Consumi di gas in calo. Le cause? Clima mite, crisi economica e boom delle rinnovabili
Il 2011 ha fatto registrare un calo del 6,3% nella domanda nazionale di gas. Le temperature miti sembrano essere una delle cause della flessione dei consumi, ma anche la crisi e la crescita delle rinnovabili hanno avuto un peso importante. E i dati di gennaio 2012 lo confermano
22 February, 2012
Non solo l'elettricità. Complici la crisi e le temperature medie particolarmente miti, anche i consumi nazionali di gas hanno mostrato, negli ultimi 12 mesi, un andamento in calo. Secondo i dati forniti dal ministero dello Sviluppo economico, nel 2011 l'Italia ha utilizzato in totale 77.831 milioni di metri cubi di gas naturale, pari al 6,3% in meno rispetto all'anno precedente, quando il consumo lordo aveva toccato quota 83.097 milioni di metri cubi (dati ministero dello Sviluppo Economico). Il trend risulta in controtendenza con l'andamento registrato nel 2010, quando i consumi erano aumentati di oltre il 6% rispetto all'anno precedente. A dicembre scorso, in pratica, siamo tornati a un saldo annuale molto simile a quello del 2009, annus horribilis della crisi economica, quando la domanda nazionale di gas era crollata dell'8% nell'arco di soli 12 mesi.
In realtà, la contrazione dei consumi dipende anche, secondo gli analisti, dalle temperature atmosferiche particolarmente miti registrate nel corso del 2011. A livello globale, l'anno scorso la temperatura media combinata (superficie terrestre e oceani) è stata l'undicesima più calda di sempre, superiore di circa mezzo grado centigrado rispetto alla media del XX secolo (dati della National oceanic and atmospheric administration). Condizioni meteo particolarmente miti che si sono avvertite anche in Italia, facendo calare i consumi di gas legati al riscaldamento. Non a caso, la domanda annua per usi civili è quella che l'anno scorso ha fatto registrare la contrazione maggiore, con un calo dell'8% rispetto al 2012 (per un totale di circa 33.600 metri cubi, pari al 43% del totale). Una flessione consistente, che in parte potrebbe dipendere anche da un uso più assennato del gas da parte dei consumatori, provati dalla crisi economica, e dall'aumento dell'efficienza energetica delle abitazioni.
Oltre alla domanda domestica, comunque, sono diminuiti anche – e in questo il meteo c'entra poco – i consumi legati alle centrali elettriche, che con circa 27.600 milioni di metri cubi hanno utilizzato il 7,2% di gas in meno rispetto al 2010. In questo caso, la riacutizzazione della crisi potrebbe aver giocato un ruolo importante, ma anche la progressiva crescita della produzione di energia rinnovabile ha dato senza dubbio il suo contributo. Nel 2011, infatti, la produzione di energia pulita in Italia è cresciuta di oltre il 5% (dati Kyoto Club) e secondo il Gestore dei servizi energetici, nel 2010 (ultimi dati disponibili) le rinnovabili coprivano già il il 22,8% della richiesta elettrica nazionale.
Clima più mite, economia in crisi e rinnovabili in crescita: sarebbero queste, in definitiva, le cause principali della contrazione della domanda nazionale di gas nel 2011. Un trend confermato anche dai dati relativi al primo mese del 2012. Secondo Anigas (Associazione nazionale industriali gas), infatti, a gennaio il consumo complessivo è stato di 10.143 milioni di metri cubi, pari al 4,1% in meno rispetto allo stesso mese del 2011. In questo caso particolare, però, il meteo sembrerebbe avere inciso meno rispetto all'anno scorso: i dati diffusi dal Cnr, infatti, rivelano che la temperatura media del mese di gennaio è risultata perfettamente nella media rispetto ai valori stagionali registrati tra il 1971 e il 2000. Che la crisi stia servendo, se non altro, a spingere gli italiani verso una maggiore efficienza e una riduzione degli sprechi?