Roma, sui rifiuti tutto da rifare. Clini lancia un Piano speciale e allunga il mandato commissariale di Pecoraro
Il ministro chiede aiuto alla Provincia per trovare un altro sito. Malagrotta chiuderà, promette Clini, entro la fine del 2012. Dopo Pasqua, il viaggio in Europa per illustrare l'emergenza romana ed entro aprile un accordo di programma che impegni enti locali, aziende e consorzi di riciclo
28 March, 2012
Né a Riano, né a Corcolle. Per le discariche post-Malagrotta è necessario trovare altri siti, diversi dai sette indicati dalla Regione. Sulla questione rifiuti a Roma è tutto da rifare. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, dopo l’incontro con i rappresentanti degli enti locali ed il commissario per la chiusura di Malgrotta Giuseppe Pecoraro, ha lanciato un programma in diversi punti, che prevede anche un potenziamento della raccolta differenziata e del recupero energetico e la riduzione dei rifiuti mandati in discarica.
Discarica alternativa operativa entro il 2012 e mandato Pecoraro rafforzato
Il primo passo dovrà essere l’individuazione di un altro sito, punto su cui il ministro ha chiesto esplicitamente aiuto alla Provincia di Roma. «Immaginiamo che la discarica temporanea dovrà essere operativa entro la fine di quest'anno - ha detto Clini - Al più tardi entro fine anno la discarica di Malagrotta deve essere chiusa. Abbiamo chiesto alla Provincia di Roma di collaborare per l'individuazione di siti per la discarica temporanea ulteriori rispetto ai sette individuati che sono problematici».
Il ministro ha anche previsto di rafforzare e allungare il mandato del commissario Pecoraro. Presto, poi, Clini andrà in Europa per spiegare la situazione romana: «Subito dopo Pasqua incontrerò il commissario europeo all'Ambiente per esaminare la questione di Roma che è già all'attenzione dell'Unione europea».
Il piano per Roma
Oltre a questi due punti, Clini ha lanciato un vero Piano per Roma, per mettere la capitale al passo con le regole imposte dall’Ue. L'obiettivo è quello di «portare in discarica entro il 2014 il 20% del totale dei rifiuti di Roma, già trattati, come richiedono le direttive europee». Per raggiungere lo scopo, il ministro propone «di sottoscrivere entro il 30 aprile 2012 un accordo di programma e un piano operativo con Campidoglio, Provincia e Regione, le aziende coinvolte nel processo dei rifiuti e i consorzi del riciclo», che sia «impegnativo» per tutti. Clini vuole puntare sulla raccolta differenziata, ma anche sul recupero energetico dei rifiuti. La seconda linea di intervento - ha spiegato ancora Clini - è rendere più efficienti gli impianti di Tmb (trattamento meccanico-biologico), portarli a pieno regime per recuperare almeno il 40% del materiale trattato negli impianti, sia come compost, sia per la valorizzazione energetica. Così da avere non più del 40% da mandare in discarica, visto che attualmente la differenziata si attesta a Roma al 25%. E se l'obiettivo della differenziata è del 50%, l'altro obiettivo è di portare entro il 2014 in discarica il 20% del totale dei rifiuti di Roma.
Un decreto legge per l’emergenza romana. E spunta l'aumento delle tariffe
Il ministro dell'Ambiente ha ipotizzato il varo di «un provvedimento urgente, che consenta sia procedure accelerate che la dotazione di risorse adeguate. A questo fine è intenzione del Ministro dell'Ambiente di sottoporre alla valutazione del Consiglio dei Ministri la possibilità di adozione di un apposito un decreto legge o diversa iniziativa finalizzata alla realizzazione in tempi certi e con procedure semplificate degli interventi previsti, incluso il rafforzamento e l'ampliamento della portata e dei termini del mandato commissariale».
Nel provvedimento dovrebbe essere incluso anche un adeguamento delle tariffe. «Le imprese - ha spiegato Clini - lavoravano con una tariffa non competitiva, inferiore del 50% a quella della Lombardia, ed è stata adeguata il mese scorso. Vogliamo che le imprese però abbiano delle penali se non rispondono agli impegni».
Le criticità dei sette siti indicati dalla Regione
«Problematiche di natura idrogeologica» per Corcolle, Riano Quadro Alto e Pian dell'Olmo; «sovraccarico ambientale» per Monti dell'Ortaccio; «caratteristiche compatibili salvo la tempistica di realizzazione» per Pizzo del Prete-Le Macchiozze; «manifeste criticità» per «Fiumicino-Osteriaccia e di Roma-Castel Romano». Queste, in sintesi, le valutazioni sintetiche del ministro Clini sui sette siti preliminarmente indicati dalla Regione Lazio e considerati dal commissario Pecoraro.
