Gli Italiani escono meno. Ma, se proprio devono, lo fanno a fatica zero
Secondo il rapporto dell’isfort nel 2011 sono diminuiti tutti i tipi di spostamenti. In calo brusco, poi, quelli a piedi e in bicicletta. Colpa dell’età media più alta? Non solo... – da Il Venerdì di Repubblica del 30.03.2012
30 March, 2012
di BRUNO CASULA
Tutti a casa. Uno degli effetti della crisi economica è la riduzione degli spostamenti degli italiani. Ma, sorprendentemente, a calare di più sono stati quelli a piedi e in bicicletta. La stima per il 2011 è contenuta nel rapporto dell’Isfort, l’unico istituto che sonda le tendenze in fatto di movimenti, con il suo Osservatorio Audimob. È probabile che ora, con il netto calo del consumo di carburante registrato a febbraio 2012, la «mobilità dolce» ciclopedonale abbia riconquistato posizioni, ma resta lo stupore per la sua diminuzione nel corso dell’anno passato.
Secondo l’Isfort gli spostamenti degli italiani in un giorno feriale medio del 2011 sono stati 106 milioni 350 mila, circa 15 milioni in meno rispetto a quelli del 2010. Il calo dei movimenti in bici o a piedi è stato del 22,3 per cento. Del 15 per cento, invece, quello degli spostamenti in moto; del 12,2 per quanto riguarda l’auto e del 7,9 per i mezzi pubblici. Su un totale di cento spostamenti, quelli in bicicletta o a piedi sono stati il 18,8 per cento, quelli in moto il 4,2 per cento, quelli in auto il 65,6 per cento, l’11,4 per cento quelli sui mezzi pubblici. Il sistema di rilevamento di Isfort (un sondaggio telefonico su un campione rappresentativo di 15 mila italiani) si basa su quello che gli intervistati dichiarano, quindi potrebbe anche produrre risultati influenzati da fattori psicologici, come accade durante gli exit poll elettorali. Ma la tendenza al calo della percentuale degli spostamenti in bici e a piedi sul totale è stato costante, e impressionante, negli anni. Nel 2001, quando sono cominciate le rilevazioni, su cento spostamenti il 26,9 per cento avveniva a piedi o in bici: più di un quarto del totale. Si è scesi più o meno ogni anno fino ad arrivare all’attuale 18,8 per cento, meno di un quinto del totale. «Per spostamento a piedi» ha detto il direttore dell’Isfort Carlo Carminucci «intendiamo percorrenze superiori ai cinque minuti. E sono essenzialmente queste a essere diminuite. Scorporando i dati vediamo che i micro-sposta- menti a piedi inferiori ai cinque minuti sono invece persino in leggero aumento e che, sempre per questi, la quota delle bici è costante, il 3,3 per cento». Secondo la Fiab (la Federazione italiana amici della bicicletta) e Legambiente l’uso delle due ruote a pedale sarebbe in realtà in aumento nelle medie città di pianura, mentre è diminuito nettamente nei grandi centri urbani. Per quanto riguarda invece il calo ormai storico degli spostamenti a piedi, la rivista Eco dalle Città (ecodallecitta.it) ipotizza che possa essere legato all’invecchiamento della popolazione. Carminucci è, al contrario, convinto che l’abbandono della mobilità dolce sia l’effetto della dispersione residenziale sul territorio, che rende sempre più lunghi gli itinerari necessari per andare al lavoro o a fare la spesa. Invecchiamento e dispersione sono però tendenze di lungo periodo che difficilmente spiegano il calo del 22,3 per cento degli spostamenti a piedi e in bici in un solo anno.