Incentivi alle rinnovabili, Clini: «Sbagliato incolparli del caro bolletta»
Il ministro dell'Ambiente scende in campo a difesa delle fonti rinnovabili, precisando che frenarne la crescita sarebbe un autogol e che non sono gli incentivi a influire in modo decisivo sul prezzo dell'energia. Il plauso di Legambiente e del PD
02 April, 2012
Frenare lo sviluppo delle rinnovabili sarebbe un autogol clamoroso. Lo ha dichiarato il ministro dell'ambiente Corrado Clini nel corso di una intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica. Secondo Clini, sarebbe un errore associare il taglio degli incentivi per l'energia pulita con la riduzione della bolletta energetica, che invece dovrebbe essere ridimensionato in modo diverso. «Dare la colpa del costo anomalo dell'energia in Italia alle rinnovabili e al fotovoltaico vuol dire operare una distorsione della realtà, ignorano di danni prodotti dalla rigidità del sistema», si legge nell'intervista al ministro. Meglio allora «pulire le bollette dagli oneri impropri», come il Cip6, i costi del nucleare, gli sconti concessi alle grandi industrie più energivore.
Eppure, sostiene Clini, qualche modifica all'attuale sistema di incentivazione del fotovoltaico andrà comunque fatta. Si tratta essenzialmente di correggere gli eccessi causati da provvedimenti come il Salva Alcoa, che hanno determinato uno squilibrio del mercato. L'introduzione di una carbon tax e di altri tipi di tassazione ambientale rappresenta, secondo il ministro, un primo passo in questa direzione.
Sbagliato, dunque, demonizzare gli incentivi alle rinnovabili e considerarli la causa del caro bolletta. Una presa di posizione che sembra quasi un messaggio al ministro Passera, che ha più volte annunciato una revisione degli incentivi e nuovi investimenti nel settore degli idrocarburi. E che ha ottenuto il plauso immediato di Legambiente. «Bravo Clini, e basta bugie sui costi delle rinnovabili in bolletta - ha commentato Edoardo Zanchini, vicepresidente dell'associazione - Gli italiani pagano soprattutto la dipendenza dai combustibili fossili e le troppe centrali termoelettriche a mezzo servizio». I vantaggi delle tecnologie pulite, al contrario, per Legambiente sono sempre più evidenti: abbassano il prezzo dell’elettricità al picco della domanda proprio grazie al solare fotovoltaico, riducono le importazioni grazie a una produzione pari al 26,6% dei consumi elettrici, abbassano i costi legati al protocollo di Kyoto. «Invitiamo il Ministro Passera – ha aggiunto Zanchini - a leggere con attenzione lo studio della Bocconi che mette in luce i risparmi che gli investimenti nelle rinnovabili produrranno nei prossimi anni, invece di ascoltare solo le solite lobby delle centrali inquinanti».
Il problema, secondo l'ambientalista, è che una parte degli organi di stampa ha lanciato una vera e propria campagna mediatica contro le fonti rinnovabili. «È stupefacente che tutta l’attenzione si concentri su quel 10% della bolletta elettrica legato agli incentivi alle rinnovabili ha detto Zanchini - mentre nulla si dice sul restante 90% che riguarda il costo dell’acquisto di petrolio e carbone, i miliardari guadagni delle imprese, i sussidi al nucleare e ad altre voci assurde, oltre alle tasse». Dichiarazioni in linea con quelle del ministro Clini, insomma, che hanno ottenuto l'approvazione anche del Partito Democratico, che ha affidato il proprio punto di vista a Roberto Della Seta, capogruppo Pd in Commissione Ambiente, Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici, ed Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd.
Bene l'intervento autorevole e puntuale del Ministro Clini sul tema delle rinnovabili, che ne ha sottolineato la strategicità per il sistema Paese e il ruolo fondamentale per arrivare ad un sistema elettrico meno rigido e più articolato che consenta di allentare la dipendenza dell'Italia dalle fonti fossili – hanno dichiarato i tre esponenti del Pd - Il ministro Clini sgombra il campo da alcune forzature che negli ultimi giorni hanno irrigidito il dibattito sul peso che le energie rinnovabili, a partire dal fotovoltaico, hanno effettivamente sulle bollette elettriche in Italia».
Della Seta, Ferrante e Realacci, comunque, ammettono la necessità di un intervento di riforma sul meccanismo di incentivazione dell'energia pulita. «Ben venga un “tagliando” al sistema di incentivazione, ma che sia contestuale all'eliminazione dei costi che ancora immotivatamente si annidano nelle bollette come il Cip6 o gli sconti alle grandi industrie energivore, quelle sì vere zavorre che rallentano la competitività del Paese e pesano sulle famiglie – hanno aggiunto - Sarebbe un errore imperdonabile azzoppare il settore delle energie rinnovabili, perché i benefici di medio e lungo periodo che possono garantire, con una maggiore occupazione, export netto dell'industria e una riduzione del prezzo di picco dell'energia, sono stimati nell'ordine di quasi 80 miliardi di euro ».
Leggi l'intervista del ministro Clini su La Repubblica (di Antonio Cianciullo)