L'incredibile panzana della Torino "capitale della mobilità ciclabile"
Diciamolo: 170km di ciclabili sono una triste panzana, una ventina sono completamente inutilizzabili, altri 50 sono sentieri nel bosco e un’altra buona 30ina sono poco fruibili. Mettiamo un supervisore alla ciclabilità? O almeno uno che è stato qualche volta in Olanda - nota su Facebook di Fabio Zanchetta del 23.03.2012
23 March, 2012
Oggi La Stampa ha dato eco a ben due articoli sulla mobilità ciclabile e si è posto l’accento su una questione sacrosanta: la sicurezza. Ieri altri due decessi. La media è un decesso al giorno per chi non abita in Danimarca.
Al di là del paradosso del Totem, posto sulla ciclabile ad emblema della noncuranza con cui si considera l’argomento, ieri mi sono reso conto della fandonia colossale con cui Torino ciancia sulla sua presunta essenza “smart, europea, sostenibile”.
Diciamolo: 170km di ciclabili sono una triste panzana, una ventina sono completamente inutilizzabili, altri 50 sono sentieri nel bosco e un’altra buona 30ina sono poco fruibili. Ma la questione non è questa, sarebbe troppo banale.
La questione che ieri mi ha sconcertato, pedalando da Piazza Carducci sino all’area di recentissima urbanizzazione sorta intorno al nuovo Parco Dora è che, nonostante tutto, il nuovo conglomerato di vie e palazzi palesasse la totale mancanza di progettazione in termini di ciclabilità (realizzato nel 2010!). E’ tutto come in Olanda o in Germania: marciapiedi larghi, grosse aiuole di separazione fra i flussi del traffico, carreggiate riservate al trasporto pubblico ma niente, niente ciclabile. Ma come è possibile che fior di progettisti e urbanisti, con tutti i modelli vincenti (sicurezza, sostenibilità, fluidità del traffico, risparmio) analizzabili e che “invidiamo” alle nazioni del centro e del nord Europa non siano stati capaci a studiare e inglobare le due corsie ciclabili? Cosa che fra l’altro sarebbe stata obbligatoria, almeno come studio di fattibilità, vista la legge 366/98.
La ciclabile -in realtà- è stata “infilata” dopo. A posteriori, fuori dal progetto. Solo su alcuni tratti, un po’ a destra un po’ a sinistra, poco visibile e sul marciapiede. Fa schifo, è territorio di conflitto, è impercorribile e pericolosissima e (quasi) nessuno la usa. E fra l’altro mi sono stupito di quante biciclette ci fossero lo stesso (70% in strada con le auto). Pensate se fosse stata progettata sul serio.
Ciononostante quei 5km vengono contati e Torino diventa la capitale sostenibile amica delle due ruote. Ma non basta un buon Bike Sharing. Non ci siamo per nulla. Cambiamo? Mettiamo un supervisore alla ciclabilità? Uno che usa la bicicletta e capisce che questa è un presa in giro che mette a rischio la vita delle persone? O almeno uno che è stato qualche volta in Olanda.