«Una soluzione comprendente i siti interessati da evidenti problematiche di natura idrogeologica (Corcolle, Riano Quadro Alto e Pian dell'Olmo) - spiega il ministero - appare non compatibile, fatta salva la preventiva ed effettiva dimostrazione di realizzabilità, stabilità e convenienza anche economica di barriere impermeabili ingegnerizzate idonee a superare nel lungo termine qualsiasi ipotesi di eventi tali da pregiudicare la qualità dell'ambiente nelle aree limitrofe, con danno alla salute dell'uomo». «La soluzione inerente il sito di Corcolle si ritiene inopportuna anche per la prossimità con il sito archeologico di Villa Adriana - continua il comunicato - Il sito di Monti dell'Ortaccio presenta caratteristiche geologiche favorevoli e capacità di abbancamento di rifiuti adeguata, stante anche la presenza ed esercizio di 2 impianti di TMB e di gassificazione, a fronte di fattori di inopportunità connessi al grado di sovraccarico ambientale già insistente sull'area. Il sito di Fiumicino, Pizzo del Prete-Le Macchiozze, presenta caratteristiche compatibili salvo la tempistica di realizzazione degli scavi e le opere viarie che si renderebbero necessarie. I rimanenti due siti di Fiumicino-Osteriaccia e di Roma-Castel Romano presentano manifeste criticità e l'esistenza di fattori escludenti».
Sabato nuova manifestazione a Roma
«Il messaggio che oggi lanciamo da Roma e dal Lazio ad altre vertenze regionali, riguarda il comune rifiuto di un sistema illegittimo di gestione dei rifiuti basato ancora oggi sul conferimento del 'talquale' in megadiscariche, o peggio, la volontà di incenerirli, con grave danno alla salute e alla compromissione del ciclo biologico e dell'integrità ambientale», comunica in una nota la Rete Zero Waste Lazio, che ha indetto, per sabato a Roma, una manifestazione unitaria di protesta, con appuntamento in piazza Santi Apostoli alle 10. «I Piani rifiuti regionali adottati nelle nostre regioni - si legge nel testo - ancora si limitano a descrivere le fasi di trattamento in linea teorica, prevedendo concretamente ancora il ricorso alla discarica e al selezionamento dell'indifferenziato per produrre Cdr da incenerire in impianti tossici, ma non prendono atto della urgenza di riconvertire le risorse e i progetti impiantistici verso l'unica filiera oggi praticabile: quella di rifiuti zero». «Nonostante la grave crisi in atto e la mancanza di risorse economiche - specifica la rete - l'esaurimento di quasi tutte le discariche e l'arrivo delle sanzioni da parte della Commissione europea, si persevera nel tentativo di aprire altri siti di discarica o inceneritori, sull'onda della sempre minacciata emergenza, senza che ancora parta una concreta scelta 'Zero waste' di avvio della raccolta porta a porta estesa e spinta, in tutto il territorio regionale e la relativa impiantistica per il recupero di materiali, oggi ancor più preziosi. Zero waste è per noi una scelta imprescindibile nell'attuale drammatico scenario regionale di deindustrializzazione in atto, con la mancanza di qualsiasi ipotesi di rioccupazione - spiega Rifiuti zero - una scelta che può spostare risorse pubbliche ed investimenti privati dalla gestione monopolistica e affaristica di megaimpianti tossici, a quella di una enorme espansione del lavoro locale, legato alla raccolta-riutilizzo-riuso urbano e di avvio di una nuova industria pulita del riciclo-recupero, in piccoli impianti ad impatto zero. Noi rifiutiamo di accettare oggi l'ennesima illegittimità, mascherata dal commissariamento ad hoc della politica, e chiediamo con forza l'inversione di scelta e il ripristino della legalità. La presentazione della delibera di iniziativa popolare 'Per Roma verso Rifiuti zero'- si legge in conclusione- significa questo: iniziare, da tutti i Comuni e le grandi città italiane, una grande Campagna di pressione popolare e mediatica che informi i cittadini della proposta che parte dai movimenti, dai comitati attivi di un Piano alternativo per l'attuazione della riduzione-riutilizzo-riciclo-recupero perché anche Roma, Napoli e altre città possano imitare il percorso di San Francisco, Canberra o Buenos Aires».
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