Fotovoltaico: Italia prima al mondo nel 2011. I dati di Epia e Gse
Il Gse ha diffuso i dati relativi ai nuovi impianti fotovoltaici installati in Italia nel 2011, confermati dal Global market outlook dell'Associazione europea dell'industria fotovoltaica: su base annuale, il nostro Paese ha superato la Germania in testa alla classifica mondiale. Nel 95% dei comuni esiste almeno un impianto e l'energia solare ha fatto calare il prezzo dell'elettricità
09 May, 2012
Com'era previsto, il sorpasso sulla Germania c'è stato. Nel 2011, il mercato italiano del fotovoltaico è diventato il primo al mondo su base annua e la nuova potenza fotovoltaica installata in Italia ha rappresentato più del 33% di tutto il mercato mondiale del 2011 (la Germania conserva il primato per potenza cumulata, con 24.700 Megawatt installati). A crescere sono stati soprattutto gli impianti di piccola taglia, con l'incremento maggiore nel range 1-5 Megawatt di potenza. I dati sono stati presentati da Gerardo Montanino, direttore divisione operativa del Gestore dei servizi energetici (Gse) durante la quarta edizione dell'Italian Pv summit in corso a Verona. Montanino ha precisato che circa il 95% dei Comuni italiani, a fronte del 31% del 2007, ha sul proprio territorio almeno un impianto fotovoltaico.
Nel 2011, come riporta anche l'Epia (Associazione europea dell'industria fotovoltaica) nel suo ultimo Global market outlook (vedi allegato) l'Italia ha installato 9.300 Mw fotovoltaici, che ne includono 3.500 relativi agli impianti del cosiddetto decreto “salva Alcoa” (ovvero realizzati entro la fine del 2010 e allacciati alla rete entro il 30 giugno 2011), che hanno beneficiato degli incentivi del Secondo conto energia, molto più generosi di quelli dei Conti successivi. Seguono la Germania, con 7.500 Megawatt, e le due principali potenze extra-europee: Cina (2.200 Mw) e Stati Uniti (1.900) In totale, gli impianti in esercizio nel nostro Paese alla fine del 2011 avevano una potenza complessiva di 12.700 Mw, valore che a maggio 2012 ha in realtà raggiunto e superato i 13.160 Megawatt. A livello regionale la maggiore potenza installata si trova in Puglia (17,1% del totale), Lombardia (10,3%), Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. In termini di numero di impianti la leadership regionale spetta alla Lombardia (14,7%), seguita da Veneto (13,6%) ed Emilia Romagna.
Quanto alla localizzazione degli impianti, il 49% è su terreno, il 41% è su tetti, il 6% è su pensiline e serre, e poi c'è un altro 4% residuale. «In termini di tecnologie usate - ha aggiunto il direttore operativo del Gse - il 70% dei moduli è in silicio policristallino, il 23% in silicio monocristallino e il 7% è rappresentato da film sottili». Circa il 65% della potenza fotovoltaica installata in Italia, inoltre, fa riferimento al settore industriale, mentre la quota del comparto residenziale si attesta sul 9%.
Il mercato italiano delle rinnovabili, più in generale, è passato da 18,3 Gw di potenza installati nel 2000 (per il 91% rappresentata da centrali idroelettriche) a 41,3 GW nel 2011, con un incremento del 125%. Il 75% di dell'aumento, spiega il Gse, si è avuto solo negli ultimi 4 anni. A guidare il boom dell'energia pulita è stato proprio il fotovoltaico, che a fine 2011 rappresentava il 31% della potenza rinnovabile installata, mentre l'idroelettrico si attesta ora al 43%. La produzione elettrica da fonti “pulite”, che nel 2000 era di 51 Terawattora, l'anno scorso ha raggiunto quota 84 TWh: 33 Terawattora di produzione elettrica dovuta quasi totalmente a eolico, solare fotovoltaico e bioenergie (oggi il 38% del totale).
Un incremento della produzione diffusa da fonti rinnovabili che ha avuto degli effetti anche sul sistema elettrico: prima dell'esplosione del fotovoltaico dell'ultimo anno alla Borsa elettrica c'erano due picchi di prezzo, uno di giorno, verso le 11 di mattina, e uno di sera, verso le 18-20. Ora il picco delle 11 di mattina è praticamente scomparso, mentre quello serale è aumentato. Il fotovoltaico, evidentemente, durante le ore del giorno fa concorrenza alle centrali tradizionali e riesce a contenere il prezzo dell'energia: è l'effetto che gli esperti chiamano “peak shaving”, che nel 2011 ha fatto risparmiare agli Italiani 400 milioni di euro.