Roma: la vendita di Acea si trasforma in rissa
Scontri nell'aula Giulio Cesare di Roma. Il rinvio della discussione della delibera di vendita del 21 per cento delle azioni della multiutility romana provoca scontri tra maggioranza e opposizione. In gioco anche il rassetto delle partecipazioni societarie capitoline
11 June, 2012
Tensioni nell'aula consiliare Giulio Cesare del comune di Roma. A volare non sono state solo le parole, questa volta maggioranza e opposizione sono passati alle vie di fatto. Il putiferio si è scatenato dopo la decisione di rinviare la discussione sulla delibera di riorganizzazione dell'holding capitolina e di vendita del 21 per cento delle azioni di Acea, la multiutility che si occupa di acqua ed energia, al 51 per cento di proprietà del Comune (il 12,5 per cento è in mano a Suez-Gas de France, mentre il 16,3 al gruppo Caltagirone). La rissa segue giornate di tensione e proteste dentro e fuori dall'aula consiliare. Ma al di là della disputa politica che dura ormai da mesi, l'operazione che la maggioranza, che sostiene il sindaco Gianni Alemanno, intende portare a termine è dettata da motivi di bilancio. Dall'operazione Acea sono previsti incassi per 200 milioni, di cui 150 andranno a finanziare i lavori della metro C. Per il collocamento delle azioni possedute dal Campidoglio l'amministrazione comunale attenderà però condizioni di mercato più favorevoli.
Sull'operazione pende anche il risultato dei referendum sull'acqua dello scorso anno e le proteste dei comitati. Per la maggioranza di centrodestra però si tratta di un falso problema, in quanto a decidere su investimenti e tariffe è l'Ambito territoriale ottimale, l'organismo pubblico di cui fanno parte i Comuni serviti, e il controllo, secondo lo statuto di Acea, rimane al Comune (grazie al voto che pesa per intero, mentre per gli altri detentori di azioni è limitato all'8 per cento; ndr).
La delibera di cessione del 21 per cento di Acea prevede anche il riassetto delle società di Roma Capitale all'interno di un'unica holding, da cui resterà fuori la multiutility, ma di cui faranno parte Ama (la società che gestisce lo smaltimento dei rifiuti ) e Atac (trasporto pubblico locale), per le quali resta il progetto iniziale di privatizzazione previsto dalla giunta e prescritto dalla legge dal decreto legge 138 del 2011. Secondo il sindaco Alemanno i proventi dell'alienazione del 21 per cento di Acea sono destinati a investimenti per Roma, indispensabili per fornire entrate utilizzabili ai fini del rispetto del Patto di stabilità, per aumentare le risorse per gli investimenti futuri, per il pagamento delle opere già cantierate e, infine, per fornire liquidità che potrebbero attenuare le forti tensioni nei flussi di cassa previste in corso d'anno, garantendo il pagamento dei crediti.
Le opposizioni in Consiglio comunale hanno presentato oltre 100 mila emendamenti e più di 52 mila ordini del giorno.