Smog, bilancio dell’annus horribilis, polveri sopra ai limiti per 148 volte
da La Repubblica del 30.12.2011
30 December, 2011
Aria peggiore del 2007, prima di Ecopass. Allarme anche per il Pm2,5. Bruciati i progressi
ottenuti negli anni scorsi sulle medie del Pm10: ora Area C dovrà invertire la tendenza
di ARTURO BUZZOLAN
Ecopass è finito. Non per colpa della sua morte ufficiale, che avverrà stasera, né a causa dell’accensione delle telecamere di Area C fissata per il 16 gennaio. Ecopass non c’è più perché dopo quattro anni i suoi (modesti) benefici si sono definitivamente dissolti, rosicchiati mese dopo mese dal rinnovo del parco auto e, di conseguenza, dal sempre più soffocante assedio del traffico al centro e a tutta la città.
Una sola cifra è sufficiente a certificare il tramonto del ticket antismog voluto dalla Moratti e dal suo assessore Croci: 148. Tanti sono stati, dall’inizio dell’anno, i giorni in cui il limite europeo di 50 microgrammi per metro cubo di Pm10 è stato infranto in almeno una centralina milanese, quasi sempre in tutte e tre, complice un gennaio da camera a gas e un settembre segnato da un ristagno dell’aria definito “anomalo per la stagione”.
Ma tant’è: l’Unione europea fissa in 35 il massimo dei giorni superabili in un anno, e a Milano questo tetto è stato più che quadruplicato. Mancano solo oggi e domani alla fine del 2011 e c’è un altro record nero che potrebbe essere raggiunto e magari anche archiviato: quello del 2006, preistoria rispetto all’avvio di Ecopass, quando i giorni di sforamento dei limiti furono 150, appena due in più di quelli registrati fino a mercoledì scorso. Per inciso, nel 2007, quando il ticket antismog non era ancora in vigore ma la qualità
dell’aria preoccupava già, tanto da spingere Moratti e Croci a volare a Londra per capire di persona come si potesse organizzare un pedaggio per entrare in centro, la conta dei giorni fuorilegge si fermò a 133. Quindici in meno di adesso.
La Cerchia dei Bastioni, quella che in teoria dovrebbe essere protetta dal “cordone sanitario” dei quarantatré varchi sorvegliati da telecamere, è in realtà la zona in cui si respira sempre peggio. Lo dicono le centraline dell’Arpa: in ballo ci sono non solo i giorni di sforamento dei limiti, ma anche la concentrazione delle micropolveri. Che quest’anno è balzata in avanti pure lei, annullando quella faticosa conquista della media annuale di 40 microgrammi per metro cubo che l’anno scorso aveva messo Milano in linea con la normativa europea. Tutto cancellato: la media 2011, che considera anche i mesi estivi in cui le polveri crollano a livelli da prefisso telefonico, è cresciuta fino a 48,9, sfiorando anche in questo caso i livelli preEcopass. Con differenze notevoli, come s’è detto, tra centro e periferia, tra la quota 47 di Pascal Città Studi, il punto di rilevamento nei pressi del Politecnico, e i 50 del Verziere, proprio accanto ai vigili urbani di piazza Beccaria.
Non è bastato il cambiamento avvenuto negli ultimi tre anni nel parco auto milanese, un po’ indotto da ticket e divieti e un po’ conseguenza di fisiologico rinnovo: il dimezzamento dei vecchi Euro 1 e i centomila nuovi Euro 4 innanzitutto, anche se, sotto la spinta dei rincari al distributore, i comunque inquinanti diesel sono cresciuti dal 2009 all’anno scorso di settemila unità, e i più ecologici benzina sono calati di diecimila. L’ultimo mese non poteva che confermare la linea dell’annus horribilis: ventidue giorni di aria avvelenata fino a mercoledì, mai successo da quando vige il ticket antismog, con una sequenza in crescendo che solo i blocchi feriali decisi da Pisapia, e poi una perturbazione, hanno rallentato e poi temporaneamente interrotto. Ora siamo da capo: dopo condizioni blandamente favorevoli ieri e oggi (ma sarà dura rientrare nei limiti dopo averli infranti di quasi tre volte), per domani e dopodomani l’Arpa prevede nuovo «accumulo delle polveri».
Il meteo c’entra, eccome: con l’alta pressione e l’aria ferma l’inquinamento sale, con la pioggia (forte) o, meglio ancora, il vento l’effetto è opposto. Ma le cifre di Comune e Arpa mostrano come tra il 2007 e il 2008, anno in cui è partito Ecopass, il taglio alle polveri sia stato evidente. Qualunque criterio di analisi si usi il risultato non cambia: con l’introduzione del ticket antismog la concentrazione annua di Pm10 è calata da 51 a 44, i giorni fuorilegge da 133 a 112 in un anno e da 27 a 19 nel critico mese di dicembre. E lo stesso discorso vale per il Pm2,5, le micropolveri finissime (di diametro inferiore al quarto di centesimo di millimetro, cioè mediamente quattro volte più piccole del Pm10) in grado di penetrare profondamente nei polmoni: nel 2007, secondo i dati del Comune, la loro concentrazione media nell’aria di Milano (o meglio di Città Studi, visto che l’unica centralina Arpa della città in grado di misurarle si trova lì) fu di 37 microgrammi per metro cubo, ma l’anno seguente calò a 31, nonostante la zona di rilevamento si trovi fuori dall’area Ecopass.
Anche lì, adesso, i valori sono di nuovo in salita, a 32,8. E dire che il 2010 si era chiuso alla rispettabile quota di 25, cioè proprio l’obiettivo fissato dall’Unione europea per il 2015. Un altro risultato, non solo formale, spazzato via dall’inarrestabile aumento del traffico degli “aventi diritto”, in quanto possessori di “auto meno inquinante”, a entrare gratis nella Cerchia dei Bastioni. La missione possibile della congestion charge, ovvero il ticket per (quasi) tutti che caratterizza Area C, sarà prima di tutto invertire la tendenza.
(30 dicembre 2011)