Efficienza energetica in edilizia: il ruolo del vetro
Cresce l'uso del vetro in edilizia, anche per le sue proprietà di efficienza energetica. Ma non basta aumentare le superfici vetrate per migliorare le performance degli edifici, anzi. L'uso di materiali sbagliati e gli errori in fase progettuale possono peggiorare la situazione
13 March, 2012
Circa il 40-45% del consumo energetico dell'Italia dipende dal comparto immobiliare, e in particolare dalle attività di costruzione e di gestione degli edifici. Il patrimonio immobiliare italiano, infatti, lascia parecchio a desiderare per quanto riguarda il livello di efficienza energetica: una situazione che dovrà gradualmente essere modificata, soprattutto dopo l'entrata in vigore della nuova Direttiva europea 2010/31/CE sulle prestazioni energetiche degli edifici. Oltre agli aspetti normativi, anche l'innovazione tecnologica ha un peso significativo nel processo di efficientamento degli immobili italiani, a cominciare dall'uso di materiali più “performanti”, come si dice in gergo. In quest'ottica, negli ultimi anni sembra essere sempre più in voga, soprattutto nella realizzazione di grattacieli, l'impiego del vetro in edilizia, lodato dai costruttori anche per le sue qualità in termini di efficienza energetica.
C'è vetro e vetro
Ma è davvero così? Il vetro può effettivamente rappresentare una specie di “pietra filosofale” per l'abbattimento dei consumi del comparto energetico? In realtà, vetro non è per forza sinonimo di maggiore efficienza. Di solito, anzi, sono proprio le finestre a rappresentare il punto in cui si verifica la maggiore dispersione di calore in un appartamento, soprattutto se di tratta di finestre non isolanti e provviste di vetri “semplici”. Non è detto, dunque, che l'impiego di superfici vetrate rappresenti per forza una soluzione per abbattere i consumi di un edificio. La prima condizione perché le vetrate riescano migliorare l’isolamento termico degli edifici è che siano realizzate con lastre isolanti, ottenute di solito applicandovi a caldo degli speciali depositi che permettono di controllare il passaggio della radiazione solare. Più in dettaglio, il parametro che esprime la quantità di calore che oltrepassa la vetrata è il cosiddetto “fattore solare G”, espresso in percentuale: più contenuto è il fattore solare, minore è la quantità di energia solare che attraversa la vetrata. Il valore di questo parametro può variare moltissimo, oscillando da un minimo del 10% ad un massimo del 90%. Non tutti i vetri, in altri termini, sono efficaci per isolare termicamente un edificio.
L'importanza dell'esposizione
Non solo. Anche l'esposizione delle superfici vetrate incide sui consumi energetici. Nelle case passive (abitazioni che assicurano il benessere termico senza un impianto di riscaldamento convenzionale, ndr), ad esempio, le finestre vetrate sono di solito molto ampie sul lato sud dell'edificio, mentre sono molto ridotte sul lato nord. Da studi condotti su questo particolare tipo di case, inoltre, è emerso che un aumento della superficie vetrata oltre il 50% dell'area complessiva della facciata sud non aumenta in modo significativo i guadagni solari in inverno, mentre determina un surriscaldamento temporaneo dei locali nei mesi estivi. Come a dire: anche sulla facciata esposta a meridione, l'uso indiscriminato del vetro non assicura di per sé una migliore efficienza energetica.
I vetri del futuro
Quello che conta realmente, dunque, non è tanto aumentare l'impiego del vetro, ma progettare edifici efficienti e, soprattutto, scegliere i materiali più adatti. In questo, le ultime innovazioni tecnologiche offrono alternative interessanti. Si va dai cosiddetti vetri basso emissivi, una specie di evoluzione dei doppi e tripli vetri in grado di migliorare l'isolamento termico delle finestre, ai vetri riscaldanti, che, accoppiati a un impianto per la produzione di elettricità rinnovabile (come un pannello fotovoltaico) permettono di climatizzare gli ambienti in modo sostenibile. L'uso di componenti sperimentali come il biossido di vanadio, infine, potrebbe aprire la strada a una nuova generazione di vetri intelligenti, in grado di cambiare la propria trasmittanza termica (ovvero la quantità di calore disperso dall'interno verso l'esterno, ndr) in base alle variazioni di temperatura. In attesa di questi nuovi “vetri miracolosi”, valgono le regole di comune buon senso: non basta un aumento indiscriminato delle superfici vetrate per trasformare una torre in un miracolo di efficienza energetica.