L'inchiesta amianto all'Atm. "Così respiravamo le polveri"
da La Repubblica del 15 febbraio 2012
15 February, 2012
di Davide Carlucci
L'amianto nella metropolitana? "Ne perforavamo gli strati con il trapano e ne respiravamo le polveri, che poi restavano per terra e solo in seguito venivano asportate dagli addetti alle pulizie delle stazioni". La testimonianza di G. B., oggi gravemente ammalato di mesotelioma pleurico, è agli atti nell'inchiesta dei pm Maurizio Ascione e Nicola Cerrato. E rende l'idea di quanti lavoratori possono aver inalato eternit nel metrò di Milano. Nella loro relazione consegnata alla procura, infatti, i tecnici dell'Asl, ai quali sono state affidate le indagini, scrivono: "Sono 93 i lavoratori che hanno svolto la stessa mansione" di G.B. Nessun allarmismo, dunque, cercano di sottolineare gli investigatori. Ma il rischio che nei polmoni di altri lavoratori si possano essere depositate le fibre di amianto c'è. Per questo, negli ultimi cinque anni più di 1.200 dipendenti dell'Atm sono stati sottoposti a sorveglianza sanitaria, con un ritmo di trecento all'anno.
Per ora le parti lese accertate sono cinque. I magistrati, però, chiedono che altri lavoratori si facciano avanti per aiutare a ricostruire la verità attraverso le loro storie. Vicende come quella che G. C., operatore elettromeccanico in servizio dal 1973, e oggi in pensione, ha così riassunto: "Facevamo manutenzione e spesso eravamo investiti
da pallini di polvere che ci ricoprivano interamente. Non avevamo protezione di alcun tipo per le vie respiratorie". Un lavoro che, racconta il testimone, si protraeva per tutta la notte in galleria. E all'alba gli operai tornavano a casa storditi e coperti di polvere di amianto. Il periodo su cui si sta indagando va dagli anni Settanta alla fine dei Novanta. E le linee a rischio sono la rossa e la gialla, nelle cui gallerie, nel corso degli anni, sono stati spruzzati grossi quantitativi di amianto. Alla fine degli anni Ottanta sono partite poi le prime bonifiche, che hanno riguardato le stazioni di Cadorna, Loreto, Garibaldi, Centrale Fs, Primaticcio, Bande Nere, Piola, Lambrate, Pagano, Conciliazione.
L'ultima operazione di rimozione delle sostanze cancerogene è avvenuta nella metro di QT8 nel 2002. Dopo la sentenza di Torino, dove sono stati condannati a sedici anni i proprietari della Eternit, si stanno mobilitando le associazioni che in Lombardia raccolgono denunce e segnalazioni. Come il comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio di Sesto San Giovanni, che avverte: "Il picco dei morti è previsto in continua crescita fino al 2020". O l'associazione esposti amianto, che ricorda invece il sacrificio di Oscar Misin, ex operaio della centrale Enel di Turbigo, morto in questi giorni. Un'altra vittima che si aggiunge alle quaranta già contate dalla procura, che ha aperto un fascicolo iscrivendo sette ex dirigenti Enel nel registro degli indagati.
"Oscar lo sapeva - ricordano ora i volontari dell'Aea - Sapeva fin dal primo momento cosa significava la malattia che gli avevano trovato e fin dal primo momento sapeva le sofferenze a cui sarebbe andato incontro e le conseguenze finali. Insieme a noi dell'associazione, era andato a trovare, a seguire, i nostri compagni di lavoro che prima di lui si erano ammalati e con loro aveva percorso la dolorosa e triste trafila della malattia". Perché proprio lui?, si chiedono i suoi compagni di lotta: "Noi che abbiamo lavorato al suo fianco conosciamo la risposta: tutti gli esposti hanno lo stesso rischio, l'amianto non guarda in faccia a nessuno". A lui sarà dedicata la sezione Aea di Turbigo.