionale individua e ci sono gli allegati nella legge, le premialità rispetto alla quantità di raccolta differenziata e anche alla sua qualità, e quindi viene fatto un lavoro io direi in media europea. Quindi possiamo considerare questa legge come potenzialmente rivoluzionaria, dico potenzialmente….
Lo potremo verificare dal luglio del 2013, ci vorrà un po’di tempo.
Altro aspetto importante è la costituzione di un fondo (comma 20 e 21, art. 6) che dovrà essere investito a favore principalmente dei comuni virtuosi. Possiamo spiegare meglio questo aspetto?
L’ecotassa attualmente finisce nel bilancio della regione, tranne un piccolo pezzettino che viene utilizzato dall’assessorato all’ambiente, per attività ambientali. Nella legge presentata dal governo c’è un 10% che va alle province come indennizzo per la gestione degli impianti, poi c’è un’altra percentuale, credo del 20%, da verificare, che costituisce un fondo da mettere a disposizione dei comuni virtuosi sempre sul versante ambiente-rifiuti. Le modalità di gestione del fondo vengono rinviate a specifica delibera di giunta regionale.
Al comma 7 si descrive una premialità del 15% a chi va riconosciuta?
Per l'anno 2013 viene riconosciuta una premialità pari al 15% dell'aliquota massima a tutti i Comuni che abbiano realizzato la chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti. Abbiamo messo soltanto per il 2013, a norma di legge dal primo luglio del 2013, una ulteriore riduzione pari al 15%, solo per il 2013, per i comuni che hanno raggiunto l’apparato impiantistico per chiudere il ciclo, i quali quindi hanno anche il tempo per organizzarsi, per raggiungere quelle percentuali.
Riguardo alla riorganizzazione della filiera istituzionale, dal 1 gennaio si passa da 15 a 6 ambiti territoriali ottimali. Cosa si aspetta dalla riorganizzazione degli ato? Un miglioramento, un incremento delle percentuali di raccolta differenziata?
Intanto mi aspetto la fine delle guerre di campanili. Io non posso mai dimenticare perché l’ho vissuta l’esperienza di pasqua 2008 a Ugento quando la popolazione di Ugento insorse contro i rifiuti di Gallipoli, che dista da Ugento 30 km, soltanto perché erano 2 ambiti territoriali diversi, uno lecce2, l’altro lecce3. Questa è una cosa inaccettabile.
Mi aspetto una riduzione del tasso di campanilismo esasperato e poi siccome si lega anche a un obbligo previsto dalla legge, cioè la riorganizzazione delle cosiddette autorità di ambito, che in acronimo si chiamano (Ada) che sono quegli organi che devono gestire gli ambiti territoriali, nell’articolo 24 della legge di bilancio la giunta affida questa responsabilità sostanzialmente alle province e quindi noi dovremmo avere dei criteri omogenei di gestione del ciclo dei rifiuti nel territorio dell’ato che è diventato territorio della provincia.
Possiamo quindi parlare di tariffa unica finalmente?
È un obiettivo, almeno in ogni ambito territoriale che come abbiamo detto saranno 6, gestiti dagli ada affidati alle province, è presumibile che… a meno che non ci siano delle defaillance della classe dirigente.
Una critica. E’ vero che è meglio raccoglierli e non disperderli tra le campagne, ma perché ai fini del calcolo della raccolta differenziata, si inseriscono gli inerti assimilati agli urbani (provenienti da utenze domestiche) come elementi positivi che vanno a incrementare poi la raccolta differenziata?
Si, ma io sottolineerei un’altra cosa più interessante ancora, picchiamo durissimo sugli speciali, cioè l’ecotassa sui rifiuti speciali, quelli che arricchiscono soprattutto in provincia di Taranto alcune imprese, ci sono famose tre discariche che ricevono ogni giorno 1000 t di rifiuti campani. Non c’è emergenza rifiuti a Napoli perché ti portano in Puglia. Nonostante la nostra contrarietà a questa modalità, cioè al fatto che hanno sostituito il protocollo d’intesa con un atto di imperio. Siccome viene considerato rifiuto speciale ci sono sentenze di corte europea, di corte costituzionale che dicono che tu non puoi fermare il traffico delle merci, ivi compreso quel tipo di rifiuti da un punto all’altro del paese, e quindi arrivano in Puglia, quindi noi ci prendiamo 1000 t di rifiuti campani al giorno. Questo aumento frenerà un po’ le società private perché andando noi al massimo dell’ecotassa sugli speciali dovranno pagare qualcosa in più, speriamo.