Caldaia accesa anche quando la casa è vuota? Forse non conviene
Cosa fare quando si lascia l'appartamento disabitato per giorni o settimane? Meglio staccare la caldaia, o regolare il termostato a una temperatura più bassa? La risposta dipende da diversi fattopri, proviamo a mettere un po' d'ordine
01 February, 2012
Caldaia: meglio lasciarla accesa anche quando la casa resta vuota per parecchio tempo, magari abbassando il termostato, oppure spegnerla del tutto? L'interrogativo riguarda molti cittadini provvisti di riscaldamento autonomo che hanno l'abitudine di assentarsi da casa durante il weekend, che si dividono tra due appartamenti diversi o ancora che hanno una seconda abitazione che sfruttano di rado. Come comportarsi, in questi casi, considerando che in rete si trovano i consigli più disparati? Prima di tutto, è fondamentale considerare gli aspetti legati alla sicurezza: tenere in funzione la caldaia a gas, soprattutto se interna, quando la casa è disabitata potrebbe essere rischioso. Meglio, in questo caso, contattare la locale azienda del gas per chiedere indicazioni, oppure consultare il libretto di manutenzione della caldaia o rivolgersi al proprio tecnico di fiducia. Nel dubbio, spegnere l'impianto quando l'appartamento resterà vuoto per diversi giorni può essere una buona misura di prudenza, anche se ogni caso è diverso.
Ma che dire, invece, dei consumi? Da questo punto di vista, non è semplice individuare una regola da seguire sempre, dato che entrano in gioco molti fattori: il tipo di impianto, la grandezza e la tipologia dell'abitazione, la lunghezza dell'assenza da casa, etc. Di sicuro, l'accensione della caldaia e il riscaldamento dei caloriferi richiedono più energia quando la differenza con la temperatura esterna è più alta, per cui, fatte salve le considerazioni precedenti sulla sicurezza, se l'appartamento deve restare vuoto per uno o due giorni al massimo, potrebbe essere conveniente abbassare il termostato (la temperatura non dovrebbe superare i 12-15 gradi) piuttosto che spegnere completamente l'impianto. Ma se l'assenza da casa è più lunga, di norma conviene disattivare del tutto la caldaia, tenendo presente che al ritorno si dovrà aspettare un po' di più per riuscire a riscaldare l'appartamento (che comunque, per legge, non deve essere mai più caldo di 20-22 gradi). Questo discorso vale soprattutto se l'abitazione in questione si trova in un condominio: la presenza degli altri appartamenti riscaldati e normalmente abitati limiterà il processo di raffreddamento, evitandovi di trovare la casa gelida al vostro ritorno e riducendo il picco dei consumi legato alla riaccensione dei termosifoni.
La questione potrebbe essere diversa in qualche situazione particolare, come ad esempio nel caso di abitazioni isolate di campagna che restano chiuse per molti mesi, specialmente se la caldaia si trova all'esterno. In queste circostanze, potrebbe essere preferibile evitare lo spegnimento totale dell'impianto, soprattutto per scongiurare il congelamento della caldaia quando la temperatura scende sotto zero per molte ore e per diversi giorni consecutivi. In ogni caso, è possibile controllare direttamente sul contatore il consumo di carburante nelle diverse situazioni (spegnendo la caldaia, abbassando la temperatura, utilizzando un cronotermostato, etc) per scegliere il sistema più adatto alle nostre esigenze.
2 commenti
Scrivi un commentoBigEligio
20.08.2017 08:08
Diventa cosi possibile selezionare la temperatura ideale anche quando si e fuori
casa, ma anche controllare i consumi medi settimanali o .
raffaele
20.03.2013 18:03
salve vorrei sapere in quale fascia oraria si consuma maggiormente e in quale orario è preferibile accendere la caldaia..avendo ricevuto una bolletta bimestrale piu alta che abbia mai avuto ..660 euro di cui ho avuto HO EFFETTUATO ANCHe UN USO COMBINATO CON STUUFA A PELLET...
è possibile che avendo utilizzato la caldaia solo durante le ore notturne possa ver influito cosi tanto sulla spesa...ovvio che scaldo con l'acqua e cucino con il gas metano