Emissioni, l'Europarlamento chiede di ridurre quelle del sistema Ets
Votato, dalla commissione Ambiente del Parlamento europeo, un emendamento che abbassa la quota di emissioni dell'edilizia pubblica dell'Emission trading system. Sul fronte dell'efficienza energetica, invece, sì agli obiettivi vincolanti, ma con una certa flessibilità
21 December, 2011
La commissione Ambiente del Parlamento europeo (Envi) ha approvato alcuni emendamenti alla bozza della Direttiva europea sull'efficienza energetica che rafforzerà il Sistema di scambio delle emissioni (Emission trading system, Ets). Si tratta del meccanismo di scambio delle quote di Co2 emesse nato per aiutare gli Stati membri a rispettare i propri impegni di riduzione dei gas serra. L?Ets funziona in questo modo: i governi nazionali predispongono i piani di assegnazione, con cui stabiliscono le emissioni consentite per ogni impianto particolarmente inquinante situato nel proprio territorio (il sistema si applica ai settori termoelettrico, raffinazione, produzione di cemento, di acciaio etc, ma anche all'edilizia pubblica, ad esempio). Alla fine dell'anno, le imprese che emettono meno Co2 rispetto alle quote assegnate possono vendere il surplus a quelle che non sono riuscite a mantenersi entro i limiti stabiliti.
Uno degli emendamenti votato dagli europarlamentari prevede una riduzione del 2,25% annuo delle emissioni relative agli edifici pubblici. Secondo i calcoli del Wwf Italia, questo permetterebbe di tagliare oltre 8,5 miliardi di permessi di emissioni entro il 2050. «Il Wwf è molto soddisfatto di questo importante passo in avanti verso una riforma del Sistema di scambio delle emissioni che potrà guidare il settore industriale europeo verso investimenti a basso contenuto di carbonio», commenta Mariagrazia Midulla, responsabile policy Clima ed Energia dell'associazione.
In realtà, le buone notizie non finiscono qui. Sul fronte dell'efficienza energetica, infatti, la stessa commissione Envi ha espresso un parere favorevole a proposito dell'introduzione di obblighi vincolanti per i Paesi Ue. L'Europarlamento, però, vorrebbe che ai governi nazionali fosse garantita una certa flessibilità e, in particolare, la possibilità di rifiutare un target specifico, come quello già proposto dalla Commissione sull'efficientamento degli edifici pubblici. Secondo il Parlamento Ue, proprio una migliore gestione dei consumi energetici sarebbe il sistema più vantaggioso sul piano economico per raggiungere il target di riduzione delle emissioni di gas serra.