Incendio all’Ilva. Nube nera su Taranto: i pareri tecnici di Arpa Puglia e dell'azienda|Foto|Video
Secondo il parere di Arpa Puglia la nube nera deriva dalla combustione di olio minerale di un trasformatore elettrico. Poiché assente il sistema delle acque meteoriche, preoccupa la dispersione nelle fogne dei liquidi prodotti dalle operazioni di spegnimento. Per L’ilva di Taranto “nessuna conseguenza agli operatori, il trasformatore era di nuova concezione senza presenza di PCB”
01 March, 2012
Il 28 febbraio 2012 nel primo pomeriggio è stata avvistata una nube nera proveniente dagli stabilimenti Ilva di Taranto. Secondo i tecnici dell’Arpa, accorsi immediatamente sul luogo in seguito alle numerose segnalazioni giunte, la nube è stata originata da una combustione di olio minerale e da una miscela di idrocarburi naftenici e paraffinici.
L’incendio si è sviluppato dall’interno di un trasformatore facente parte della cabina di collegamento tra la rete elettrica Terna e la rete Ilva. Il trasformatore viene usato nelle reti di trasporto dell'energia elettrica che collegano le centrali elettriche alle utenze (industriali e domestiche).
Secondo quanto dichiarato dal personale Ilva, l’incendio, si è sviluppato durante una prima fase di check-up della durata di 60 minuti.
Emissioni di fumi. Aumenti sensibili di Idrocarburi Policiclici Aromatici nell'aria
Secondo i dati raccolti da altro personale Arpa del dipartimento provinciale ambientale di Taranto, “la stazione di monitoraggio di Via Machiavelli presso il quartiere Tamburi di Taranto, vicina allo stabilimento ILVA e che risultava pressoché sottovento rispetto alla nube, mostrava valori medi di IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), sensibilmente più alti tra le ore 16 e le 17. Per le altre centraline della rete di monitoraggio presenti nella città di Taranto non sono stati rilevati valori anomali di concentrazione degli inquinanti; solo presso la centralina di via Alto Adige sono state registrate concentrazioni di IPA totali più elevate nelle ore successive all’avvenimento, probabilmente non direttamente correlabili all’evento in esame. Tutti i dati sono disponibili presso il Dipartimento di Taranto di ARPA Puglia
Il problema della dispersione dei liquidi nelle fognature
Oltre ai problemi derivanti dall’emissione in aria dei fumi cancerogeni, si è aggiunto quello relativo alla dispersione dei liquidi misti a schiuma e a olio isolante rilasciato dal trasformatore prodotti dalle operazioni di spegnimento. Poiché l‘Ilva di Taranto, non è dotata di impianto di trattamento delle acque meteoriche, i liquidi sono confluiti nel sistema fognario. Solo a incendio quasi domato il personale ILVA ha provveduto a posizionare dei sacchi attorno alla griglia collegata alla fogna. Secondo il rapporto dell’’Arpa Puglia “emerge ancora una volta la necessità che l’azienda si doti di un impianto di trattamento delle acque meteoriche
Per l’Ilva di Taranto: “Nessuna conseguenza agli operatori. A bruciare olio minerale senza presenza di PCB”
L’Ilva di Taranto ha dichiarato con un comunicato stampa ufficiale a poche ore dall’incidente, che “l’incendio si è sviluppato presso la sottostazione di trasformazione elettrica Tubificio ERW, prontamente gestito dall’intervento dei Vigili del Fuoco di Stabilimento. Da una prima ricostruzione dei fatti la messa in funzione di un nuovo trasformatore elettrico determinava un’anomalia impiantistica innescando un'incendio che si limitava al solo trasformatore”.
Il comunicato ha sottolineato due aspetti: Il primo che “ne si registrano conseguenze agli operatori ne si segnalano particolari situazioni di pericolo, infatti, la produzione dello stabilimento non è stata interessata dall'accaduto”, il secondo precisa “che il trasformatore era di nuova concezione ad olio minerale senza presenza di PCB”.
“L’intervento tempestivo – prosegue il comunicato - degli operatori addetti all’emergenza presenti, con la successiva collaborazione dei Vigili del Fuoco di Stabilimento, ha riportato la situazione alla normalità.
“Nei prossimi giorni l'Ilva – conclude - insieme ai sindacati e alle autorità preposte valuterà le effettive dinamiche dell'incidente e le relative cause”.