Nuovi metrò e aumento delle corse Atm batte cassa a Palazzo Marino
da La Repubblica del 2 febbraio 2012
02 February, 2012
PER mantenere lo stesso servizio di oggi e non peggiorarlo, dal 2013 servirebbero almeno dieci treni nuovi all’anno da inserire sulla linea metropolitana Verde. E considerando che ciascuno costa tra i 9 e i 10 milioni di euro, ci vorrebbe quasi un assegno in bianco. Perché la rete di trasporto pubblico non solo regga ma anzi migliori — soprattutto con il ticket attivato in centro e la nuova ondata di viaggiatori che hanno abbandonato l’auto per non pagarlo — è necessario che le risorse non diminuiscano. È anche per batter cassa a Palazzo Marino che il presidente di Atm, Bruno Rota, al convegno in Camera del lavoro avverte: «Pensare di risolvere i problemi del sistema con l’introito di Area C non è realistico». In un anno dal pedaggio si può prevedere un introito di 30 milioni, e «il servizio costa al Comune 8 o 9 milioni, a parte qualche aggiustamento che andrà fatto sul numero di chilometri e gli orari: tutto il resto l’amministrazione ha promesso di investirlo sul trasporto pubblico locale ».
I proventi da congestion charge non bastano, questo è sicuro. Servono altre iniezioni di risorse. «O almeno non meno di quelle previste oggi», dice Rota. Che ha citato più volte il «paradosso del trasporto pubblico: più cresce la domanda e più salgono i costi per farci fronte». Saranno fischiate le orecchie all’assessore al Bilancio, Bruno Tabacci, alle prese da mesi con contorsioni numeriche per chiudere un bilancio comunale difficile. E che ha già aperto all’ipotesi di tagli
alla municipalizzata: a pesare sulle casse comunale c’è un contratto di servizio “gross cost” da 610 milioni su cui Palazzo Marino ha già detto chiaramente di voler rivedere le cifre e i servizi offerti. A saltare, potrebbero essere
40 milioni. Messaggio di Rota: «Il contratto di servizio è un bene che cercherò di difendere». Ma la Verde, molto datata, non è l’unica linea sotto sorveglianza: c’è anche la Rossa. Ed è sulla M1 che da tre mesi si viaggia
con il nuovo sistema di segnalamento che da settembre promette un treno ogni 90 secondi, anziché l’intervallo attuale di 120. Un intervento costato una fortuna (80 milioni), che oggi dà qualche disservizio:
«Questa è l’unica innovazione tecnologica che permette di aumentare la frequenza dei treni e i disservizi sono un prezzo da pagare inevitabilmente — ammette Rota — perché il sistema viene sperimentato contemporaneamente
al funzionamento dei mezzi». Il presidente ammette che il problema c’è ma è «separato da Area C, e non è vero che le interruzioni e gli incidenti sono aumentati». Mentre la Cgil avverte con il segretario Onorio Rosati che «ci sono problemi anche ai sistemi d’allarme e ai freni, c’è la necessità di un ammodernamento perché così la linea non è in grado di sopportare il grande afflusso di utenti nell’ora di punta».
Mentre Atm, visto che ora tram e bus viaggiano più veloci con meno traffico in centro, annuncia che rivedrà presto gli orari, sul fronte trasporti, resta in agenda anche il tema dei parcheggi d’interscambio. Per la Cgil ne servono di nuovi, «quelli di oggi sono al collasso». I progetti sono pronti, in realtà, per tre strutture: Comasina, Abbiategrasso e Forlanini. Ma non tutti sono finanziati. E anche qui bisognerà trovare in qualche modo
dei fondi.