Incentivi alle rinnovabili elettriche, per l'Authority sono ancora troppo alti
L'Autorità per l'energia ha pubblicato il proprio parere sulla bozza di decreto sugli incentivi per le rinnovabili elettriche. Secondo l'Aeeg, l'obiettivo nazionale è troppo alto rispetto a quello indicato nel Pan e finirà per costare agli italiani 12 miliardi di euro all'anno nel 2016. La cosa più importante sarebbe approntare una strategia energetica nazionale
15 May, 2012
L'Autorità per l'energia elettrica e il gas (Aeeg) ha pubblicato il suo parere sulla bozza di decreto sugli incentivi alle rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico, inserendo nel documento anche alcune considerazioni sul Quinto conto energia. Nel suo parere, l'Authority esprime una parziale soddisfazione per il taglio alla spesa pubblica, ma si dice ancora convinta della necessità di una strategia energetica generale che indichi gli obiettivi dell'Italia in materia di rinnovabili e gli strumenti per raggiungerli. «Da questo punto vista, per il fatto cioè che prevedono meccanismi di contenimento degli oneri relativi alla nuova capacità incentivabile, gli schemi di decreto sono migliorativi – scrive l'Aeeg - Tuttavia continua a mancare la ridefinizione degli obiettivi nazionali settoriali, nonché le strategie per il loro raggiungimento. Tali elementi dovranno essere opportunamente affrontati nell’ambito della Strategia Energetica Nazionale».
A preoccupare l'Autorità, inoltre, è il fatto che i decreti introducano un obiettivo di sviluppo delle rinnovabili al 2020 più ambizioso di quello previsto dal Piano di azione nazionale (si passa dal 26% del Pan, di fatto già raggiunto, al 32-35%), con un inevitabile incremento degli investimenti per gli incentivi. «Dai predetti schemi di decreto emerge che, come peraltro sostenuto dai Ministri competenti, si intende raggiungere un obiettivo al 2020, in relazione all’impiego delle fonti rinnovabili per usi elettrici, decisamente superiore rispetto a quello inizialmente prefigurato nel Pan – aggiunge l'Aeeg - Questo comporterà in capo alla collettività, tramite le bollette elettriche, costi maggiori rispetto a quelli strettamente necessari ai fini del raggiungimento degli obiettivi imposti a livello europeo».
In questo modo, osserva l'Authority, nel 2016 occorreranno circa 12 miliardi di euro per incentivare le rinnovabili elettriche, cui si aggiungeranno i costi indiretti sul sistema elettrico, dovuti al fatto che per loro natura le fonti pulite non sono programmabili. Per questo l'Aeeg avanza una serie di proposte di modifica che puntano a semplificare i meccanismi burocratici e a tagliare ulteriormente la spesa pubblica per gli incentivi. Prima di tutto, si torna a suggerire di privilegiare, rispetto al settore elettrico, l'incentivazione delle fonti termiche e le misure di efficienza. «È conveniente privilegiare, nell’ordine ed entro i limiti del potenziale disponibile, le fonti rinnovabili per la produzione di energia termica, l’efficienza energetica e, solo successivamente, le fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica – scrive l'Autorità per l'energia - Quest’ultima scelta è di gran lunga la più costosa, tanto più se attuata tramite impianti fotovoltaici con attuale tecnologia».
Un'altra richiesta è che si rinunci al rinvio del pagamento dei Certificati verdi, ma si introduce una dilazione del versamento degli incentivi ai grandi impianti fotovoltaici per i mesi di maggio e giugno 2012. Accanto a questo, l'Authority suggerisce, tra l'altro, di semplificare l’accesso ai registri e la trasmissione delle informazioni al Gse e di introdurre un sistema di tracciabilità degli incentivi complessivamente percepiti da uno stesso soggetto.