L’Europa in bicicletta: come è cambiato il modal split nelle città europee?
Se è vero che in Italia gli spostamenti a piedi e in bicicletta sono in calo da dieci anni, come sostiene il rapporto Isfort 2011 - sarà così anche nel resto d’Europa? Analizzando il database dell’European Cyclists’ Federation si direbbe invece il contrario: la mobilità dolce sembrerebbe in leggero aumento almeno mel centro-nord dell’Europa, dove è più facile reperire dati storici continuativi
14 March, 2012
Se è vero che in Italia gli spostamenti a piedi e in bicicletta sono in calo da dieci anni, come sostiene il rapporto Isfort 2011 - sarà così anche nel resto d’Europa? Per scoprirlo ci siamo rivolti alla European Cyclists' Federation, nella speranza di trovare qualche studio specifico sul modal split (la famosa torta: su 100 spostamenti, quanti avvengono in auto, quanti sui mezzi pubblici, quanti a piedi e quanti in bici?) ma soprattutto sul cosiddetto “modal shift”, ovvero il passaggio da un mezzo di trasporto all’altro nel corso degli anni: la tendenza, insomma.
Cominciamo subito col dire che la risposta non è semplice, e l’ufficio comunicazione della ECF ci aveva avvertiti. I dati sono difficilmente comparabili, un po’ perché ogni città sceglie un metodo di indagine diversa (si va dal sondaggio telefonico alle statistiche delle agenzie di mobilità) e molto a causa della scarsa continuità nella pubblicazione dei rapporti. Capita quindi che ci siano città con un archivio storico sul modal split che parte dagli anni ’70 (quando probabilmente non si parlava nemmeno ancora di modal split!) ed altre che a malapena sanno come si muovevano i propri cittadini nel 2004.
Pur nella difficoltà di analisi, l’impressione della EFC è che la tendenza in Europa sia piuttosto lontana da quella ipotizzata dal dossier Isfort, e a sostegno di questa tesi ci è stata segnalata anche la posizione di John Pucher, docente alla Rutgers University (New Jersey), ed esperto di mobilità urbana (a questo link maggiori informazioni sui suoi studi). Secondo Pucher gli spostamenti in bicicletta sarebbero in aumento non solo in Europa, ma anche nel Nord America e in Australia. “Alcune città hanno visto la quota di spostamenti effettuati in bicicletta aumentare in modo notevole – aveva risposto il professore nell’intervista “In the Bicycle Seat with John Pucher: five questions with ECF" – Dal 1990 al 2008 la quota modale degli spostamenti sulle due ruote a Berlino è passata dal 5 al 13%; fra il 1970 e il 2005 Amsterdam è cresciuta dal 25 al 37%; dal 1975 al 2005 Copenhagen è passata dal 22 al 32%, ma questi sono solo alcuni esempi: la percentuale è quasi raddoppiata anche a Londra, Parigi, Lione e Barcellona negli ultimi dieci anni. Anche le città più piccole hanno raggiunto ottimi risultati. Friburgo, per esempio, è passata dal 15 al 27% fra il 1982 e il 2007”.
Le percentuali secondo Pucher sarebbero in crescita anche in molte città statunitensi, per quanto si parli di quote ancora molto basse. Dal 1990 al 2009 a Portland (Oregon) la quota sarebbe cresciuta di sei volte, passando dall’1,1% al 6% e a Chicago sarebbe triplicata (dallo 0,3 all’1%).
La tendenza degli spostamenti in bicicletta e a piedi: analisi dei dati europei
Limitiamoci all’Europa per ora, visto che il reperimento di serie storiche è già abbastanza complicato. Il database di EFC – consultabile a questo link – offre una panoramica su circa duecentocinquanta città sparse in quasi tutta Europa, anche se la distribuzione non è affatto uniforme, come si può capire già dal colpo d’occhio delle bandierine: per una Germania “affollatissima” resta ancora un’Irlanda completamente vuota.
La maggior parte dei dati disponibili fanno riferimento al decennio 2000-2010, ma la copertura purtroppo è molto discontinua e le città che hanno fornito dati per un solo anno restano la maggioranza. Al di là delle singole fotografie sugli split modali, su cui torneremo perché sono comunque molto interessanti, ci concentriamo ora esclusivamente sulle aree che consentono un’analisi nel tempo: di fatto il centro-Nord dell'Europa.
