Città climalteranti. Studio Cnr conferma il potenziale delle emissioni di metano: 25 volte superiore alla CO2
Uno studio del Consiglio nazionale delle ricerche ha dimostrato il ruolo delle emissioni urbane di metano nel cambiamento climatico. Anche se le concentrazioni sono inferiori rispetto alla CO2, il potenziale in termini di effetto serra è maggiore. La causa principale sono le perdite da impianti e reti di riscaldamento
06 March, 2012
Non è tutta colpa della CO2. Il metano (CH4) ha un peso sull'effetto serra superiore di ben 25 volte rispetto all'anidride carbonica e rappresenta uno degli inquinanti più presenti nell'aria delle città, soprattutto a causa dei riscaldamenti. Nuove conferme arrivano da uno studio realizzato dall'Istituto di biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibimet-Cnr) e pubblicato sulla rivista Environmental Pollution, che ha monitorato i flussi di gas serra prodotti in ambiente urbano. La ricerca contiene i dati raccolti a partire dal 2005 da un team di ricercatori, guidato da Beniamino Gioli, che per la prima volta ha misurato, oltre alla CO2, anche le emissioni di metano.
La rete dei riscaldamenti domestici, spiegano i ricercatori, rappresenta proprio la principale fonti di CH4. «Lo studio dimostra che le piccole perdite di metano che avvengono nelle reti di distribuzione cittadina o nelle caldaie domestiche, generano un flusso diretto nell'atmosfera che, a sua volta, crea un effetto serra addizionale», spiega Gioli. Un effetto da non trascurare, perché il metano è un gas serra particolarmente potente . «Se l'anidride carbonica è il gas serra più importante, a causa delle grandi quantità presenti in atmosfera – sottolinea il ricercatore - il metano, anche se presente in concentrazioni molto più basse, induce un effetto serra 25 volte maggiore».
Nei dati raccolti a Firenze dal Cnr, in particolare, le emissioni di CH4 sono risultate pari a circa lo 0,6% di quelle di CO2, ma in virtù del suo maggiore Global warming potential (ovvero il contributo di un determinato gas all'effetto serra) l'effetto climalterante del metano è pari a circa il 15% rispetto a quello dell'anidride carbonica. Le misurazioni dei due diversi gas serra sono state effettuate utilizzando speciali tecniche di micrometeorologia, che hanno rivelato come la concentrazione di metano nell'aria aumenti sensibilmente nei periodi freddi, a causa dell'uso dei termosifoni. Per questo, spiegano i ricercatori, è molto importante prevenire le micro-perdite di gas, monitorare l'efficienza delle reti di distribuzione e aumentare l'isolamento termico delle abitazioni, in modo da ridurre il ricorso ai riscaldamenti. «Le emissioni cittadine sono aumentate in media del 20% a causa dell'ondata di freddo – conclude Gioli - Di fronte a questi eventi climatici estremi gli investimenti in maggiore efficienza energetica degli edifici e delle reti sono quindi prioritari».