Tel Aviv University: "Lo smog aumenta del 43% il rischio di un secondo infarto"
L'inquinamento atmosferico accrescerebbe di oltre il 40 per cento il rischio di attacchi cardiaci ripetuti. A sostenerlo, un ricercatore della Tel Aviv University, che ha concluso che "un'aria inquinata è associata non soltanto a infarti e ictus, ma anche, nel lungo termine, a episodi ripetuti"
11 June, 2012
Secondo Yariv Gerber, ricercatore della TAU's School of Public Health presso la Sackler Faculty of Medicine, lo smog sarebbe in grado di accrescere fino al 40% il rischio di attacchi cardiaci. Più precisamente, i pazienti cardiopatici residenti in aree ad alto inquinamento avrebbero il 43% di probabilità in più di avere un secondo infarto, e il 46% di avere un nuovo ictus rispetto a pazienti che vivono in aree poco inquinate.
"Sappiamo che al pari del fumo di sigarette, l'inquinamento provoca il sistema infiammatorio - ha affermato Gerber - Se si parla di esposizione a lungo termine e sistema infiammatorio irritato in modo cronico, l'inquinamento puo' essere coinvolto nella progressione di sclerosi atriale che si manifesta in eventi cardiaci". Lo studio, realizzato in collaborazione con un altro ricercatore, Yaacov Drory, è stato finanziato dall'Environmental and Health Fund di Gerusalemme.
La ricerca ha seguito 1120 pazienti ricoverati per un primo infarto del miocardio in otto ospedali israeliani, tra il 1992 e il 1993, tutti sotto i 65 anni di età. I pazienti sono stati seguiti fino al 2011. La qualità dell'aria è stata misurata da 21 stazioni di monitoraggio nelle aree dove i pazienti vivevano e analizzata da un gruppo di ricercatori del Technion di Haifa. Dopo aver calcolato altri fattori come la gravità della malattia e lo status socio-economico, i ricercatori hanno identificato un legame tra inquinamento e risultati clinici negativi, che includono mortalità e eventi vascolari ricorrenti, come infarto, ictus e scompenso cardiaco.