Il testo Governo-Regioni per il ridimensionato via libera agli aumenti di volumetria
Solo accennato il tema chiave del risparmio energetico e dell'efficienza energetica degli edifici. Ora la palla passa alle Regioni che devono legiferare entro 90 giorni. E faranno leggi assai diverse... I commenti del ministro Prestigiacomo e di Legambiente
01 April, 2009
Completamente assente dal dibattito politico- giornalistico sul “Piano cemento” (non è un piano casa) del Governo, quasi completamente assente dal tira e molla tecnico avvenuto attorno al tavolo della conferenza Stato Regioni, dovrebbe emergere adesso finalmente il grande problema dei consumi energetici.
Se l’Italia è completamente fuori dai parametri e dagli obiettivi di Kyoto lo si deve infatti in buona parte alla quantità (enorme) e alla efficienza e all’isolamento (pessimi) dell’insieme degli edifici esistenti. Parliamo dell’energia necessaria al raffrescamento, illuminazione, ascensori e soprattutto riscaldamento di case palazzi e capannoni e delle emissioni necessarie a produrre tale energia. In altre nazioni – semplicemente in Francia, Gran Bretagna, Germania – non sarebbero stati concepibili giorni e giorni di dibattito pubblicistico pubblicitario sull’aumento delle volumetrie senza alcun riferimento concreto alla necessità di diminuire i consumi energetici e di aumentare l’efficienza dell’edificato. Tanto per cominciare si sarebbe dovuto ricordare che il Governo Berlusconi ha abolito (pardon rinviato a chissà quando) l’obbligo di certificazione energetica degli edifici. (Uno strumento che ormai esiste, per quanto comprensibilmente standardizzato.) E poi si sarebbe dovuto ricordare – o annunciare – che il patrimonio edilizio italiano, soprattutto quello costruito tra gli anni 50 e gli 80, è un colabrodo che dovrebbe quanto meno dimezzare i suoi consumi energetici. Una stima recentemente riportata da Ecodallecitta.it dice che mediamente un metro cubo edificato italiano comporta un consumo annuale di 20 litri di gasolio o equivalenti, mentre in Germania e Austria ormai si esige di non superare una necessità di 7 litri per metro cubo. Non occorre essere esperti specialisti, ma semplicemente aver fatto matematica nelle scuole dell’obbligo, per capire che l’aumento delle volumetrie tra il 20 e il 35% rende ancora più aperta la forbice e più gravoso il compito. Insomma il 35% è un aumento di volumetria che potrebbe essere concesso solo a chi ristruttura o ricostruisce un edificio in modo da ridurre del 75% i consumi energetici! Nei testi finora circolati, dalla prima bozza del Governo fino al compromesso con le Regioni, non c’è nessuna quantificazione degli obiettivi di efficienza energetica. Cara grazia che il concetto sia riapparso. Ma i numeri ci sono solo per gli aumenti di volumetria.
Ora una cosa sembra chiara e cioè che la palla passa alle Regioni che hanno salvaguardato almeno in parte la loro autonomia. Devono legiferare entro 90 giorni, e faranno leggi assai diverse. Un banco di prova molto impegnativo – con la campagna elettorale di mezzo – per l’ambientalismo, la sinistra, la cultura. Il tema dell’efficienza energetica, dell’isolamento termico e dei pannelli solari non è alternativo alla difesa del paesaggio. Anzi indica in quale direzione andrebbero concentrati gli investimenti e gli incentivi.
Per chi vuole saperne di più e prepararsi al confronto nelle Regioni ecco il testo degli articoli chiave dell’accordo.
Le Regioni si impegnano ad approvare entro e non oltre 90 giorni proprie leggi ispirate preferibilmente ai seguenti obiettivi:
a) regolamentare interventi - che possono realizzarsi attraverso piani/programmi definiti tra Regioni e Comuni - al
fine di migliorare anche la qualità architettonica e/o energetica degli edifici (come e/o! Ndr) entro il limite del 20% della volumetria esistente di edifici residenziali uni-b famigliari o comunque di volumetria non superiore a 1000 metri cubi, per un incremento complessivo massimo di 200 metri cubi, fatte salve diverse determinazioni regionali che possono promuovere ulteriori forme di incentivazione volumetrica;
b) disciplinare interventi straordinari di demolizione e ricostruzione con ampliamento per edifici a destinazione residenziale entro il limite del 35% della volumetria esistente, con finalità di miglioramento della qualità architettonica, dell'efficienza energetica ed utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e secondo criteri di sostenibilità ambientale, ferma restando l'autonomia legislativa regionale in riferimento ad altre tipologie di intervento
Il piano casa, le Regioni e Kyoto - intervento di Gianni Silvestrini - da QualEnergia.it del 06.04.2009
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