A Roma il tempo perso a causa del traffico vale 8 miliardi
Il costo economico del tempo perso a causa dei problemi legati alla mobilità urbana e allo smog si può stimare in Italia fino a 27 miliardi di euro, otto solo a Roma. Visconti: "Proseguire sulla strada della mobilità sostenibile per affidare a Roma il ruolo di guida che le compete nel passaggio a un’economia carbon-free"
19 December, 2011
Si è tenuto venerdì 16 dicembre il convegno “Scenari ed opzioni per una mobilità sostenibile – un rapporto per Roma Capitale” promosso dall’assessorato all’ambiente di Roma Capitale e dal Ministero dell’ambiente, per fare il punto sulle strategie di mobilità sostenibile elaborate a livello nazionale ed internazionale.
Nel corso del Convegno - cui hanno preso parte il Ministro dell’ambiente Corrado Clini, il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno e l’assessore capitolino all’ambiente, Marco Visconti – è stato illustrato uno studio elaborato dal Gruppo ricerche industriali e finanziarie della LUISS “Guido Carli” che ha fissato gli scenari economici ed ambientali entro cui orientare le politiche di mobilità urbana del futuro.
“Lo studio che abbiamo presentato oggi è un altro tassello nel mosaico di azioni che Roma Capitale ha intrapreso per una città sostenibile e carbon-free. Contrariamente agli scenari disegnati da chi vorrebbe il ritorno al carbone come fonte energetica più a basso costo, il rapporto elaborato dalla Luiss, sostiene la necessità di un ripensamento radicale delle politiche di mobilità urbana basate sull’uso di combustibili fossili, all’interno delle quali lo sviluppo e la diffusione di veicoli elettrici rivestono un ruolo fondamentale” spiega l'assessore all'ambiente di Roma Capitale, Marco Visconti.
“In questo processo, Roma Capitale è già avanti. Come ha chiarito lo studio - continua Visconti - lo sviluppo della mobilità elettrica nell’ambito della pubblica amministrazione costituisce un passo essenziale nella direzione di una maggiore sostenibilità della mobilità urbana, in quanto può consentire tanto ai produttori quanto ai consumatori di testare e sperimentare veicoli certamente innovativi. E’ chiaro che l’implementazione ed il potenziale successo delle politiche a favore della mobilità elettrica richiede l’adozione di una nuova rete di approvvigionamento energetico proveniente da fonti rinnovabili, in un quadro generale di potenziamento del trasporto pubblico e di razionalizzazione dei sistemi di mobilità. Lo studio della Luiss, dunque, ci sollecita a proseguire sulla strada della mobilità sostenibile in modo da affidare a Roma il ruolo di guida che le compete nel passaggio a un’economia carbon-free”.
Il costo economico del tempo perso a causa dei problemi legati alla mobilità urbana e allo smog si può stimare in Italia fino a 27 miliardi di euro, otto dei quali nella sola capitale. È quanto emerge nel rapporto 'Scenari e opzioni per una mobilità sostenibile - un rapporto per Roma capitalè, redatto dalla Luiss in collaborazione con Formiche e presentato oggi a Roma.
Per il report il tempo perso a causa dei problemi legati alla mobilità urbana si traduce in una perdita economica, e senza tenere in considerazione l'impatto ambientale e sulla salute dei cittadini e in un'area urbana come Roma il valore potrebbe arrivare a quasi 8 miliardi. Il Libro bianco 2011 - si legge nel rapporto - identifica «nelle aree urbane il contesto entro cui sperimentare soluzioni innovative» per la mobilità con «l'obiettivo di dimezzare entro il 2030 e successivamente eliminare entro il 2050 l'uso delle autovetture con carburanti tradizionali nei trasporti urbani». Inoltre si intende «introdurre entro il 2030 un sistema di logistica urbana a zero emissioni di CO2». Il costo annuale sostenuto dalle famiglie per il trasporto individuale - afferma lo studio - ammonta a circa 170 miliardi di euro (50 miliardi sotto forma di tassazione) a fronte di un costo totale per il trasporto collettivo di circa 10 miliardi.
A livello internazionale Londra rappresenta una delle realtà più avanzate per le autovetture a trazione elettrica, Parigi punta alla diffusione di un sistema di car sharing elettrico su larga scala, per Berlino la mobilità elettrica si lega all'opportunità di favorire la crescita economica tedesca.
In 10 anni, sottolinea il più grande operatore elettrico d'Italia, «l'intero parco centrali Enel ha già registrato un decremento di circa il 34% delle emissioni di Co2 per kwh». Il perchè l'Enel preferisce riconvertire una centrale piuttosto che intervenire su quelle già esistenti a carbone si basa su considerazioni puramente economiche: «Rilanciare un impianto altrimenti destinato a chiusura, rendendolo così competitivo». Segue la volontà di ridurre il costo di produzione dell'energia elettrica; diversificare il mix delle fonti di produzione di energia e aumentare la sicurezza degli approvvigionamenti. Il progetto prevede un investimento di 2,5 miliardi di euro e, conclude l'Enel, «rappresenta un importante occasione di rilancio per l'occupazione».
Oggi, il carbone viene bruciato come combustibile gassificato o utilizzato per creare un gas di sintesi che può quindi essere utilizzato come materia prima per la produzione di sostanze chimiche, fertilizzanti ed energia elettrica. Usa, Russia, Australia, Cina, India e Sud Africa hanno le più grandi riserve carbone nel mondo. Solo negli Stati Uniti le riserve stimate dalla Energy Information Administration (Eia) nell'ultima relazione pubblicata a gennaio di quest'anno, stimano le riserve di carbone americano in 231 miliardi di tonnellate che, ai consumi attuali, danno al Paese un'autonomia di 200 anni.
Come tutti i settori merceologici, le fortune dell'industria del carbone sono anche strettamente legate alla salute dell'economia globale. Il post-recessione e la ripresa della domanda negli Stati Uniti hanno contribuito a migliorare i profitti del settore, con aziende che nel 2010 hanno incrementato la loro redditività. Questo trend positivo della domanda, in gran parte determinata dal miglioramento della attività economica globale, riflette un aumento della domanda elettrica domestica, le condizioni meteorologiche favorevoli e l'aumento di richiesta di energia, registrata in tutto il 2011, da parte delle economie asiatiche, Cina ed India in testa.
Il risultato finale è che grazie all'applicazione delle più moderne tecnologie disponibili e alla qualità del carbone usato, la centrale ridurrà le sue emissioni rispetto a oggi di oltre l'80%. Anche le emissioni di anidride carbonica, un gas che, Enel sottolinea, non ha alcun effetto per la salute a livello locale, ma che è ritenuto responsabile dell'effetto serra a livello globale, si ridurranno di circa il 18%, anche grazie alla riduzione di taglia dell'impianto.