Austria: biciclette in leggerissimo aumento, “piedi” stazionari
La percentuale di spostamenti in bicicletta nelle città austriache è sostanzialmente stazionaria, o in leggero aumento. Vienna consente un’analisi un po’ più approfondita, perché mette a disposizione dati storici dagli anni novanta: nel 1993 gli spostamenti in bicicletta erano il 3%, quelli a piedi il 29% (li consideriamo entrambi per poter confrontare il dato con quello del rapporto Isfort, che non separava le due modalità). Otto anni dopo, nel 2001 le biciclette restavano ferme al 3 e “i piedi” calavano di due punti, arrivando al 27%. Nel 2010 le biciclette salivano al 5%, i piedi recuperavano un punto, tornando al 28%. Insomma, in quasi vent’anni la somma della mobilità dolce è rimasta praticamente invariata, con un piccolo guadagno per le due ruote.
Finlandia: bici stazionaria, piedi in calo negli ultimi anni
Ad Helsinki la quota modale di spostamenti in bicicletta è rimasta perfettamente uguale negli ultimi dieci anni: sempre il 7% dal 2001. Poche variazioni anche per quanto riguarda gli spostamenti a piedi: 30% dal 2001 al 2007 e 26% nel 2011 (un calo imputabile all’aumento parallelo degli spostamenti in auto, passati dal 31 al 40% fra il 2007 e il 2011).
Germania: mobilità dolce costante, biciclette in leggero aumento
Le città tedesche sono quelle meglio coperte dal database e ci permettono quindi un’analisi un po’ più approfondita. Brema addirittura conserva i dati a partire dal 1976, e per quanto riguarda l’uso della bicicletta la percentuale è cresciuta significativamente e in modo costante nel corso degli anni, con una flessione sul finale: 16% nel 1976, 20% nel 1982, 21% nel 1997, 25% nel 2008 e 22% nel 2009. Maggior costanza per gli spostamenti pedonali: 13% nel 1976, 14% nel 1982, 16% nel 1997, 14% nel 2008 e nel 2009. La somma della mobilità dolce è quindi in leggero aumento. Più facile il paragone con la serie di Norimberga, che fra il 2000 e il 2005 ha oscillato fra il 9 e il 10% (ad anni alterni oltretutto), per poi stabilizzarsi sull’11% dal 2008 al 2011. Sostanzialmente costanti anche gli spostamenti pedonali: il 24% nel 2000 e nel 2001, il 23% nel 2002 e nel 2003, 22% nel 2004, 23% nel 2005, 22% nel 2008 e 23% nel 2011. Per confrontare il dato con quello del rapporto Isfort sommiamo piedi e biciclette e vediamo la tendenza della mobilità dolce: 34% nel 2000; 33% nel 2001; 33% nel 2002; 32% nel 2003; 32% nel 2004; 32% nel 2005; 33% nel 2008; 34% nel 2011. Oscillazione scarsa e ritorno allo stesso dato iniziale (il più alto) dopo 10 anni. (Nb: in Italia la mobilità dolce avrebbe invece perso l’8% passando dal 26,9% del 2001 al 18,8% del 2011).
Norvegia: mobilità dolce (piedi + bici), +2% in 10 anni
Le città norvegesi hanno inviato tre fotografie, una ogni quattro anni: la prima nel 2001, la seconda nel 2005 e l’ultima nel 2009. Le variazioni anche qui sono minime. Oslo nel 2001 registrava il 4% di spostamenti in bicicletta e il 30% a piedi; nel 2005 le bici salivano al 5% e i piedi restavano fermi al 30%; nel 2009 le bici ancora al 5% e i piedi aumentavano fino al 34%. Bergen: biciclette sempre al 3% e piedi sempre al 30% tutti e tre gli anni. Trondheim, 2001: biciclette 5% e piedi 24%; nel 2005 aumentano entrambi: biciclette al 9% e piedi al 295; leggero calo nel 2009: biciclette all’8%, piedi al 26%. Stavanger è l’unica città ad avere gli spostamenti in bicicletta in calo: 7% nel 2001, 6% nel 2005 e 5% nel 2009; quelli pedonali sono tornati, nel 2009, al 23% del 2001, dopo essere scesi al 21% nel 2005. Se confrontiamo la tendenza della mobilità dolce (bici più piedi) norvegese con quella italiana vediamo che negli ultimi dieci anni ha guadagnato due punti percentuali, passando dal 31,5% al 33,5%.
La Francia e le altre: pochi dati…
Purtroppo la maggior parte delle città indicizzate nel database non presentano serie storiche e diventa quindi difficile completare un’analisi delle tendenze. L’unica “serie” francese per esempio – in realtà appena due anni consecutivi, 2003 e 2004 – è quella di Toulouse: gli spostamenti in bici erano il 3% nel 2003 e il 5% nel 2004, mentre i piedi nello stesso lasso di tempo perdevano parecchi punti, passando dal 21 a 12%. Le altre città forniscono solo fotografie – anche più aggiornate, e sulle quali torneremo – ma non tendenze. Idem prer Regno Unito, Spagna, Italia, ed est dell’Europa.
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