La Corte costituzionale boccia alcuni articoli della legge che ripubblicizza acquedotto pugliese
Con riferimento alla sentenza dichiarativa di illegittimità costituzionale di alcuni articoli della legge regionale sull'Acquedotto Pugliese, depositata il 20 marzo 2012, l'assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati ha rilasciato la seguente dichiarazione
22 March, 2012
"È ovvio che mi dispiace, pur se tante volte avevamo avuto modo di dire che la legge si prestava ad interpretazioni di conformità alla Costituzione quantomeno controverse. Resta il fatto - ha dichiarato Amati - che il dibattito sviluppatosi in quei mesi ha introdotto nella politica e nella cultura pugliese ed italiana elementi di valutazione di assoluta novità, che sarebbe il caso di valorizzare con un intervento legislativo del Parlamento nazionale, al quale la stessa Corte costituzionale ha riconosciuto, in via esclusiva, la potestà legislativa".
"Sino ad allora - ha poi ripreso Amati - resteranno in me due sentimenti, di gioia e di tranquillità. L'uno perché siamo stati in grado di animare il dibattito sul tema moderno dell'acqua bene comune, generando così una nuova sensibilità popolare sull'argomento, e l'altro perché almeno sino al 2018 la gestione del servizio idrico in Puglia sarà saldamente nelle mani pubbliche, con un'azienda completamente detenuta dalla Regione Puglia e che continua ad ottenere, tra l'altro, ottimi risultati".
"Mi sento comunque di ringraziare - ha continuato Amati - tutti i Consiglieri regionali della maggioranza che in quelle settimane si adoperarono nel tentativo di rendere possibile l'innovativo progetto e quelli dell'opposizione che pur con punti di vista diversi si prestarono a riconoscere la piena legittimità e chiarezza della nostra iniziativa, con riferimento al programma elettorale che presentammo ai pugliesi alle elezioni del 2010".
"Ringrazio - ha inoltre detto l'assessore - i Comitati organizzati e spontanei che in varia misura collaborarono con noi nella predisposizione della legge. A loro, oltre il ringraziamento, le mie scuse, per l'asprezza che qualche volta dovetti manifestare nel respingere le plurime richieste di modifica alla legge: lo feci solo per la consapevolezza che il passaggio dinanzi alla Corte costituzionale non sarebbe stato facile, come purtroppo, e lo dico con tutto il rispetto per la decisione, oggi abbiamo avuto modo di vedere".