Riciclo di prossimità: lo chiede l'industria europea del settore
I settori industriali europei che riciclano carta, plastica, metalli ferrosi e non ferrosi ritengono che il massiccio export di materie prime secondarie comprometta gli obiettivi europei di Recycling Society. La best practice di Parigi
10 February, 2012
Le associazioni europee che rappresentano i settori industriali che riciclano carta (Confederazione Europea dell’Industria Cartaria di cui Assocarta fa parte) plastica, metalli ferrosi e non ferrosi hanno recentemente sottoscritto una posizione congiunta che spiega il funzionamento dell’intera filiera del riciclo e illustra proposte concrete per ottimizzare il Ciclo del Riciclo. Riciclare non significa soltanto raccolta del materiale da riciclare bensì pre-trasformazione e trasformazione nel nuovo prodotto finito ovvero portare a compimento il Ciclo del Riciclo, possibilmente su territorio europeo. L’Europa da anni sta facendo il possibile per incrementare i livelli di riciclo dei materiali diminuendo il conferimento degli stessi in discarica. Per il settore cartario, nel 2010 si è raggiunto il tasso di riciclo del 68.9% e il tonnellaggio complessivo di carta raccolta destinata alla produzione è stato di 58 milioni di cui 8.4 milioni esportato verso destinazioni extra UE. Tale livello potrebbe essere ulteriormente migliorato intervenendo con un quadro legislativo che possa supportare l’industria nella gestione delle principali sfide che il mercato pone. Nella posizione congiunta in particolare i settori che riciclano chiedono:
- piena attuazione della Direttiva Rifiuti che garantirebbe la raccolta separata all’origine di carta, metalli, plastiche e vetro entro il 2015;
- il riciclo dei materiali raccolti al di fuori dell’Europa in condizioni ambientali assimilabili a quelle europee;
- il riciclo di prossimità delle materie prime secondarie;
- il rafforzamento dei controlli sul trasporto dei rifiuti per supportare il lavoro delle autorità doganali.
“Di fatto” afferma Massimo Medugno, Direttore Generale di Assocarta “una parte dei materiali riciclabili viene ancora conferita in discarica mentre un volume significativo di residui raccolti in Europa si avviano verso destinazioni extra UE sottraendo materiale e l’energia in esso contenuta e impedendo così la chiusura del Ciclo del Riciclo previsto dal principio di prossimità e il raggiungimento di una European Recycling Society”. “L’export” spiega Medugno “è facilitato da una forte domanda di materiali provenienti dai Paesi emergenti, costi di trasporto relativamente bassi, normative ambientali deboli, mancanza di qualità dei materiali raccolti e controlli insufficienti presso le dogane”.
I settori europei che riciclano supportano la prossimità dell’export come occasione territoriale sotto il profilo industriale e sociale e in Italia recepimento della Direttiva Rifiuti, avvenuto con il Decreto Legislativo n. 205/2010, prevede infatti “…per le frazioni di rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata destinati al riciclaggio ed al recupero … di favorire il più possibile il loro recupero privilegiando il principio di prossimità agli impianti di recupero”.
“E a livello europeo” conclude Medugno “non mancano esempi di best practise che confermano la validità del principio di prossimità. In una città come Parigi ad esempio si ricicla carta e cartone proveniente da raccolta selezionata in quattro stabilimenti circostanti e che trasformano la carta recuperata in carta da giornale, tissue e cartoni per imballaggio. Un’attività che non è certo frutto del caso bensì è il risultato dell’applicazione del principio di prossimità”. Infatti, Syctom, l’Agenzia Municipale per i Rifiuti Domestici, che serve Parigi e altri 84 comuni dell’area metropolitana - 5.7 milioni di abitanti, il 9% dell’intera popolazione francese include nel contratto di vendita di carta e cartone recuperati una clausola di prossimità, che vincola l’assegnatario ad effettuare o far effettuare il riciclo della carta e del cartone all’interno del territorio nazionale o nei paesi europei confinanti.